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ARGOMENTO: LA DOTTRINA DI DIO

Re: LA DOTTRINA DI DIO 08/12/2012 22:17 #6829

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Io ho posto il mio quesito, ora, alle menti più fresche delle nostre un accenno di risposta soddisfacente...

comunque, due fumi e meglio di uno... o no?



f.sco
***Membro onorario***
Ringraziano per il messaggio: stefano

Re: LA DOTTRINA DI DIO 09/12/2012 08:55 #6831

Caro Francesco, ancora una volta mi defilo dall’agone della Trinità, e rispondo per amore dell’educazione.

Riprendo un mio intervento su altro Forum evangelico innanzitutto per precisare che:

«Si cepisti, non est Deus» (se hai capito non è Dio) - Agostino d’Ippona, - se si comprendesse Dio con la nostra ragione, la nostra ragione lo com-prenderebbe, lo prenderebbe-con, lo affererebbe dominandolo ed Egli non sarebbe veramente ciò che il termine Dio suppone.

Il latino capere significa in primo luogo prendere, afferrare, occupare un posto e ha anche valenza militare nel senso di impossessarsi, conquistare.

L’esistenza di Dio è per definizione inattingibile dalla mente umana, perché in caso contrario avremmo a che fare con un oggetto finito, e non con la dimensione infinita.
La ragione può conoscere con certezza solo ciò che giunge a dominare, l’organo della fede non è la ragione, ma è il centro del sentimento, cioè il cuore, che a volte genera meraviglia, a volte entusiasmo, a volte terrore, a volte disperazione, a volte nostalgia, a volte sofferenza, ma sempre e comunque pathos.

Sono d’accordo con Heinrich Schlier: «Dio non può essere dimostrato; quando si parla di prove di Dio, ci si deve ricordare che esse vengono prodotte dentro alla riflessione di fede, per Paolo l’uomo coglie l’esistenza di Dio a partire dalla realtà creata non in base a un procedimento di ragione ma piuttosto con la globalità dell’esistenza» (Heinrich Schlier – Linee fondamentali di una teologia paolina).

Affrontiamo, nei limiti del possibile, una delle questioni principali e più importanti della dottrina della creazione: quella della contingentia mundi. Per Dio la creazione è necessaria o soltanto accidentale? Deriva dalla sostanza o dalla volontà divine? E’ eterna o temporale?

1) Il teismo cristiano si è continuamente sforzato di illustrare la creazione soltanto con l’opera del libero volere di Dio, un’opera che dipende interamente da Dio stesso ma che per Dio stesso non ha alcun significato. Per porre in evidenza la libertà, e il carattere gratuito della creazione ha così ascritto a Dio una libertà assoluta, intesa come potere illimitato di disposizione. Dio non aveva alcun bisogno di creare il mondo. Non era costretto a farlo né per motivi interni né per pressioni esterne. Dio basta a se stesso. Egli è beato in se stesso. E’ perfetto e non ha bisogno né di una propria evoluzione di tipo creativo né di una creazione. «A Lui piacque» creare un mondo per poter «compiacersi».

Anche se Dio può creare ciò che vuole, Egli crea soltanto ciò che gli è conforme. Se la Sua Essenza divina è bontà perfetta, Egli non può creare il male. La libertà del volere divino e la conformità dell’essenza divina ci vengono espresse ottimamente nel concetto di “compiacenza”. Il mondo dovrà necessariamente essere compreso come «un gioco della Sua divina compiacenza». Un Dio che crea il mondo per compiacersi ci può stare, ma lscia un residuo di dispotismo nello stesso concetto di Dio.

2) Partendo, invece, dall’essenza divina, si può affermare che la creazione è un frutto della brama divina del “Suo altro”, dal quale Egli s’attende una libera risposta all’amore divino. Nell’essenza di Dio stesso, è presente, quindi, fin dall’eternità l’idea del mondo. Non è infatti pensabile un Dio che non sia anche Creatore. Un simile Dio sarebbe imperfetto se confrontato con un Dio eternamente creatore. E se l’essere eterno di Dio è amore, allora anche l’amore divino sarà più beato nel dare che nel prendere. Dio non può essere beato nel suo eterno “egoismo” se “l’altruismo” appartiene all’essenza dell’amore. Dio è nell’eternità amore-che-si-comunica.

In Dio necessità e libertà coincidono in quanto esse sono del tutto ovvie in Lui: è ovvio che Dio ami perché non può rinnegare se stesso; è ovvio che Dio ami in libertà, perché è Dio. Nessuna difficoltà, quindi, comprendere Dio come l’amore che fin dall’eternità si comunica. In tal modo Egli non diventa “prigioniero di se stesso” ma rimane fedele a sé. Fin dall’eternità Dio non ha voluto soltanto se stesso ma anche il mondo, perché non ha voluto comunicarsi soltanto a se stesso ma anche all’latro. Per questo già nell’amore del Padre per il Figlio è contenuta l’idea del mondo…..

Non oso andare oltre, c’è gente che ha scritto migliaia di pagine sull’argomento.

Buon proseguimento a tutti.


  • joshua3
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Ultima modifica: 09/12/2012 08:57 Da joshua3.
Ringraziano per il messaggio: Giuseppe.gris

Re: LA DOTTRINA DI DIO 09/12/2012 11:04 #6832

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Caro Francesco, ancora una volta mi defilo dall’agone della Trinità, e rispondo per amore dell’educazione.


Grazie per aver sentito di dover rispondere,
e rispondere per educazione, ma non eri obbligato a rispondere...
le nostre "chiacchiere" saranno servite a qualcuno per poter avere il "quadro" della situazione sino ad oggi.



f.sco
***Membro onorario***
Ultima modifica: 09/12/2012 14:23 Da francotecnos.
Ringraziano per il messaggio: stefano
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