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Arrivare a destinazione,
cioè, arrivare dove il destino ci ha collocati mediante la sua azione
( destino + azione ) questo concetto è entrato nel nostro linguaggio in maniera così profonda che ormai non ci facciamo più caso... lo stesso succederà tra non molto quando non si parlerà più di marito e moglie ma di compagno e compagna...sia dello stesso sesso apparente che di sesso opposto; di fatto ci stiamo conformando con lo spirito di questo mondo, anche col linguaggio. Come ha affermato Nunziata, il destino come entità che opera sull'uomo, o come un disegno stabilito da altri(altri dei), NON esiste... si arriverebbe a vivere la nostra esistenza con la convinzione che qualcuno muove i nostri passi e le situazioni attorno a noi. Per certi versi questo è accaduto e continuerà ad accadere, ma sempre nel verso virtuoso, e sempre con la nostra partecipazione attiva e cosciente. Noi possiamo decidere del nostro futuro, ma le nostre decisioni sono tarate dal presente, le decisioni che prendiamo, sono frutto del nostro modo di intendere la dimensione dove siamo calati sin dalla nascita... tale dimensione, non l'abbiamo scelta noi, ma dipende dai nostri genitori e loro, dai loro genitori e così via a ritroso... ma grazie a Dio e la Sua potente azione, noi credenti abbiamo modo di influire sulla nostra vita, possiamo cambiare la nostra meta finale... la nostra "destinazione" ultima... quindi, allargando la nostra visuale, possiamo affemare senza alcun errore o smentita che il nostro futuro da credenti, è già determinato...
ecco che all'occhio del non credente stiamo mostrando di credere nel destino, mente noi stiamo dicendo che il nostro futuro è nelle mani di Dio e che essendo Dio amorevole e giusto, se ci amodelliamo come Lui ci chiede, possiamo star pur certi che "finiremo" bene!
I Tessalonicesi 5:9
Poiché Iddio non ci ha destinati ad ira, ma ad ottener salvezza per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo...
Iddio, una volta che abbiamo accettato Gesù, ci ha destinati (la nostra meta ultima è) alla salvezza.
f.sco