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Ministerio al femminile
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ARGOMENTO: Ministerio al femminile

Re: Ministerio al femminile 11/12/2012 14:15 #6865

Caro Giuseppe.gris,

forse ho espresso male ciò che intendevo.

Io ammirò Maria Teresa, perché lei non ha mai voluto mancare di sottomissione al marito.
Ciò non significa che il marito non abbia mai dovuto imparare niente da lei.

Lui è statunitense, lei è laureata in lettere. Chissà quante volte lui avrà detto una parola per un'altra e lei avrà insegnato lui l'espressione corretta.

Ma con sottomissione.

Io ho moltissimi libri di Maria Teresa, donna che conosco personalmente. Non nascondo che tali libri hanno contribuito e contribuiscono alla mia formazione.

Ma lei non ha mai osato dire "sono una pastora che scrive libri". E' come una mamma che insegna la Bibbia ai figli. Come una nonna che insegna ai nipoti.

Ma sono convinto che se lei si trovasse nella comunità in cui servo, e le dicessimo: predica tu questa mattina, ne sai più di noi. Lei direbbe: non è il mio ruolo, vi ascolto.


Il ruolo nella famiglia
Sono pienamente concorde con te. Il marito non deve essere un dittatore. Se una donna sta tutto il giorno con i figli, sarebbe bello che qualche volta fosse il marito a tenere i figli per permettere alla moglie di avere un attimo di pausa e relax.
Altre volte la moglie sarà stanca e sarà il marito a cucinare per lei.
Nota bene: quando si parla di "governare la casa", abbiamo a che fare con la parola "despota", ed è un compito che spetta alla moglie. Ma per quanto riguarda la guida della famiglia (anche spirituale), questo è un compito affidato all'uomo.

Non ha a che fare con la cultura ebraica, ma con la creazione. Dio ha creato prima Adamo, poi Eva. Adamo ha dato il nome a sua moglie, evidente segno di autorità. Dio stabili la sua legge con Adamo (mi riferisco al non mangiare dell'albero).
Quando Dio notifico la constatazione della violazione della legge, parlò con Adamo, solo poi con Eva.

La legge e la cultura ebraica hanno solo enfatizzato questo aspetto.

Sono pienamente d'accordo che i due ruoli siano complementari. Il principio è servirsi l'un l'altra.

Perciò se il marito serve procurando soldi attraverso il suo lavoro, la moglie lo servirà facendogli trovare la cena pronta (questo è un mero esempio).
Ma se il marito cucina, perché è un cuoco, e la moglie cucina di rado, solo quando il marito non c'è, non c'è niente di sbagliato (questo esempio viene da vita vissuta di una famiglia che conosco).

Il problema del ministerio pastorale femminile invece è ben diverso.
La Scrittura è chiara.

Anch'io ho assistito a insegnamenti femminili. Una delle mie insegnanti di greco, è una donna. Lei mi ha corretto la tesi dal punto di vista del greco. Ma è diverso. L'ho sentita fare diverse esposizioni è una donna di sani principi e di alto contenuto culturale e Scritturale.

Per paradosso potrei dire che ho sentito altre donne "pastore" non saper né parlare né tacere. Questo però è vero anche di pastori uomini.

Credo fermamente che alla luce della Scrittura la donna non è chiamata al ministero pastorale. Ma ciò non significa che non debba insegnare in senso assoluto.

Possono fare tanto insegnando a scuole domenicali, radio, scrivendo libri, testimoniando, condividendo una loro meditazione, profetizzando.
Ma insegnare nell'assemblea riunita (culto di chiesa) le è chiaramente proibito. E ripeto: non è espresso come un fattore culturale.


Ho sentito anche qualche pastora predicare. Contenuti buoni o meno, non è il suo ruolo.

Ho anche visto portieri tirare rigori. Fanno anche goal. Ma altre volte sbagliando, lasciano la propria squadra a porta vuota, trasformando una chiara occasione di goal da realizzare in un goal subito a porta vuota.


Concludo: non prendetemi per maschilista.

Spesso l'uomo ha abusato di questo suo ruolo. Ma Dio chiederà conto. L'uomo e la donna, con ruoli diversi sono chiamati a servire. In particolare, l'uomo è chiamato a rispettare ed amare la moglie, se non vuole che le sue preghiere rimbalzino al soffitto. Così nessuno dei due ruoli va abusato.


Dio ci benedica.

  • Chris
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Ultima modifica: 11/12/2012 14:15 Da Chris.
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Re: Ministerio al femminile 11/12/2012 22:33 #6872

Grazie per la tua dotta esposizione Chris,
Non sei tu ad esprimerti male, anzi sei molto chiaro in essa. Grazie ancora.
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Re: Ministerio al femminile 12/12/2012 14:49 #6879

.

Chris e altri, stavo commentando ma poi ho desistito a favore di altri impegni,
ora sto trovando l'opportunità di commentare ed eccomi in "trincea".
Scrivevo nel commento non postato, che io sono il primo figlio di sette, sei maschi e la penultima è una femmina.
Mia mamma spesso stava in ospedale per problemi di salute, la famiglia, era lasciata in consegna a mio papà, lui si adoperava per quel che poteva, ma quando non c'era, ero io a fare nel mio piccolo, il minimo di faccende casalinghe, ho imparato a cucinarmi e a cucinare per i miei fratelli più piccoli di me, mio sistemavo il lettino e anche quelli degli atri miei fratelli... poi, da sposato, mia moglie era in ospedale per dare alla luce il nostro secondogenito e proprio di questo secondogenito, ho avuto il "privilegio" di pulire i pannolini che all'epoca erano di cotone e non si buttavano.
Però, passato il periodo necessario a che mia moglie si riprendesse dal parto ( avevamo già una femminuccia di due anni), non ho più pulito un pannolino. La spazzatura la vado a buttare io, tutto quanto c'é da fare in casa oltre le faccende quotidiane che spettano a mia moglie, quelle le faccio io... (un applauso per favore )... quindi carissimi, il mio ruolo so qual'è, ma a questo punto, è d'obbligo che l'altra parte sappia qual'è il suo ruolo, poi, tra una situazione e l'altra, i ruoli nel possibile, non sono più ben distinti, ma ciò vale solo per una parentesi della vita familiare. Quando pulivo i pannolini di mio figlio, non mi sentivo minimamente fuori ruolo, sapevo che lo dovevo fare io e non altri che erano presi dai loro impegni. Carissimi, io ci tengo ad essere uomo/maschio, ma delle volte, preferirei che fosse mia moglie ad andare a lavorare ed io restarmene a casa senza alcun "principale" che ti assilla e ti soppesa a suon di euro ogni inefficenza.... e nemmeno un premio per ogni efficenza, che faccio?... Divorzio?...No!... il mio ruolo è da dipendente ed il Suo, di "principale".


f.sco
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Re: Ministerio al femminile 12/12/2012 15:24 #6883

Francesco ogni tuo desiderio è un ordine

Da tutti noi.........

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Re: Ministerio al femminile 12/12/2012 20:28 #6887

.


Grazie,

davvero... grazie non dovevate scomodarvi,

ma tant'é che lo avete fatto, l'applauso io me lo prendo tutto

e lo scriverò nelle mie memorie... grazie ancora... si grazie.





f.sco
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Re: Ministerio al femminile 14/12/2012 23:09 #6905

Atti 6: 1-4:
“Or in quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un mormorio da parte degli ellenisti contro gli ebrei, perché le loro vedove venivano trascurate nel servizio di assistenza quotidiana. Allora i dodici, radunato il gran numero dei discepoli, dissero: ”Non è convenevole che noi lasciamo la Parola di Dio, per servire alle mense. Perciò, fratelli, cercate fra voi sette uomini, di cui si abbia una buona testimonianza, ripieni di Spirito Santo e di sapienza, a cui noi affideremo questo compito. Ma noi continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministero(diakonia) della parola”.
Nella nostra versione italiana vengono usate due parole diverse per indicare il “servizio delle mense” e il “ministerio della Parola”. Il testo originale in lingua greca, invece, ne adopera una sola, cioè “diakonia”. Così, sia chi serve alle mense, che chi serve con la predicazione della Parola, sta svolgendo un servizio (diakonia) per il Signore.

La parola “diaconia”, deriva dal greco “diakonia”, ed esprime il concetto di servizio, mentre il termine “diakonos”, tradotto in italiano, significa “servo”.

Ora non per annullare quello che è stato detto giustamente fin quì, ma per completare il discorso con tema “il ministerio al femminile”, sulla base di quanto detto non trovo errato il concetto di servizio da parte della donna nel ruolo affidato da Dio.

Tanto per fare un esempio, le sorelle che servono nelle agapi fraterne svolgono un servizio diverso da quello dell'insegnamento, ma trattasi sempre di servizio al Signore, quindi anche se non propriamente corretto come terminologia il carissimo Giuseppe vuole richiamarci all'attenzione del grande lavoro che a volte queste sorelle compiono dietro le quinte, tanto da considerarlo un vero e proprio ministerio al femminile.
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Re: Ministerio al femminile 16/12/2012 17:58 #6934

Caro Francesco,

ammiro molto quel che tu hai fatto. Per alcuni aspetti credo di poterti capire.

Come detto la regola è quella, l'eccezione conferma la regola.
Non bisogna usare il proprio ruolo come scusa per non fare niente dicendo: "io sono l'uomo, porto i soldi a casa, il resto deve farlo mia moglie.

Essendo guida, è l'uomo a dover proteggere la famiglia. Per esempio, quando bisogna chiudere le porte e le finestre prima di andare a dormire, è l'uomo che dovrebbe accertarsene.

Circa l'interscambio, ripeto: il matrimonio è un ottimo strumento di Dio per la santificazione dei suoi figli. Quale occasione migliore di imparare a servirsi gli uni gli altri?

Molti uomini quando la loro moglie cucina, dicono in sé stessi:
"Ha fatto il suo dovere, perché <<IO>> sono il capofamiglia e merito questo in quanto porto i soldi a casa".

Invece un santo atteggiamento dovrebbe portare a dire:
"Grazie amore mio, vedo come Dio sta lavorando in te (ringrazio anche Lui), portandoti fedelmente a cucinare per me al meglio, seppure io sia un servo inutile e non meriti nulla".


Ora non è nelle parole testuali che dobbiamo fondarci, ma nell'atteggiamento del cuore.

Quindi quando i ruoli si interscambiano, dobbiamo rendere grazie a Dio!
Il coniuge sostituito, perché il Signore ha lavorato nell'altro portandolo a servirci immeritatamente; e il coniuge che serve per aver ricevuto l'opportunità di servire l'altro come Cristo stesso.

Ovviamente sto ipotizzando il caso in cui questa sostituzione sia portata da cause di forza maggiore.
Se un marito non fa niente dentro casa e non vuole lavorare, è un altro discorso. Idem per la moglie se non fa nulla dentro casa solo per pigrizia.


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Re: Ministerio al femminile 16/12/2012 17:59 #6935

Riguardo l'orgoglio nella famiglia, consiglio vivamente la lettura dei post sull'umiltà che Stefano sta sviluppando in maniera eccellente.
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Re: Ministerio al femminile 16/12/2012 18:10 #6936

Tornando al ministerio al femminile, col timore di avere aperto una parentesi un po' lunga, è opportuno precisare che il diaconato femminile, era presente nella Scrittura.

Romani 16:1 Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa di Cencrea


Qui il termine è inequivocabile: abbiamo a che fare con una diaconessa, un diacono di sesso femminile.


Circa i requisiti, ne troviamo gli estremi in 1 Timoteo 3.


1Timoteo 3:1 Certa è quest'affermazione: se uno aspira all'incarico di vescovo, desidera un'attività lodevole.
1Timoteo 3:2 Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare,
1Timoteo 3:3 non dedito al vino né violento, ma sia mite, non litigioso, non attaccato al denaro,
1Timoteo 3:4 che governi bene la propria famiglia e tenga i figli sottomessi e pienamente rispettosi
1Timoteo 3:5 (perché se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa di Dio?),
1Timoteo 3:6 che non sia convertito di recente, affinché non diventi presuntuoso e cada nella condanna inflitta al diavolo.
1Timoteo 3:7 Bisogna inoltre che abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, perché non cada in discredito e nel laccio del diavolo.
1Timoteo 3:8 Allo stesso modo i diaconi devono essere dignitosi, non doppi nel parlare, non propensi a troppo vino, non avidi di illeciti guadagni;
1Timoteo 3:9 uomini che custodiscano il mistero della fede in una coscienza pura.
1Timoteo 3:10 Anche questi siano prima provati; poi svolgano il loro servizio se sono irreprensibili.
1Timoteo 3:11 Allo stesso modo siano le donne dignitose, non maldicenti, sobrie, fedeli in ogni cosa.
1Timoteo 3:12 I diaconi siano mariti di una sola moglie, e governino bene i loro figli e le loro famiglie.
1Timoteo 3:13 Perché quelli che hanno svolto bene il compito di diaconi, si acquistano un grado onorabile e una grande franchezza nella fede che è in Cristo Gesù.

In questa sezione Paolo sta parlando dei ministeri della chiesa locale.

Dapprima parla del ruolo dei vescovi (altrove chiamati anziani o <<pastori e dottori>> - con la funzione di pascere), poi dei diaconi uomini poi delle diaconesse.

Il verso 11, si presta a delle obiezioni. La parola greca tradotta "donne", può significare anche "mogli". Con quest'ultimo termine traduce infatti la versione della Bibbia nuova Diodati.

Alla luce del contesto credo però sia chiaro che si parla di diaconesse e non di mogli dei diaconi.

Riassumo di seguito in breve alcune motivazioni che mi portano a questa convinzione:
1) Paolo ha già parlato del ruolo delle mogli dei credenti in chiesa al cap. 2.
2) In questa sezione Paolo sta parlando dei ministeri nella chiesa locale.
3) Abbiamo il supporto di Romani 16 per credere vi fossero donne diaconesse.
4) Parlando dei vescovi Paolo passa a parlare di un altro ministerio, quello del diacono usando l'espressione "allo stesso modo"; fa la medesima cosa passando dal diaconato maschile a quello femminile (1Ti 3:8, 11).
5) Paolo non specifica le caratteristiche della moglie del vescovo, perché dovrebbe farlo per il diacono?


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