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ARGOMENTO: CRISTO NELL'ANTICO TESTAMENTO

CRISTO NELL'ANTICO TESTAMENTO 08/04/2013 19:42 #8104

Cristo nell’Antico Testamento.

Il termine mashiach, da cui deriva la parola messia, ricorre nell’AT tutto sommato poche volte (38 volte), e soprattutto nel Libro dei Salmi e nei libri di Samuele, i libri riguardanti Davide. L’espressione più comune è: «il mashiach di Yhwh, del Signore» la traduzione greca ha tradotto l’ebraico mashiach con un participio passivo che vuol dire «colui che è stato consacrato», perché il verbo massiach significa «consacrare», «ungere con olio sacro». In greco consacrare, ungere si dice chrio, donde christόs participio passivo maschile: è la parola «cristo» è già presente nell’AT.

Ci sono tre figure di consacrati: re, sacerdoti e profeti. Nel giudaismo avrà particolare valore anche il messia sacerdote, ma ci sono altri modelli di messia che portano altri nomi, diversi da «unto», «consacrato», uno di essi è molto caro a Gesù, è il titolo con cui il Signore chiamava se steso in terza persona: «Figlio dell'uomo».

Analizzando, per chi vuole, l'argomento in oggetto, a cui sono tutti invitati a partecipare, in che senso Gesù è:

● Re;
● Sacerdote;
● Profeta.
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Re: CRISTO NELL'ANTICO TESTAMENTO 08/04/2013 22:22 #8105

Una risposta semplice ma nello stesso tempo apripista alla nuova discussione.



IL RE

Mentre i Giudei aspettavano un Messia politico che li liberasse dalla dominazione romana, Cristo annunciava un regno eterno del quale Egli è sovrano assoluto. Gesù è il Re, e il Governatore della vita di ogni credente e della Chiesa.....è anche il mio sovrano e io non poso dire altro oltre che sono onorato ad essere suo suddito.


IL SACERDOTE
Se il Sommo Sacerdote offriva olocausti per i peccati del popolo, Gesù ci conduce ora alla presenza di Dio, ed è Egli stesso olocausto per l'espiazione del peccato dell'umanità. La morte di Cristo, sostituisce "una volta e sempre" i sacrifici dei Leviti. Ora Gesù è "I'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo". E noi, indegni peccatori possiamo così presentarci a Dio, per i meriti di Cristo e gridare: "Abba, Padre".


IL PROFETA

Gesù non è un profeta, ma il profeta. Egli è il profeta che Dio annuncia a Mosè: "lo susciterò loro un profeta come te... e porrò le mie parole nella sua bocca" (1). Come il profeta annunciava i messaggi di Dio, così Cristo è venuto per proclamare il messaggio per eccellenza: l'annuncio dell'Evangelo, la salvezza come proposta dell'amore di Dio.

Gloria a Dio per il nostro Gesù che è tutto per noi.


Grazie Ciro per aver posto questo argomento, il quale altro non è che l'argomento della nostra salvezza già chiaramente visibile nell'Antico Testamento
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Re: CRISTO NELL'ANTICO TESTAMENTO 09/04/2013 15:19 #8108

Il RE.


Is 9:6 (9-5) Poiché un fanciullo ci è nato, un fanciullo ci è stato dato, e l’imperio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre Eterno, Principe della Pace,
Is 9:7 (9-6) per dare incremento all’impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora in perpetuo: questo farà lo zelo dell’Eterno degli eserciti.


Lu 1:32 Questi sarà grande, e sarà chiamato Figliuol dell’Altissimo, e il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo padre,
Lu 1:33 ed egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine.



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Re: CRISTO NELL'ANTICO TESTAMENTO 09/04/2013 16:19 #8109

Grazie Stefano, procedendo per gradi e continuando il discorso sul messia e sul messianismo vorrei citare un passo del libro, apocrifo, di Enoch:

«il figlio dell’uomo fu nominato presso il Signore prima che fosse creato il sole, gli astri e le stelle del cielo. Egli sarà il bastone dei santi e dei giusti. Egli sarà la luce dei popoli, egli sarà speranza per tutti coloro che soffrono nel loro animo. Tutti quelli che vivono sulla terra si prosteranno dinanzi a lui, inneggiando per lui al nome del Signore».


L’anonimo autore del III sec. A.C. costruisce, ammiccando ai testi Anticotestamentari, uno dei tanti gloriosi ritratti messianici che partono, come anche qui vediamo quasi sempre da figure concrete e precise: il re, il profeta, il sacerdote oppure il figlio dell’uomo.

Ricordiamo che il messianismo non è una categoria solo religiosa, con Marx, per esempio, la tipologia messianica appare propria dell’uomo in genere. Il filosofo marxista Ernest Bloch diceva: «il principio speranza è l’anima del messianismo». La speranza messianica biblica invece è trascendente, è una speranza che viene immessa nella storia dall’alto, dall’esterno, è l’attesa che è dentro di noi.

Il messianismo altro non è che il contrappunto eterno nella religione cristiana tra grazia e fede. Senza l’epifania di Dio, senza il dono del Messia, noi resteremmo soli e solitari. Senza la nostra risposta la grazia resterebbe sospesa. Grazia e fede si devono abbracciare, si devono incontrare. Nel Messia Gesù c’è la verticalità assoluta di Dio e l’orizzontalità della nostra, caduca, realtà umana. Questa prospettiva del messianismo come incrocio tra divino e umano (la figura del Cristo è la rappresentazione perfetta di questo incrocio) può essere espressa con le seguenti parole (tra virgolette) del filosofo Wittgenstein:

«Io ho voluto indagare i contorni di un’isola», l’uomo (e il messia dell’AT è un uomo concreto e limitato) è un’isola limitata e finita, ma in Gesù di Nazaret s’addensano le onde dell’infinita promessa di Dio, attorno alla pelle del Cristo c’è ormai la luce della sua maestà divina, «Ho indagato i contorni di un’isola, ma ciò che io devo scoprire sono i confini dell’oceano».


Dominus noster Iesus Christus, Deus unigenitus, primogenitus totius creationis.
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Re: CRISTO NELL'ANTICO TESTAMENTO 10/04/2013 13:50 #8111

stefano ha scritto:
Il RE.


Is 9:6 (9-5) Poiché un fanciullo ci è nato, un fanciullo ci è stato dato, e l’imperio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre Eterno, Principe della Pace,
Is 9:7 (9-6) per dare incremento all’impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora in perpetuo: questo farà lo zelo dell’Eterno degli eserciti.


Lu 1:32 Questi sarà grande, e sarà chiamato Figliuol dell’Altissimo, e il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo padre,
Lu 1:33 ed egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine.





Molti teologi cattolici e protestanti nel XX secolo, nel tentativo di stemperare le tensioni (sociali e teologiche) con l’Ebraismo, hanno formulato metodi interpretativi – dell’Antico Testamento – che potessero indicare una nuova via: le profezie dell’AT che riguardavano il futuro Messia, in realtà riguardavano Israele, il celebre Canto del Servo di Isaia, per esempio, non si riferiva a Gesù ma ad Israele, sono stati poi gli autori del Nuovo Testamento ad adattare i diversi passi messianici e profetici a Gesù.

Non sono d’accordo, pur rispettando l’Ebraismo, con questa impostazione, senza entrare nel merito di una discussione troppo complessa, cito, solo, tre passi significativi a sostegno dell’interpretazione cristiana dell’AT:

1) «E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano» Lc 24;

2) «E noi vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta ai padri si è compiuta, poiché Dio l'ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo:Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato» Atti 13, 32-33;

3) «Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l'ho ricevuto anch'io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; che apparve a Cefa, poi ai dodici». 1Cor 15,3-5.

Io, ci tengo (per correttezza) a specificarlo, seguo un’interpretazione cristiana, il Messia è Gesù, per me non ce ne sono altri.

Ce lo vedete, Gesù, secondo l'impostazione di questi Biblisti cattolici e protestanti(anche di livello mondiale), a dire ai suoi discepoli: Giovanni, Pietro, Andrea ecc. ecc. ascoltatemi (secondo Luca 24) vedete tutti questi passi della Scrittura? Bene, sono stato scritti per Israele e per i personaggi storici di quell'epoca, però da questo momento in poi applicateli a me. Assurdo.

A proposito dell'intervento di Stefano in quote, c’è un preciso gruppo di descrizioni della salvezza che hanno avuto un ruolo particolare nel rapporto fra l’Antico Testamento e il Cristo fin dai tempi della cristianità primitiva: Is 4,2-6; 9,1-6; 11,1-9; 16,5; 32,1-8; Ger 17,24-27; 23,5; 30,9-21; 33,17; Ez. 17,22-24; 34,23; 37,22-25; Os. 3,4; Am.9,11; Mich 4,8; 5,1-3; Zac 9,9 ss.). la salvezza di un tempo futuro è vista in esse come proveniente da un re dell’éra della salvezza o da un re salvatore; egli è discendente dell’antica casa di Davide, sarà un re pio e giusto, il suo regno sarà un regno pace; anche gli animali vivranno in pace e per lui il paese sarà benedetto (Is. 11,1-10).

Se queste promesse messianiche sono entrate nella chiesa cristiana ciò è dovuto ad un aspetto importante comune a tutte. In questi passi non si dice mai a proposito del futuro re salvatore che egli abbia conquistato il suo regno o che sia diventato re mediante un atto storico; egli diventa re per nascita e la proclamazione della sua nascita significa già l’inizio del tempo della salvezza (Is 9,1-6). La nascita del Messia, cioè del re salvatore è l’inizio del tempo nuovo.

Le promesse messianiche hanno avuto una grande importanza per la cristianità primitiva e per il Nuovo Testamento, prima di tutto perché Gesù di Nazaret ricevette come principale titolo di sovranità il titolo di Cristo=Messia=l’Unto. Poiché Gesù era il Cristo, le promesse messianiche furono considerate come le più dirette e le più chiare promesse riguardanti il Cristo.


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Re: CRISTO NELL'ANTICO TESTAMENTO 10/04/2013 22:43 #8118

Ciro permettimi anche di citare il grande desiderio di alcuni del Cristo nel vecchio testamento......


Giobbe 9:33
Non c'è fra noi due un arbitro che ponga la mano su noi due.

Vi invito a leggere il contesto intero del passo scritturale, noteremo come Giobbe desidera quello che oggi noi abbiamo ereditato dalla grazia di Dio... Gesù il collegamento meraviglioso tra Dio e noi.




Isaia 64:1
Oh! fendessi tu pure i cieli, e scendessi, sì che i monti colassero per la tua presenza!
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Re: CRISTO NELL'ANTICO TESTAMENTO 11/04/2013 21:39 #8130

Non c'è migliore insegnante sulla questione di Gesù trà le pagine dell'Antico Testamento, se non gli insegnamenti del nostro stesso Signore Gesù.

Fu Lui a dichiarare in Giovanni 5:39, "Voi [Giudei] investigate le Scritture [che all'epoca erano i 39 libri del Tanak/Antico Testamento].... Esse son quelle che rendono testimonianza di me".

Quest'affermazione dovrebbe già chiudere la questione. ( la questione è come mai i semiti a cui la bibbia parlava semita "a detta di qualcuno" non intesero affatto?)

Ancora più noto (come già scritto in precedenza da Ciro) è il momento in cui Gesù riprese Cleopa, insieme ad un altro discepolo non nominato, mentre camminavano sulla strada per Emmaus, dicendo, "«O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?» E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, [Gesù] spiegò loro in tutte le Scritture [ossia l'Antico Testamento] le cose che lo riguardavano" (Luca 24:25-27).
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Re: CRISTO NELL'ANTICO TESTAMENTO 21/04/2013 09:25 #8197

Chi è il Servo del Signore? Gli studiosi hanno fatto un’infinità di ipotesi. Alcuni sono convinti che il profeta si riferisca in modo allusivo a una figura particolarmente gloriosa della storia di Israele: alcuni hanno pensato a Mosè, altri a Giobbe, altri al re Giosia, il re giusto deceduto nella battaglia contro il Faraone Necao, altri hanno pensato a Geremia, altri al profeta stesso che scrive, altri a Zorobabele che guidò il ritorno dalla schiavitù di Babilnia. Altri pensano al «Resto d’Israele».

C’è comunque una tradizione giudaica che ha visto nel Servo del Signore il Messia. Ne abbiamo esplicita notizia nel Targum.

Dopo l’esilio gli Ebrei cominciarono a parlare l’aramaico e le conoscenze dell’ebraico diminuirono: l’ebraico delle Scritture lo comprenedevano ma rimaneva una certa oscurità, magari riuscivano a ricomporre la trama generale, ma non il testo parola per parola. Sorse allora la necessità di tradurre le Scritture nella lingua aramaica parlata. Nacquero appunto i Targumin, le «Traduzioni».

Il Targum nel tradurre il quarto carme del Servo di Isaia lo applica al Messia. Mentre in ebraico abbiamo:

«Ecco, il mio Servo avrà successo»,


nel Targum si traduce:

«Ecco, il mio Servo, il Messia, avrà successo».


La visione del Messia, tuttavia, a differenza della visione cristiana avviene solo per gli elementi gloriosi.

E i foristi cosa pensano del Servo, chi è?
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Re: CRISTO NELL'ANTICO TESTAMENTO 22/04/2013 22:56 #8210

“Il Signore mi ha chiamato fin dal seno materno, ha pronunziato il mio nome fin dal grembo di mia
madre” (Is 49:1).
Chi è il servo che qui sta parlando, il popolo o il Messia? Il seguito sembrerebbe dare una
risposta:
“Egli ha reso la mia bocca come una spada tagliente, mi ha nascosto nell’ombra della sua mano; ha
fatto di me una freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra, e mi ha detto: «Tu sei il mio servo,
Israele, per mezzo di te io manifesterò la mia gloria».” (Is 49:2-3).
Il servo dunque sembrerebbe essere il popolo d’Israele. Poco dopo questo servo
dice:
“Ora parla il Signore che mi ha formato fin dal seno materno per essere suo servo, per ricondurgli
Giacobbe, per raccogliere intorno a lui Israele” (Is 49:5).

Come può Israele raccogliere Israele e ricondurlo a Dio? E’ chiaro allora che qui si parla
della persona del Messia, che da una parte è talmente identificato con il popolo da essere chiamato
da Dio “Israele” e dall’altra è così intimamente legato al Signore da accettare il compito di riportare
a Lui il popolo disubbidiente.
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Re: CRISTO NELL'ANTICO TESTAMENTO 26/04/2013 04:32 #8237

Con Geremia, la sofferenza diventa parte integrante del ministero profetico. Le la tentazioni per il suo inumano compito si trovano solo in questo profeta e nel Servo di Dio di Isaia.
Tuttavia vi è una differenza importante: Geremia non riesce ancora a scorgere alcun senso positivo nelle sofferenze impostegli dalla sua missione; la sofferenza del Servo di Dio che espia al posto di altri, è qualcosa di completamente nuovo che prima no si era ancora presentato in questi termini. E’ evidente che la storia della profezia sotto questo aspetto della sofferenza dell’inviato di Dio al suo popolo, ha un punto terminale che ha poi trovato in Gesù Cristo la sua realizzazione storica.


Giovanni Battista è l’ultimo dei profeti dell’AT, ed è proprio lui, uno dei personaggi più seguiti e stimati dal Giudaismo, ad annunciare la differenza tra i profeti ed il profeta-messia, egli dice: «Io vi battezzo con acqua, in vista del ravvedimento; ma colui che viene dopo di me è più forte di me, e io non sono degno di portargli i calzari; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco. Egli ha il suo ventilabro in mano, ripulirà interamente la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con fuoco inestinguibile». Il battesimo del Battista è un rito esterno, di purificazione, il Battesimo di Gesù è qualcosa di straordinario, è un rito dalla dimensione escatologica. La formula Padre, Figlio e Spirito Santo conferisce al rito battesimale cristiano, non solo una piena comunione con i Tre, ma una nuova nascita del credente ed il suo ingresso in una vita segnata dalla presenza del Signore risorto.

Giovanni usa per Gesù, però, anche un altro appellativo: quello di Agnello di Dio che toglie il peccato dal mondo, ovviamente il riferimento del Battista è al Servo di Dio e alla Pasqua ebraica.

Il cristianesimo è una religione diversa da tutte le altre, perché in tutte le altre c’è un Dio che viene cercato dagli uomini, mentre nel Cristianesimo è Dio che, avendo creato gli uomini, li cerca e soprattutto li vuole salvare. E pur di salvarli decide, addirittura, che il Figlio unigenito si faccia uomo per annunciare loro il suo messaggio di verità, giustizia, libertà, di pace, di fede, speranza, amore fraterno senza limiti che tutto dona e nulla chiede; prende su di sé i loro peccati e immola volontariamente la sua vita per la loro salvezza sul Calvario, soffrendo “come” il Servo, “da” Servo, e lasciandosi inchiodare sullo strumento di morte usato per i malfattori: la Croce.
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