Nel passo parallelo del vangelo secondo Marco cap. 16:15-16, leggiamo:
«Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura; chi ha creduto ed è stato battezzato sarà salvato; ma chi non ha creduto sarà condannato»
Fede, ravvedimento e battesimo sono dunque tre momenti di quell’unico processo di conversione che permette ai peccatori di rinascere a nuova vita ed essere rigenerati dallo Spirito Santo.
Nel Vangelo secondo Giovanni cap. 1:12-13, troviamo scritto:
«A tutti coloro che lo hanno ricevuto, Egli (Yahushua) ha dato l’autorità di diventare figli di Eloah, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, nè da volontà di carne, nè da volontà di uomo, ma sono nati da Eloah ».
Yahushua stesso, parlando con Nicodemo, dottore della legge, ricollega questa “nuova nascita” allo Spirito Santo e all’acqua del battesimo:
«In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo (o dall’alto) non può vedere il regno di Eloah» (Vangelo secondo Giovanni 3:3).
Uno è nato di nuovo o dall’alto soltanto se è nato di acqua e di Spirito, come Yahushua precisa subito dopo:
«In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Eloah» (Vangelo secondo Giovanni 3:5).
Ecco alcuni esempi dai quali possiamo vedere come questi insegnamenti di Yahushua siano stati messi in pratica dai primi discepoli:
I primi discepoli. Nel giorno di Pentecoste a Gerusalemme, dopo la discesa dello Spirito Santo, l’apostolo Pietro si alza e rivolge alle numerose persone presenti un discorso che si conclude con queste parole: «Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che quel Yahushua che voi avete ucciso, Eloah lo ha fatto Adonay e Messiah » (Atti 2:36). I presenti udite queste parole «furono compunti nel cuore e chiesero a Pietro e agli apostoli: “Fratelli, che dobbiamo fare?” Allora Pietro disse loro: “Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Yahushua il Messiayh per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo . . . Quelli dunque che ricevettero la sua parola lietamente furono battezzati; in quel giorno furono aggiunte circa tremila persone. Essi erano perseveranti nel seguire l’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nel rompere il pane e nelle preghiere . . . E Adonay aggiungeva alla chiesa ogni giorno coloro che erano salvati» (dal libro degli Atti degli apostoli 2:37-47).
Il centurione Cornelio. Troviamo il racconto della sua conversione nel cap. 10 del libro degli Atti degli apostoli. Si trattava di un centurione della coorte, detta Italica. Era un uomo pio, timorato di Eloah, faceva molte elemosine e pregava continuamente Eloah. Adonay ascoltò le sue preghiere e fece in modo che l’apostolo Pietro si recasse a casa sua per predicargli la Buona Notizia della salvezza per mezzo di Yahushua Messiah Poiché per la prima volta il vangelo di Yahushua veniva predicato ai gentili, cioè a persone che non erano di nazionalità ebraica, avviene una manifestazione strordinaria dello Spirito Santo nella stessa maniera in cui era avvenuta qualche tempo prima a Gerusalemme nel giorno della Pentecoste, per significare che il Vangelo di Yahushua non era rivolto esclusivamente agli Ebrei, ma anche a tutte le nazioni del mondo. Di fronte a questo fenomeno, l’apostolo Pietro esclama: «Può alcuno vietare l’acqua, perché siano battezzati costoro che hanno ricevuto lo Spirito Santo proprio come noi? Così egli comandò che fossero battezzati nel nome di Adonay Yahushua » (Atti 10:47-49).
Uomini e donne di Samaria si fecero battezzare in seguito alla predicazione di Filippo che annunziava la buona novella delle cose concernenti il regno di Eloah e il nome di Yahushua. (Atti 8:12).
L’Etiope, funzionario della regina Candace dell’Etiopia. Costui stava ritornando da un pellegrinaggio che aveva fatto a Gerusalemme. Mentre, seduto sul suo carro di viaggio, stava leggendo un passo del profeta Isaia, l’Adonay gli fa incontrare Filippo che lo evangelizza annunziandogli la redenzione per mezzo di Yahushua. «E, mentre proseguivano il loro cammino, giunsero ad un luogo con dell’acqua. E l’eunuco dice: “Ecco dell’acqua, cosa mi impedisce di essere battezzato? ” E Filippo disse: “Se tu credi con tutto il cuore, lo puoi”. Ed egli rispose, dicendo: “Io credo che Yahushua il Messiyah è il Figlio di Eloah”. Allora comandò al carro di fermarsi; ed ambedue, Filippo e l’eunuco, discesero nell’acqua, ed egli lo battezzò. Quando uscirono dall’acqua, lo Spirito di Adonay rapì Filippo, e l’eunuco non lo vide più; ma proseguì il suo cammino pieno di gioia » (Atti 8:36-38).
L’apostolo Paolo dopo la sua conversione sulla via di Damasco fu battezzato (Atti 9:18). Anzi nel suo caso un discepolo di nome Anania lo sollecitò con queste parole: «Ed ora che aspetti? Alzati e sii battezzato e lavato dei tuoi peccati, invocando il nome di Adonay (Yahushua)» (Atti 22:16).
Lidia, una commerciante di porpora, della città di Tiatira, che adorava Eloah, stava ad ascoltare (la predicazione di Paolo) « E il Signore aprì il suo cuore per dare ascolto alle cose dette da Paolo». Anche lei fu battezzata (Atti 16:14-15).
Il carceriere di Filippi, rivolgendosi a Paolo e Sila, illesi dopo un forte terremoto notturno che aveva distrutto la prigione nella quale erano stati rinchiusi, chiede loro: «Signori, cosa devo fare per essere salvato? Ed essi dissero: Credi nel Signore Yahushua Mashiyach, e sarai salvato tu e la casa tua. Poi essi annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti coloro che erano in casa sua . . . E lui e tutti i suoi furono subito battezzati » (Att 16:30-33).
IL BATTESIMO E’ FATTO PER IMMERSIONE NELL’ACQUA
Nel caso dell’Etiope, si dice chiaramente che, giunti in un posto dove c’era dell’acqua, i due (Filippo e l’Etiope) discesero nell’acqua e poi, dopo il battesimo, uscirono dall’acqua. Queste espressioni sarebbero incomprensibili se il battesimo fosse fatto versando poche gocce di acqua sulla testa.
La parola di Eloah non è un’opzione che possiamo cambiare a nostro piacimento secondo la moda e la tradizione degli uomini. L’immersione e l’emersione dall’acqua hanno un preciso valore simbolico che non può essere ignorato senza snaturare il significato stesso del battesimo.
Con l’immersione il battezzando partecipa alla morte e sepoltura del Messiyah mentre con l’emersione dall’acqua condivide la sua resurrezione. Con queste parole l’apostolo Paolo descrive il simbolismo del battesimo: «Ignorate voi, che noi tutti che siamo stati battezzati in Yahushua Messiah, siamo stati battezzati nella sua morte? Noi dunque siamo stati battezzati con lui per mezzo del battesimo nella morte, affinché come Messiah è risuscitato dai morti per la gloria del Padre, così anche noi similmente camminiamo in novità di vita. Poiché, se siamo stati uniti a Messiah per una morte simile alla sua, saremo anche partecipi della sua resurrezione» (Romani 6:3-5). Se ci fosse ancora qualche dubbio sul valore simbolico attribuito dall’apostolo Paolo al battesimo, egli ripete lo stesso concetto in maniera molto più chiara nelle sue lettere ai Colossesi ed ai Galati: «Essendo stati sepolti con lui nel battesimo, in lui (Yahushua) siete anche stati risuscitati, mediante la fede nella potenza di Eloah che lo ha risuscitato dai morti» (Colossesi 2:12) «Poiché voi tutti che siete stati battezzati in Messiah, vi siete rivestiti del Messiah» (Galati 3:27). La conseguenza logica di queste parole è che se noi non siamo stati uniti a Yahushua mediante una morte simile alla sua (battesimo) non saremo neppure partecipi della sua resurrezione, in quanto non ci saremo “rivestiti” del Messiah.
Le tradizioni sono una prerogativa di tutte le epoche e di tutte le generazioni umane. Il battesimo per aspersione cattolico è una di queste. Difatti anche oggi il nostro pensiero e la nostra cultura sono influenzati dalle tradizioni che si sono stratificate nel corso dei secoli. Non sempre queste tradizioni sono negative, se si mantengono sul piano dei valori umani, ma se pretendono di sostituirsi alla Parola di Eloah, spesso ne stravolgono il significato e l’originaria purezza. Questo è avvenuto per il battesimo che nel corso dei secoli ha perso il suo valore originario come atto che esprimeva la fede e la conversione. Al suo posto troviamo invece un battesimo che acquista valore per sè stesso indipendentemente dalla volontà e dalla consapevolezza dell’interessato. Il battesimo dei bambini ne è un’evidente dimostrazione.
Dando troppa importanza e troppo peso all’atto in sè stesso si è finito per smarrire completamente il significato profondo di questo gesto che nel periodo apostolico esprimeva la volontà del credente di essere sepolto con il Messiyah per rinascere assieme a lui in una nuova dimensione di vita, non più influenzata dagli egoismi umani, ma guidata dalla volontà di Eloah.
Questa tradizione si è talmente radicata nella mentalità e nel costume odierno da rendere inconcepibile l’idea che un bambino non debba essere battezzato. Anche le menti che si ritengono più illuminate, pur riconoscendo a parole l’insensatezza di un rito che trova riscontro nella magia e l’esoterismo a cui si accompagna, soltanto in riti simili propri delle popolazioni più arretrate della terra, non riescono di fatto a sottrarsi a queste tradizioni. Si assiste pertanto al paradossale comportamento di laici incalliti e di atei dichiarati che si sottomettono a questa tradizione facendo battezzare i loro figli per l’occhio della gente.
La Parola di Eloah è talmente chiara ed inequivocabile a tal proposito da non potersi prestare in alcun modo a sostegno di questa tradizione. Sebbene numerosi teologi e studiosi della Bibbia riconoscano l’infondatezza di questa pratica che non trova alcun riscontro scritturale, la maggior parte di coloro che si ritengono discepoli, non esitano a perpetuare una tradizione umana in pieno contrasto con l’insegnamento apostolico e che vanifica completamente il piano di Eloah per la salvezza degli uomini.
Il cristianesimo storico che si manifesta nelle varie chiese e denominazioni umane, ha così fallito completamente il suo scopo e, allontanandosi sempre più dal genuino messaggio di amore e di speranza annunziato da Yahushua e dai suoi discepoli, si è perso nei meandri di un ritualismo senza alcun significato interiore: «Avendo la forma esteriore della fede, ma avendone rinnegata la potenza» (2Timoteo 3:5).
I risultati di questo tradimento della Parola di Eloah si possono constatare nella storia del nostro secolo e nelle notizie angoscianti della nostra cronaca quotidiana. In un mondo che si dichiara “credente” soltanto a parole, regnano incontrastate l’ingiustizia, la crudeltà, la miseria fisica e spirituale, la morte, la disperazione, la guerra, lo sterminio di intere popolazioni, la sofferenza dei deboli e l’indifferenza dei potenti.
Il battesimo non è “un sacramento”, ma neppure una semplice “testimonianza di fede”. Nel contesto biblico esso rappresenta qualcosa di più: è un segno prefigurante una realtà che riunisce passato, presente e futuro.
Per il passato è segno dell’unica salvezza donataci da Yahushua il Mashiyach con la sua morte. Per il presente è segno del nostro impegno e della nostra vocazione di dedicare tutta la nostra vita al servizio del vero Eloah Padre Yahuveh e del prossimo. Per il futuro è segno della nostra speranza di superamento delle logiche terrene nella storia ed oltre la storia per la potenza del Messiah risorto.
Ma questa realtà/prefigurazione di cui il battesimo è segno deve essere realizzata da una pratica che rispetti la Parola di Eloah ed il suo contenuto. Nel nostro tempo in cui il linguaggio dei segni è più che mai attuale ed è stato rivalutato dall’antropologia culturale moderna, occorre ripristinare il profondo e l’originario significato del gesto battesimale, da conferirsi solo agli adulti credenti e convertiti, non per voler rispolverare un puro rito di ordine archeologico, ma per ridonargli il profondo significato di atto che esprime la fede nel Messiyah di Eloah morto e risorto ed una prova della nostra conversione ai suoi ideali di amore di pace di fede e di speranza.