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ARGOMENTO: Il prezzo del perdono

Il prezzo del perdono 30/03/2012 18:06 #1416

Un padre terreno amorevole, per esempio, potrebbe essere
profondamente ferito da un figlio che si ribella contro di lui e lo
attacca. Tuttavia, se questo padre è colmo di compassione, soffrirà
soprattutto per la condizione di amarezza e di colpa in cui verrà a
trovarsi il figlio. In realtà, nel suo profondo, il padre soffrirà
per questa condizione come se fosse la sua, e prenderà su di sé la
condanna del figlio. Questo è il significato del perdono. {4}

Questo fu ciò che accadde in modo supremo con la croce, perché sulla
croce Cristo non sopportò l’attacco di una sola persona, ma di tutta
l’umanità e, invece che vendicarsi, prese su di sé la miseria, la
colpa e il castigo del mondo.

Mediante il perdono di Cristo e il suo sangue \@sparso\@ si ottiene
la redenzione, ed è così che Dio ha riconciliato con sé il mondo. In
precedenza abbiamo citato le parole di Paolo: "Iddio riconciliava con
sé il mondo in Cristo non imputando agli uomini i loro falli" #2Co
5:19. L’espressione "non imputando" significa \@perdonando\@. In
realtà, l’affermazione successiva di Paolo, secondo cui "Egli [Dio]
l’ha fatto [Cristo] esser peccato per noi, affinché noi diventassimo
giustizia di Dio in lui" #2Co 5:21, spiega cosa significa "non
imputare," vale a dire \@perdonare\@. In Cristo, infatti, Dio si
identifica pienamente con i peccatori, non imputando le iniquità a
loro, ma a se stesso. Per questo, nel perdonare Cristo divenne
peccato, e ne subì le terribili conseguenze, ossia la colpa e il
castigo "affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui" #2Co
5:21.

È evidente che il perdono non è indulgenza superficiale né tolleranza
verso il peccato, non è un perdono casuale che si può concedere senza
grandi sforzi o che non ha conseguenze. Al contrario, il dono del
perdono di Dio è estremamente prezioso perché fu pagato da Cristo,
che dovette sopportare i nostri tormenti. {5}

Inoltre, il perdono non sostituisce l’ira di Dio, anzi \@sopporta
l’ira di Dio\@; l’ira che il mondo peccatore conosce con tutta la sua
colpa e la sua condanna, e che Cristo sperimentò nella sua sofferenza
e nella morte in croce. Il perdono porta il peso del severo giudizio
di Dio contro il peccato dell’umanità.

Ricordiamo anche che il perdono non è reso possibile dalla morte di
Cristo, cioè Cristo non dovette morire per calmare l’ira di Dio
affinché quest’ultimo potesse perdonare. {6} Al contrario, nella
morte di Cristo in croce c’è il perdono perché il suo sangue fu
"sparso per la remissione dei peccati" #Mt 26:28. La remissione
implica portare il peso del giudizio divino contro un mondo
peccatore. La morte di Cristo non solo rende possibile il perdono, ma
lo rende anche reale perché nella sua morte i nostri peccati sono
perdonati e cancellati. {7}

Questo implica anche che il perdono è la via della liberazione
totale. Poiché con il perdono Cristo ha preso su di sé tutto il
peccato e il male umani, l’umanità non deve più portare questo peso.
In altre parole, il nostro peccato non appartiene più a noi perché,
pagando un prezzo infinito, Cristo lo ha preso su di sé. La nostra
colpa e la nostra condanna non incombono più su di noi perché,
pagando un prezzo infinito, Cristo ne ha subito tutte le conseguenze.
Grazie al perdono, \@Cristo si sostituisce completamente a noi, e ci
libera in modo assoluto!\@

Tuttavia, non possiamo fermarci qui senza aggiungere che la
conoscenza di questa preziosa libertà deve sicuramente suscitare
gioia e gratitudine profonde. Gesù fece \@tutto questo\@ per noi e,
con il perdono, prese su di sé la nostra colpa, patendo il castigo
fino alle profondità dell’inferno. Che amore illimitato e che grazia
meravigliosa! Rallegriamoci costantemente ed esprimiamo subito la
nostra riconoscenza, e sicuramente lo faremo per tutta l’eternità!

Passiamo ora ad alcune osservazioni conclusive circa la
riconciliazione. Prima di tutto, è importante sottolineare che Cristo
ha attuato la redenzione per i peccati di \@tutta\@ l’umanità. La
redenzione, dunque, non si limita ad alcune persone, ma è estesa al
mondo intero. Ricordiamo ancora le parole di Paolo: "Iddio
riconciliava con sé il mondo in Cristo" #2Co 5:19; e le parole di
Giovanni: "Egli è la propiziazione per i nostri peccati; e non
soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo" #1Gv
2:2. {8} L’idea di una "redenzione limitata" {9} è contraria
all’insegnamento delle Scritture, perché Cristo "è venuto nel mondo
per salvare i peccatori" #1Ti 1:15, non solo alcuni, né molti, ma
tutti. Questo, ovviamente, non allude a una salvezza universale
perché ciò che Cristo ha fatto per il mondo intero deve diventare
oggetto di fede: "Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo
unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma
abbia vita eterna" #Gv 3:16. {10} Anche se la redenzione è
illimitata, la salvezza è limitata a quelli che si convertono a Gesù
Cristo con fede.

Questo ci porta al secondo punto, che spesso è definito \@l’opera
compiuta\@ di Cristo. Riguardo a questo, affermiamo con decisione
che, con la redenzione, Gesù Cristo ha \@superato\@ la separazione e
l’abisso che divideva Dio e l’uomo. Ciò che Dio ha fatto mediante la
morte di Cristo, facendogli condividere la nostra condizione perduta,
facendogli espiare la nostra colpa e il nostro castigo e facendogli
portare il nostro peccato, è un’opera compiuta. Le ultime parole di
Gesù sulla croce, "è compiuto" {11} #Gv 19:30, proclamano il
trionfo di un’opera compiuta e di una vittoria ottenuta a cui non
possiamo aggiungere nulla perché è una redenzione oggettiva: {12}
Gesù \@ci ha riscattati, ci ha redenti e ha sconfitto Satana\@. Si
tratta di un’opera compiuta.

Terzo, è importante aggiungere che la riconciliazione che Dio ha
attuato deve essere \@accettata\@. Come abbiamo citato in precedenza,
Paolo scrive che "mentre eravamo nemici siamo stati riconciliati con
Dio mediante la morte del suo Figliuolo" (si tratta di un’opera
compiuta), e aggiunge che ora siamo stati "riconciliati" #Ro
5:10,11. Dio ha colmato il divario e ci ha riconciliati con Lui, ma
noi dobbiamo accettare la riconciliazione altrimenti, malgrado
l’opera compiuta di Dio, non potremo riconciliarci con Lui. Subito
dopo aver detto che "Iddio riconciliava con sé il mondo in Cristo"
#2Co 5:19, Paolo aggiunse: "Vi supplichiamo nel nome di Cristo:
Siate riconciliati con Dio" #2Co 5:20. Il nostro compito è quello
di accettare la riconciliazione, e questo (come abbiamo detto in
precedenza) implica fede. Mediante la fede, riceviamo ciò che Dio ha
fatto per noi in Cristo, e in Cristo, attraverso la sua meravigliosa
grazia, otteniamo una riconciliazione totale.

Concludendo il presente capitolo sulla redenzione possiamo provare
stupore, riconoscenza e gioia per ciò che Dio ha fatto, e possiamo
benissimo essere sconcertati davanti all’amore e alla grazia espressi
in Gesù Cristo, che furono talmente incommensurabili da indurlo a
soffrire e morire per un mondo peccatore, cioè per persone come voi e
come me. Non potremo mai essere abbastanza riconoscenti al Signore
per aver accettato di sopportare tutto questo, portando persino la
nostra condanna affinché fossimo salvati. Rallegriamoci insieme con
allegrezza ineffabile perché, grazie al suo grande gesto di
riconciliazione, vivremo in eterno in sua presenza!

{1} L’aggettivo \@nuovo\@ è usato in alcuni manoscritti antichi
e, alla luce di ciò che dice Paolo, credo sia opportuno
inserirlo: "Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue" #1Co
11:25; cfr. #Lu 22:20; e anche perché il Patto nel sangue
di Cristo è il "nuovo patto" #Gr 31:31 profetizzato da
Geremia e confermato in #Eb 8:8. Per capire il "nuovo patto"
si veda anche #Eb 9:15 12:24.

{2} Il termine greco è \@ekchynnomenon\@, che suggerisce una morte
violenta.

{3} Ricordate le parole di John Dryden: "Il perdono appartiene a
chi subisce il torto" (\@The Conquest of Granada\@, punto I, Atti
I, Sezione I).

{4} H. R. Machintosh scrive: "Trovate una persona che ha
sperimentato l’esperienza straziante del perdono con nobiltà e
tenerezza, perdonando un terribile torto subito da una persona
cara, e capirete il significato del Calvario meglio di tutti i
teologi del mondo" (\@The Christian Experience of
Forgiveness\@, p. 193).

{5} Per il prezzo del perdono si veda soprattutto Donald M.
Baillie, \@God was in Christ\@, "Il perché della redenzione," pp.
171-79.

{6} Dobbiamo sempre ricordare che non fu Cristo a riconciliare
Dio, ma fu Dio che, in Cristo, riconciliò l’uomo (il mondo).
L’idea che il ruolo di Cristo fu quello di cambiare
l’atteggiamento di Dio è estranea alla verità.

{7} "La remissione dei peccati …è la via attraverso cui il
potere del peccato nel mondo può essere assorbito, neutralizzato
e annullato," Leonard Hodgson, \@The Doctrine of the
Atonement\@, p. 64.

{8} Ricordate anche le parole del Vangelo di Giovanni: "Ecco
l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo" #Gv 1:29.

{9} Come, per esempio, nell’opera di L. Berkhof \@Systematic
Theology\@, "Proof for the Docrine of the Limited Atonement"
[Prove a favore della dottrina della redenzione limitata], pp.
394-99. A volte si pensa che l’espressione "per molti" ("per dar
la vita sua come prezzo di riscatto per molti"), #Mr 10:45;
("questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso
per molti"), #Mr 14:24 alluda a una redenzione limitata, ma
in realtà non dovrebbe essere interpretata in questo modo.
Riguardo al versetto #Mr 14:24, Calvino spiega che "il
termine \@molti\@ non denota solo una parte del mondo, ma
l’intera razza umana" (\@Calvin Commentaries, Harmony of Matthew,
Mark and Luke\@, p. 3.214).

{10} Il ruolo della fede nella salvezza sarà esaminato in seguito.

{11} Il termine greco è \@tetelestai\@. Senza dubbio, questa
parola pronunciata da Gesù prima della sua morte significa prima
di tutto che aveva fatto tutto ciò che occorreva per garantire
salvezza all’umanità (si noti anche che in) #Gv 19:28 (viene
usato lo stesso termine greco che troviamo nel versetto 30:
"Sapendo che ogni cosa era già compiuta"). Tuttavia, questo
termine indica anche che la morte di Cristo, che si sarebbe
verificata subito dopo, rappresenta il compimento della
redenzione.

{12} Parlando di "redenzione oggettiva" si intende ciò che Dio ha
compiuto fuori dall’uomo. La nostra partecipazione (soggettiva)
non ha nulla a che vedere con il suo compimento. Dobbiamo
ricevere ciò che Dio ha fatto, ma la nostra accettazione non fa
parte dell’azione redentrice di Dio. Alcune concezioni
"soggettive" come quelle relative alla teoria dell’"influenza
morale" di Abelardo (XII secolo) e di Bushnell (XIX secolo)
asseriscono che la redenzione non ha effetto al di fuori del
credente. Secondo loro, la redenzione è ciò che accade dentro di
noi mediante l’influenza dell’amore di Cristo. Purtroppo, però,
questa concezione priva la redenzione della sua potenza e del suo
significato (si veda l’inizio della digressione in questo
capitolo).


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