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ARGOMENTO: Canone biblico

Canone biblico 13/11/2016 17:40 #11823

Mi stò chiedendo da alcuni giorni, se è vero che i capitoli 7,8,9 di Giovanni, parlo principalmente della frase di Gesù: chi non ha peccato scagli la prima pietra. Sia un aggiunta dei traduttori o una frase e capitoli che risultano essere presenti anche nei testi più antichi?

Un ringraziamento a chi saprà rispondere, perché io non ho trovato alcuna informazione a riguardo, ma un noto programma molto quotato, lo ha dato come notizia certa, parlo del programma F....i misteri della Bibbia, 1 episodio, ora rimosso.
Supporto forum
Ringraziano per il messaggio: francesco/2

Re: Canone biblico 20/11/2016 01:17 #11825

Pericope dell'adultera

Tiziano, Cristo e l'adultera (1512/1515, Kunsthistorisches Museum, Vienna)
La Pericope dell'adultera (popolarmente detta episodio di Gesù e l'adultera) è un passo del Vangelo secondo Giovanni (8,1-11) in cui una donna colta in adulterio è portata dinanzi a Gesù da scribi e Farisei per conoscere il suo parere circa la sua condanna a lapidazione. Si tratta dell'episodio da cui ha origine il detto «Chi è senza peccato, scagli la prima pietra».

Il brano non compare nei manoscritti più antichi e affidabili del Vangelo secondo Giovanni e questo ha portato la quasi unanimità della critica moderna a non riconoscerlo come facente parte del testo originale di Giovanni.[1][2] La pericope

« non presenta infatti il caratteristico stile giovanneo e rompe i discorsi tenuti da Gesù durante la festa delle capanne. Lo stile e la sensibilità che presenta la farebbero avvicinare a Luca (in alcuni codici importanti viene infatti inserita subito dopo Luca 21,28, anche se non sembra sia sua (Becker). »
(Giuseppe Segalla, Introduzione al Vangelo di Giovanni, in La Bibbia. nuovissima versione dai testi originali, Edizioni San Paolo, 1991, p. 641.)
Lo stesso Segalla afferma che "sulla storicità la risposta è in genere positiva: l'episodio corrisponde perfettamente alla persona di Gesù come la conosciamo dai sinottici; infatti questo racconto ha i caratteri della tradizione sinottica" (p. 642).

Indice
Critica testuale Modifica

Questa pericope non è presente nel suo posto canonico in nessuno dei più antichi manoscritti evangelici in greco conservatisi; né nei due papiri del III secolo che contengono il Vangelo secondo Giovanni (
p
\mathfrak{p}66 e
p
\mathfrak{p}75), né nei due codici risalenti al IV secolo, il Codex Sinaiticus e il Codex Vaticanus. Il manoscritto greco più antico che contiene questo brano è il Codex Bezae, un testo in greco e latino del V secolo.

Papia di Ierapoli riferisce, intorno al 125, di una storia di Gesù e di una donna "accusata di molti peccati" contenuta nel Vangelo degli Ebrei, forse un riferimento a questo brano. Un riferimento più certo alla pericope è invece contenuta nella Didascalia apostolorum, un'opera in lingua siriaca del III secolo, che però non indica se il brano proveniva da un vangelo ed eventualmente da quale.

In un'opera ritrovata nel 1941 e composta da Didimo il Cieco (seconda metà del IV secolo), si fa riferimento alla pericope adulterae, affermando che si trova in "molti vangeli". Oggi si ritiene che il brano fosse presente in un numero ristretto di manoscritti greci del IV secolo copiati ad Alessandria d'Egitto: a favore di questa ricostruzione è anche la presenza di un segno alla fine del capitolo 7 del Vangelo secondo Giovanni del Codex Vaticanus, copiato in Egitto, che indica che una versione alternativa in quel punto era nota allo scriba. Girolamo racconta che la pericope era presente in molti manoscritti greci e latini, alla fine del IV secolo; le sue parole sono confermate da Ambrogio e Agostino, il quale riferisce che il brano sarebbe stato rimosso volontariamente da alcune copie per evitare l'impressione che Gesù avesse giustificato l'adulterio.[3]

Testimonianze manoscritte Modifica

Vangelo secondo Giovanni 7,52-8,12 nel Codex Sinaiticus, in cui la pericope manca
Sia il Novum Testamentum Graece (NA27) che lo United Bible Societies (UBS4) forniscono un apparato critico per la pericope, ma la segnano tra doppie parentesi quadre, ad indicare che si tratta di un'aggiunta posteriore al testo.[4] L'USB4 giudica la propria ricostruzione delle parole della pericope come 'A', in quanto gli autori sono virtualmente certi che queste parole sono quelle originali dell'aggiunta.

Testimonianze che escludono la pericope:
Papiri 66 (200 circa), 75 (inizio III secolo) e 45 (250 circa);
Codices Sinaiticus e Vaticanus (IV secolo), apparentemente anche Alexandrinus e Ephraemi (V secolo), Codices Washingtonianus e Borgianus (V secolo), Regius (VIII secolo), Athous Lavrensis (800 circa), Petropolitanus Purpureus, Macedoniensis, Sangallensis e Koridethi (IX secolo) e Monacensis (X secolo);
Onciali 0141 e 0211;
Minuscoli 3, 12, 15, 21, 22, 32, 33, 39, 63, 96, 124, 134, 151, 157, 169, 209, 228, 297, 388, 391, 401, 416, 445, 488, 496, 499, 501, 565, 578, 584, 703, 723, 730, 731, 741, 742, 768, 770, 772, 776, 777, 788, 799, 800, 827, 828, 843, 896, 1100, 1178, 1230, 1241, 1242, 1253, 1333, 2193 e 2768;
la maggior parte dei lezionari;
alcuni manoscritti della Vetus Latina, la maggior parte delle versioni siriache, sahidiche, gotiche, armene e georgiane;
Diatessaron (II secolo);
apparentemente Clemente Alessandrino (morto nel 215), Tertulliano (morto nel 220), Origene di Alessandria (morto nel 254), Cipriano (morto nel 258), Nonno di Panopoli (morto nel 431), Cirillo di Alessandria (morto nel 444) e Cosma Indicopleuste (morto nel 550).
Testimonianze che escludono la seconda parte (solo 7,53-8,2, non 8,3-11)
Minuscolo 795
Testimonianze che escludono la prima parte (solo 8,3-11)
ℓ 4, ℓ 67, ℓ 69, ℓ 70, ℓ 71, ℓ 75, ℓ 81, ℓ 89, ℓ 90, ℓ 98, ℓ 101, ℓ 107, ℓ 125, ℓ 126, ℓ 139, ℓ 146, ℓ 185, ℓ 211, ℓ 217, ℓ 229, ℓ 267, ℓ 280, ℓ 282, ℓ 376, ℓ 381, ℓ 386, ℓ 390, ℓ 396, ℓ 398, ℓ 402, ℓ 405, ℓ 409, ℓ 417, ℓ 422, ℓ 430, ℓ 431, ℓ 435 (8,2-11), ℓ 462, ℓ 464, ℓ 465, ℓ 520 (8,2-11)
Testimonianze che includono la pericope,
Codex Bezae (V secolo), Codices Boreelianus, Seidelianus I, Seidelianus II, Cyprius, Campianus e Nanianus (IX secolo), Tischendorfianus IV (X secolo);
Minuscolo 28, 318, 700, 892, 1009, 1010, 1071, 1079, 1195, 1216, 1344, 1365, 1546, 1646, 2148, 2174;
il tipo testuale bizantino;
ℓ 79, ℓ 100 (8,1-11), ℓ 118, ℓ 130 (8,1-11), ℓ 221, ℓ 274, ℓ 281, ℓ 411, ℓ 421, ℓ 429 (8,1-11), ℓ 442 (8,1-11), ℓ 445 (8,1-11), ℓ 459;
la maggior parte dei manoscritti della Vetus Latina, la Vulgata (Codex Fuldensis), alcune versioni siriache, bohariche, armene ed etiopiche;
Didascalia apostolorum (III secolo), Didimo il Cieco (IV secolo), Ambrosiaster (IV secolo), Ambrogio di Milano (morto nel 397), Giovanni Crisostomo (morto nel 407), Girolamo (morto nel 420), Agostino d'Ippona (morto nel 430).
Testimonianze che mettono in dubbio la pericope segnandola con un asterisco o un obelo:
Codex Vaticanus 354 (S) e i Minuscoli 4, 8, 35, 83, 161, 164, 165, 166, 167, 168, 200, 202, 285, 338, 348, 363, 367, 376, 386, 407, 443, 478, 479, 532, 547, 553, 656, 662, 685, 757, 758, 769, 781, 797, 801, 824, 825, 829, 844, 845, 873, 897, 922, 1073, 1077, 1092, 1099, 1187, 1189, 1443 e 1445 includono tutta la pericope da 7,53;
il martirologio del Lezionario 185 include 8,1 e seguenti;
Codex Basilensis (E) include 8,2 e seguenti; Codex Tischendorfianus III (Λ) e Petropolitanus (П) oltre ai martirologi dei Lezionari ℓ 86, ℓ 211, ℓ 1579 e ℓ 1761 includono 8,3 e seguenti. Minuscolo 807 è un manoscritto con una catena, ma solo in Giovanni 7,53-8,11 è senza catena. Si tratta di una caratteristica dei manoscritti tardo-bizantini simili alla Famiglia Kr, che segnano questa pericope con obeli; secondo Maurice Robinson questi segni servono a ricordare ai lettore che questi versetti devono essere omessi dalla lettura del vangelo per Pentecoste, non per mettere in discussione l'autenticità del passaggio.
Testimonianze che collocano la pericope altrove:
la Famiglia 1, i minuscoli 20, 37, 135, 207, 301, 347, e quasi tutte le versioni armene pongono la pericope dopo Giovanni 21,25;
la Famiglia 13 la colloca dopo Luca 24,53. Un correttore di Minuscolo 1333 aggiunse i versetti 8,3-11 dopo Luca 24,53;
Minuscolo 129, 259, 470, 564, 831, e 1356 collocano i versetti 8,3-11 dopo Giovanni 21,25;
Minuscolo 826 colloca la pericope dopo Luca 21,38.
Testimonianze con aggiunte successive:
nel Codex Ebnerianus e nei minuscoli 284, 431, 461, 470 e 2174 una mano successiva aggiunse la pericope alla fine di Giovanni o a margine.
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Ringraziano per il messaggio: francesco/2

Re: Canone biblico 20/11/2016 10:31 #11826

Da Wikipedia ho trovato questo articolo a conferma, sembra che nei manoscritti più antichi del IV SEC d.C., il testo non compaia, come differisce anche un altro passo del n.T. , evidentemente i codici e le traduzioni che ci sono pervenuti, hanno certamente delle differenze dovute all'accorpamento dei testi locali che erano noti alle comunità primitive, probabilmente non tutti i libri raccolti erano canonici, alcuni erano libri di letture che per comodità arano rilegati nel testo. Una cosa rimane certa! E non parlo di dottrina, perché questa era un ago di bilancia posta da chi aveva assunto un potere ecclesiastico, l'esempio odierno è l'abolizione del limbo che è stata una dottrina per diversi centinaia di anni, come pure l'attribuzione a Maria di essere colei che schiaccia il capo del serpente, recentemente corretto con Gesù. Naturalmente parlo del messaggio di Salvezza che è univoco, è l'apice del disegno divino, che continua a fare rimanere la chiesa unita nella speranza di Cristo.
Il credente, non ha bisogno di credere a nuovi venti dottrinali, perché la Bibbia è un canone che ci è pervenuto con una completezza quasi totale, a differenza di uno o 2 passi discutibili, questo deve essere un motivo in più per essere fermi sui fondamenti che già abbiamo ricevuto.
Supporto forum
Ringraziano per il messaggio: francesco/2

Re: Canone biblico 22/11/2016 09:21 #11827

Approfondendo la ricerca, gli autori che hanno contribuito alla traduzione del codice di Beza, affermano che il codice; essendo scritto con due colonne parallele per pagina, una in greco e l'altra in latino, risulta scorrevole solo la colonna in latino, mentre quella in greco sarebbe più stentata o scorretta, come se il copista, stesse copiando da un testo più antico in greco, ed essendo che le lettere o epistole, non sempre erano giunte in tutte le comunità primitive, poteva capitare che alcuni scritti non erano inseriti in certi codici, in aggiunta posso affermare che in alcune zone tipo l'Armenia, la scrittura è comparsa molto in ritardo rispetto al greco, al latino e altre lingue.Si parla di scrittura in alcuni luoghi toccati dal cristianesimo, dopo il III IV sec. D.C. Un altro esempio, lo possiamo notare dalla casa cristiana di dura europos in mesopotamia, in Siria, oggi distrutta dagli attacchi dell'isiss vicino Palmira, data della prima distruzione circa 235 D.C., i suoi resti, portarono alla scoperta di affresci su parete del buon pastore, Gesù che cammina sulle acque, la guarigione del paralitico, e una preghiera in ebraico, a testimonianza che la scrittura nei primi secoli non era poi tanto estesa e difficile da distribuire in tutti i luoghi cristiani.
Ritornando al codice di Beza, gli studiosi, hanno individuato il testo greco più antico, non dal ritrovamento di un codice più antico, ma da citazioni dei padri della chiesa del II III sec. D.C. Come Giustino martire e Ireneo di Lione.

Storia

L'origine del manoscritto è incerta: sono state proposte Gallia meridionale, Italia settentrionale, Sicilia, Palestina, Costantinopoli, Egitto e Africa del Nord. La lingua dello scriba era il latino, che appare scritto in maniera molto più fluida del greco.

Il testo è la copia fedele di un testo greco più antico citato anche da Giustino e da Ireneo di Lione. Lo studioso inglese Frédéric Scrivener ipotizza che Ireneo, giunto a Lione da Smirne verso il 170, avesse portato il testo originale dal quale fu poi copiato il Codex Bezae.[senza fonte]

Il codice era a Lione nel IX secolo, quando fu restaurato. Per molti secoli è stato custodito nella libreria del monastero di Sant'Ireneo nella stessa città francese. Durante le guerre di religione del XVI secolo, nel 1562 il manoscritto fu saccheggiato dal monastero ad opera dei calvinisti francesi e diventò possesso dell'amico e successore di Calvino, Teodoro di Beza. Questi scrisse che il codice era da lungo tempo inutilizzato nel monastero. Sembra, al contrario, che il codice fosse usato nel 1546 al Concilio di Trento, a causa di una lezione latina di Giovanni 21 avallata solo dal testo greco del codice. Teodoro di Beza donò il codice alla Università di Cambridge nel 1581, dove è attualmente conservato.
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Ultima modifica: 22/11/2016 10:07 Da Giuseppe.gris.

Re: Canone biblico 22/11/2016 09:35 #11828

Concludo riportando un testo o apice di una traduzione riguardo al passo di Giovanni 8.

I manoscritti BSY omettono i versetti dal 53 al cap. 8, versetto 11, che ( con alcune variazioni nei vari testi greci e versioni) dicono quanto segue: 53 E ciascuno se ne andò a casa sua.
Cap 8.
1 Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. 2 Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. 3 Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, 4 gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5 Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6 Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. 7 E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». 8 E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9 Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. 10 Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11 Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».
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Ultima modifica: 22/11/2016 10:08 Da Giuseppe.gris.

Re: Canone biblico 22/11/2016 09:55 #11829

il noto programma tv, ha analizzato come uno studioso, e ha trovato il suo articolo da proporre in maniera storicamente quasi precisa, ma si è soffermato ad una analisi analitica della storia, Non ha analizzato invece i testi, non ci ha dato una risposta sugli scritti, non si è posto la domanda di quanto fosse difficile al tempo accostare un "canone" unico, non ha citato tutte le fonti, che certamente avrebbero aumentato notevolmente il lavoro di ricerca. Ringraziamo gli storici, ringraziamo chi di buona coscienza e di onestà intellettuale riporta anche critiche al testo biblico, perché questo serve per farci capire quanto è importante avere la parola di Dio nelle mani e nel cuore, (molti fanno critica per sminuire, altri fanno critica per confermare) quanto è importante anche per noi, uscire dal concetto "religioso" e dogmatico della storia, per affrontare una visione consapevole della verità biblica che certamente non sarà sempre semplice, in fondo la storia biblica ha anche 2000 anni
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Ringraziano per il messaggio: francesco/2
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