Il ragionamento col quale viene avvalorato questo consiglio: Poiché anche la nostra pasqua, ossia Cristo, è stata immolata. 1Co 5:7 Questa è la grande dottrina del Vangelo.
I giudei, dopo avere ucciso l’agnello pasquale, celebravano la festa con pani azzimi. Anche noi dobbiamo fare lo stesso, non per sette giorni soltanto, ma sempre. Dovremmo morire al peccato insieme al nostro Salvatore, assomigliare a lui nella sua morte, mortificando il peccato. Poi, in similitudine alla sua resurrezione, dovemmo rinascere a novità di vita interiore ed esteriore. Noi dobbiamo avere cuori nuovi e una vita nuova. Notiamo: l’intera vita del Cristiano dovrebbe essere una festa celebrata con pani azzimi. Il suo comportamento ordinario e le sue pratiche di vita devono essere verso la santificazione .
Egli deve purificarsi dal vecchio lievito e celebrare la festa con gli azzimi della sincerità e della verità. Nella sua condotta davanti a Dio e davanti all’uomo, deve essere senza macchia. E più saremo sinceri nella nostra professione di fede, meno avremo da criticare quella degli altri. Notiamo: fra tutte, il sacrificio del nostro Redentore è la più grande motivazione che spinge un cuore toccato dalla grazia verso la purezza e la sincerità. Quale onesto interesse egli dimostrò per il nostro bene, quando morì per noi! Al tempo stesso, la sua morte fu una terribile prova della disgustosa natura del peccato e dell’ira di Dio contro di esso! Male abominevole, quello che non poteva essere espiato se non con il sangue del Figlio di Dio! Potrebbe un Cristiano amare l’assassino del suo Signore? (il vecchio lievito)
Vecchia natura peccaminosa, ben disposta al vanto , essa sembra essere il vecchio lievito.