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ARGOMENTO: L'UMANITA' DI GESU' ,LA DEITA' DI GESU'

Re: L'UMANITA' DI GESU' ,LA DEITA' DI GESU' 23/08/2012 20:08 #5076

Silvera ha scritto:
A proposito dell'unione ipostatica. E' l'unione sostanziale delle due nature nell'unica persona di Cristo, non in maniera da essere mescolate o alterate così da formare un terzo tipo di sostanza, ma in modo da rimanere ciascuna con i propri attributi, però unite nell'unica persona di Cristo che pensava e agiva come unità.
Se si evita di spingere all'eccesso la distinzione tra natura e persona, questa spiegazione sembra essere la più vicina al concetto scritturale. Le Scritture, infatti, presentano un Cristo che è contemporaneamente Dio e uomo; questa posizione deve essere sostenuta contrariamente alle mezze verità, ma senza voler entrare troppo in particolari minuziosi, rischiando di cadere magari in affermazioni equivoche e lontane dall'essenziale e sufficiente rivelazione biblica. L'esatta dottrina biblica è quella sostenuta, appunto, da Attanasio (296-373 d.C.) con le seguenti parole: "...la giusta fede che noi crediamo e confessiamo è che il Nostro Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio, è Dio uomo...perfetto Dio e perfetto uomo, di anima razionale e carne umana sostanziale...Il quale, benchè Egli è Dio e uomo, non è due nature ma un Cristo. Uno non per la conversione della divinità nella carne, ma poichè ha portato la nostra umanità in Dio. Uno insieme non per confusione di sostanza, ma per unità di persona, perchè come l'anima razionale e la carne formano un uomo, così Dio e uomo sono Un Cristo" Il Signore Gesù, quindi era completo nella Sua divinità e completo nella Sua umanità, vero Dio e vero uomo "dotato" di due nature senza confusione, senza mutamento, senza divisione, senza separazione.


!!!
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Re: L'UMANITA' DI GESU' ,LA DEITA' DI GESU' 28/12/2012 14:49 #7038

INVOCAZIONE E ADORAZIONE

PRIMA PARTE:

Per la Scrittura giudaico-cristiana l’invocazione e l’adorazione spettano solo a Dio.

INVOCARE: chiamare, pregare, implorare, scongiurare, supplicare, rivolgersi a qualcuno, appellarsi a qualcuno, sollecitare, chiamare a sostegno. Nell’AT in campo religioso era legittimo invocare solo DIO e i suoi nomi.

Ma! Nel NT era un’ovvietà per gli scrittori biblici e per le persone, che parlano nei loro libri, di invocare il nome di Gesù.

■ Stefano disse: «Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio» (At 7,56). «E lapidavano Stefano, che invocava Gesù, e diceva: “Signore Gesù, ricevi il mio spirito”» (At 7,59).

■ «Poi, postosi in ginocchio, gridò ad alta voce: “Signore, non imputar loro questo peccato”. E detto questo, si addormentò» (At 7,60).

■ E il Signore a lui: «Àlzati, va' nella strada chiamata Diritta, e cerca in casa di Giuda uno di Tarso chiamato Saulo; poiché ecco, egli è in preghiera, e ha visto in visione un uomo, chiamato Anania, entrare e imporgli le mani perché ricuperi la vista». Ma Anania rispose: «Signore, ho sentito dire da molti di quest'uomo quanto male abbia fatto ai tuoi santi in Gerusalemme. E qui ha ricevuto autorità dai capi dei sacerdoti per incatenare tutti coloro che invocano il tuo nome» (At 9,11-14).

■ Tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto qua con lo scopo di condurli incatenati ai capi dei sacerdoti?» (At 9,21).

■ E ora, perché indugi? Àlzati, sii battezzato e lavato dei tuoi peccati, invocando il suo nome". (At 22,16). ἐπικαλεσάμενος - epikalesamenos

■ «Chiunque avrà invocato il nome del Signore, sarà salvato. Come dunque invocheranno colui, nel quale non hanno creduto?...» (Rm 10,13s);

ADORARE: Per adorazione si intende solitamente, in ambito religioso, l'atto di pregare, magnificare, lodare, omaggiare, esprimere devozione nei confronti di un'entità soprannaturale e trascendente, solitamente una divinità. Rappresenta il "cuore" di qualsiasi culto, trattandosi di un elemento fondamentale comune a tutte le religioni del mondo.(1)

● Ebr. Vari termini: inchinarsi, servire, temere, rivolgersi con timore; greco: proskyneîn, sebàzesthai. L’adorazione è la disposizione dell’uomo che riconosce la sua totale dipendenza davanti a Dio….l’adorazione è naturalmente dovuta soltanto a Dio (Es 34,14; Dt 5,9; 6,13).Nel NT anche Gesù Cristo è oggetto di adorazione, prima e dopo la resurrezione.(2)

a) La Bibbia è assolutamente chiara sul fatto che dobbiamo adorare soltanto Dio. Nella Bibbia, gli unici esempi di qualcun altro che non sia Dio a ricevere adorazione sono i falsi dèi, che sono Satana e i suoi demòni. Tutti i seguaci del Signore Iddio rifiutano l’adorazione. Pietro e gli apostoli rifiutarono di essere adorati (Atti 10:25-26; 14:13-14). Gli angeli santi rifiutano di essere adorati (Apocalisse 19:10; 22:9). La risposta è sempre la stessa: "Adora Dio!".

b) Dobbiamo adorare soltanto Dio. La gloria, la lode e l’onore appartengono soltanto a Dio. Solo Dio è degno "...di ricevere la gloria, l’onore e la potenza..." (Apocalisse 4:11). Soltanto Dio è degno di ricevere il nostro culto, la nostra adorazione e la nostra lode (Neemia 9:6; Apocalisse 15:4).

Lo stesso Gesù, nel Vangelo di Matteo, rispondendo a Satana afferma:

Gegraptai gar Kyrion ton theon sou proskynēseis kai autō monō latreuseis
adorerai il Signore Dio tuo e a lui solo renderai il culto
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Re: L'UMANITA' DI GESU' ,LA DEITA' DI GESU' 28/12/2012 14:58 #7040

INVOCAZIONE E ADORAZIONE

SECONDA PARTE

Proskỳnēsis:

● Termine greco che indica l’atto e l’usanza di adorare mediante la prostrazione davanti alla sovranità e al sovrano. Era usanza diffusa nelle antiche corti orientali, dove il monarca si riteneva di origine divina; Alessandro Magno cercò d’introdurla nella propria corte, trovando però forti resistenze. (A)

● Il termine (dal latino adoratio, calco a sua volta del greco proskynēsis)….nella religione biblica, il gesto dell’A.T. viene sempre più inteso come l’atto caratteristico di venerazione e di omaggio che l’uomo deve a Dio, date la sua santità e trascendenza assolute. (B)

● Proskyneō: adorare, rendere omaggio.(C)

Gesù parlando dell’adorazione a Dio usa proskynēsis. Vediamo, però, che nel NT il termine greco che indica l’adorazione legittima a Dio è usato anche e solo (senza incorrere in peccato) per Gesù, essa è esclusiva di Dio e Gesù, nessun altro uomo è oggetto di adorazione!!!

1) In Atti 10, 25 Cornelio voleva adorare (prosekynēsen) Pietro, ma questi glielo vieta.

2) In Apocalisse 2, 8-9 è scritto: Io, Giovanni, sono quello che ha udito e visto queste cose. E, dopo averle viste e udite, mi prostrai ai piedi dell'angelo che me le aveva mostrate, per adorarlo (proskynēsai). Ma egli mi disse: «Guàrdati dal farlo; io sono un servo come te e come i tuoi fratelli, i profeti, e come quelli che custodiscono le parole di questo libro. Adora (proskynēson) Dio!»

Nel NT l’adorazione, che spetta solo a Dio, è rivolta anche a Gesù, anche nella preghiera e nell’adorazione dei fedeli, il Padre e il Figlio condividono gli stessi attributi divini.


1) Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono (prosekynēsan); e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra. (Matteo 2,11);

2) Allora quelli che erano nella barca lo adorarono (prosekynēsan), dicendo: «Veramente tu sei Figlio di Dio!» (Mat 14,33);

3) Quand'ecco, Gesù si fece loro incontro, dicendo: «Vi saluto!» Ed esse, avvicinatesi, gli strinsero i piedi e l'adorarono (prosekynēsan). (Mat 28,9);

4) E, vedutolo, l'adorarono (prosekynēsan); alcuni però dubitarono. (Mat 28,17);

5) «E quando [l’Agnello] ebbe preso il libro………13E tutte le creature che sono nel cielo e sulla terra e sotto la terra e sul mare e tutte le cose che sono in essi, le udii che dicevano: “A Colui che siede sul trono e all’Agnello siano la benedizione e l’onore e la gloria e l’imperio, nei secoli dei secoli”.
14E le quattro creature viventi dicevano: “Amen!”. E gli anziani si prostrarono e adorarono (prosekynēsan)» (Ap 5,8-14).

1) Wikipedia;
2) Dizionario Biblico Claudiana;

A) Enciclopedia Treccani;
b) Enciclopedia di Repubblica.
C) DENT: Dizionario esegetico del Nuovo Testamento, PAIDEIA Editrice
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Re: L'UMANITA' DI GESU' ,LA DEITA' DI GESU' 28/12/2012 15:08 #7041

INVOCAZIONE E ADORAZIONE

TERZA E ULTIMA PARTE: APOCALISSE 5,8-14

Per l'approfondimento del termine: DENT, DIZIONARIO ESEGETICO DEL NUOVO TESTAMENTO:

Proskyneō: adorare, rendere omaggio
Nel NT ricorre 60 volte, di cui 13 in Mt, 2 in Mc, 3 in Lc, 11 in Gv, 4 negli Atti, 1 in ICor, 2 in Ebr e 24 nell’Apocalisse.

In Apocalisse l’uso di Proskyneō ha due punti centrali: l’adorazione di Dio e dell’Agnello nella liturgia celeste (4,10; 5,14; 7,11; 11,16; 19,4) e l’adorazione del drago, della «bestia che sale su dal mare» e della sua immagine sulla terra (13,4 bis 8.12.15; 19,20, cfr 20,4), adorazione che viene tratteggiata come caricatura della liturgia celeste (cfr. 13,1-8 con 5,6-14). Il culto contrario a Dio porta alla perdizione (14,9.11; 16,2; 19,19-21), il suo rifiuto alla vita (20,4). Soltanto l’adorazione di Dio garantisce la salvezza nel suo giudizio (14,7). Quando alla fine tutti i popoli adoreranno il Dio vittorioso (15,4), il culto celeste si estenderà alla nuova creazione. L’adorazione è riservata a Dio e all’Agnello. Perciò gli angeli rifiutano l’adorazione (19,10b; 22,. Soltanto gli empi si prostrano davanti a demoni e a idoli (9,20). Una posizione speciale assume 3,9. il Signore risorto promette alla comunità di Filadelfia che farà venire gli avversari di lei perché la si prostrino davanti, facendo capire loro che egli stesso, il Signore, sta dietro a questa comunità, proskyneō implica dunque il senso dell’omaggio prestato a uomini, in considerazione dl Cristo che sta dietro di essi. 3,11 fa pensare che questo smascheramento dei nemici avverrà al ritorno di Cristo. In Ebr 1,6 (citazione di Deut. 32,43 LXX) si pone in risalto la posizione dl Figlio di Dio al di sopra di tutte le creature. Adorandolo, gli angeli gli tributano un onore divino.

Nuovo nel NT è il fatto che accanto a Dio come destinatario della proskynesis adorante sta ora in primo luogo il Cristo innalzato (come risulta in modo particolarmente chiaro, ad es., in Ap 5,13; Lc 24,52.

Approfondimento del passo in oggetto:

«E quando [l’Agnello] ebbe preso il libro………13E tutte le creature che sono nel cielo e sulla terra e sotto la terra e sul mare e tutte le cose che sono in essi, le udii che dicevano: “A Colui che siede sul trono e all’Agnello siano la benedizione e l’onore e la gloria e l’imperio, nei secoli dei secoli”.
14E le quattro creature viventi dicevano: “Amen!”. E gli anziani si prostrarono e adorarono (prosekynēsan)» (Ap 5,8-14).


La dossologia si rivolge insieme a Dio e al’agnello, indicando, al termine della liturgia dei capitoli 4 e 5, che appunto questo è il messaggio centrale della celebrazione. Le due parti di essa hanno in comune il tema dell’axiōsis nei cantici di Ap 4,11 da una parte e di 5,9-10 e 5,12 dall’altra, anche se il primo celebra ciò che ha fatto Dio nella creazione e invece i secondi ciò che il Cristo ha fatto nella redenzione e ciò che farà per rivelare il messaggio del rotolo sigillato.
Si noti l’intero movimento della liturgia, che inizia celebrando il Dio creatore per terminare nella lode del Dio redentore in Gesù Cristo..

I precisi riferimenti all’opera redentrice dell’Agnello sono ripresi anche nel cantico degli angeli, che, in numero sterminato, prolungano la celebrazione della sua axiōsis. Ciò di cui qui l’Agnello è degno non è quello che farà, come era nel canto dei viventi e dei vegliardi (v.9), ma ciò che è giusto gli sia offerto in omaggio, come nel canto rivolto a Dio in Ap 4,11. là Dio era riconosciuto degno di un triplice omaggio (gloria, onore e potenza) e qui, in 5,12, l’Agnello è riconosciuto degno di un omaggio settuplice: i primi quattro omaggi riconoscono quello che l’Agnello è o possiede (potenza, ricchezza, sapienza, forza), mentre gli ultimi tre dicono dicono ciò che a Lui devono i redenti (onore, gloria e benedizione).

Probabilmente non hanno particolare significato né la quantità degli omaggi – quasi che l’Agnello potesse essere degno di un omaggio più grande che non Dio -, né l’ordine di successione (la dynamis, ad esempio, in 4,11 è all’ultimo posto e in 5,12 al primo), né il valore semantico di ognuno dei vari omaggi. Sono piuttosto i numeri degli omaggi, ternario in 4,11 e settenario in 5,12, a parlare di perfezione e di totalità, secondo schemi stilistico-numerici di Giovanni autore dell’Apocalisse.

Dopo il canto della corte divina e dopo quello degli angeli, il terzo canto è il canto universale che le creature di tutte le zone dl cosmo alzano sia al Sovrano universale assiso sul trono, sia all’Agnello.

Questa volta l’omaggio è quadruplice e, come nel precedente cantico, benedizione, onore e gloria sono ciò che deve salire a Dio e all’Agnello da parte delle creature, mentre il potere è ciò che loro appartiene e che le creature devono riconoscere e celebrare. L’estensione a tutte le creature, l’abbinamento a Dio e dell’Agnello quali destinatari degli omaggi (Io e il Padre siamo uno) e la formula «per i secoli dei secoli» che segue i quattro termini, fanno capire al lettore che il culto ha raggiunto il suo apice e va verso la conclusione.

CONCLUSIONE:

Di fatto, seguono poi soltanto l’Amen dei viventi, con il quale essi danno loro assenso al canto universale, e la prostrazione e adorazione dei Vegliardi, così che tutto il culto si spegne nel loro silenzioso gesto di adorazione a Cristo e a Dio..
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Ultima modifica: 28/12/2012 15:10 Da joshua3.
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