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Se Lo rinneghiamo....
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ARGOMENTO: Se Lo rinneghiamo....

Se Lo rinneghiamo.... 07/11/2013 15:41 #9676

Ecco perché sopporto ogni cosa per amor degli eletti, affinché anch'essi conseguano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Certa è quest'affermazione: se siamo morti con lui, con lui anche vivremo; se abbiamo costanza, con lui anche regneremo; se lo rinnegheremo anch'egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso" (2 Timoteo 2:10-13).



Vi è chi legge il testo di 2 Timoteo 13, laddove è scritto: "se lo rinnegheremo anch'egli ci rinnegherà" come "prova" della possibilità per un autentico credente di giungere al punto, alla possibilità, di rinnegare il Suo Signore (quello in cui avevano riposto la loro fede) e quindi di ritrovarsi respinti definitivamente da Cristo. Queste persone partono dal presupposto che il "conservarsi nella fede" sia risultato dei propri sforzi ed impegno, cosa che, riconoscendo la propria debolezza, temono di non riuscire a realizzare "fino alla fine", "tenendo duro" come dovrebbero. La loro preoccupazione è infondata.



In evidenza qui vi è la fedeltà di Dio



Da notare qui, in primo luogo, come fa la maggioranza delle traduzioni (ad esempio inglesi) quel "lo rinnegheremo" va tradotto al presente, come fa la CEI che dice: "se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anch'egli ci rinnegherà; se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso". Da preservare è il parallelismo di ciascuna di quelle espressioni, presente (noi), futuro (Dio) e che sottolinea non tanto il comportamento umano (e tanto meno l'ipotetica caduta futura del credente), ma la certezza del risultato delle promesse e dei propositi stabiliti da Dio che non possono essere alterati, tanto più che l'Apostolo poco prima parla di sé stesso come al servizio degli eletti, cioè di coloro che Dio ha scelto, predestinato, per ricevere la grazia della salvezza, cosa che non può essere in alcun modo "revocata". Dio salva con certezza chi ha deciso dall'eternità di salvare. Essi sono "morti" con Cristo, si manifesteranno costanti, non lo rinnegheranno, gli saranno fedeli e, quand'anche essi (temporaneamente) si manifestassero infedeli e cadessero, Egli rimarrebbe fedele a quello che per loro ha stabilito e li rialzerebbe.



Il testo greco così dice: "εἰ ἀρνησόμεθα, κακεῖνος ἀρνήσεται ἡμᾶς" (13a). Il verbo ἀρνέομαι (arneomai) significa negare, ripudiare una persona o una credenza, rifiutarsi di confessare, di identificarsi, associarsi, con una persona o qualche idea.



Il rinnegamento



Cristo lo si può rinnegare con i fatti, con le parole e persino con il silenzio. Rinnegare, negare, Cristo con le parole significa non riconoscere pubblicamente che il Cristo è venuto, si è fatto uomo, in Gesù di Nazareth, negare che Gesù sia il Messia, il Salvatore atteso, come afferma Giovanni: "...ogni spirito, il quale riconosce pubblicamente che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio e ogni spirito che non riconosce pubblicamente Gesù, non è da Dio, ma è lo spirito dell'anticristo" (1 Giovanni 4:2-3). Alcuni che pure dicono di essere cristiani, negano la vera divinità di Gesù Cristo o la Sua vera umanità, il fatto che Egli è il Figlio di Dio per eccellenza. Alcuni che pure dicono di essere cristiani negano l'efficacia del Suo sangue, il Suo sacrificio sulla croce per essere perdonati, giustificati e redenti.



Si può rinnegare, negare, Cristo con i fatti, le proprie opere. Alcuni professano di conoscerlo, di affidarsi alla Sua Persona e ministero, eppure lo negano nei fatti. Il loro modo di vivere non è degno, in sintonia con la loro professione di fede. "Chi dice di rimanere in lui, deve camminare com'egli camminò" (1 Giovanni 2:6). Gesù disse: "Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui" (1 Giovanni 14:21). Vi sono molti che hanno solo un'apparenza di religiosità, ma non ne conoscono la potenza: "...aventi l'apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza. Anche da costoro allontànati!" (1 Timoteo 3:5). Si tratta di una confessione ipocrita ed apparente: "Metton la loro bocca nel cielo, e la loro lingua passeggia per la terra" (Salmo 73:9 Riv.).



Si può rinnegare Cristo anche in modo segreto e tacito quando ci si vergogna di Lui e non lo si confessa apertamente. "Perché se uno si sarà vergognato di me e delle mie parole in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui quando verrà nella gloria del Padre suo con i santi angeli" (Marco 8:38).



Negazione costante e negazione temporanea



Dobbiamo distinguere, però, fra un rinnegamento parziale di Cristo, come nel caso di Pietro che aveva fede in Lui e Lo amava. La sua umana debolezza lo fa cadere e rinnegare Cristo, ma egli a suo tempo riconosce il suo peccato, se ne rattrista e lo confessa, ricevendo il perdono del Signore. Si tratta dei veri figlioli di Dio che Cristo rialza e ristabilisce. I cristiani non autentici del loro rinnegamento non se ne ravvedono. Sono gli apostati che, pur dicendo di essere cristiani, di fatto non conoscono Cristo e Cristo, a sua volta, nonostante le loro parole e certe loro opere, dichiarerà di non conoscerli. "Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli" (Matteo 10:32-33); "«Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?" Allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!" (Matteo 7:21-23).



Si tratta di "monete false", coloro i cui nomi non erano stati scritti dall'eternità nel libro della vita: "Tuttavia, non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli" (Luca 10:20). "L'adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti fin dalla creazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello che è stato immolato" (Apocalisse 13:; "E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco" (Apocalisse 20:15).



Il testo è di consolazione per i credenti



Questo testo non parla, così, di persone dalla fede debole e che stanno lottando con i propri dubbi ed incertezze, perché pure questo fa parte della vita di molti autentici credenti. Queste persone devono crescere e maturare nella fede facendo fiduciosamente uso dei mezzi che per questo Dio mette a loro disposizione, e soprattutto radicarsi nelle promesse del Signore. L'Apostolo scrive: "E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un'opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù" (Filippesi 1:6).



L'Apostolo parla dell'incredulità e della rinnegamento perpetuo. Parla della realtà e del giudizio ultimo di tutti coloro che rinnegano Cristo non avevano mai veramente riposto la loro fiducia in Lui. "Se lo rinnegheremo" vorrà dire che non siamo mai stati veramente dei Suoi, e Dio ci disconoscerà, ma è da tradurre "se lo rinneghiamo". Essergli "infedeli" è nel tempo presente, che significa uno stato permanente di infedeltà.



Sebbene sia vero che quando lottiamo con la nostra fede, quando "deludiamo" Dio e abbiamo periodi di debolezza e Dio mai "ci lascerà andare" è pure vero che se non abbiamo fede in Lui, Lo rinneghiamo, Egli "ci rinnegherà" perché non può agire contro Sé stesso, vale a dire, coloro che ha deciso di salvare Egli fedelmente salverà. Non c'è niente e nessuno che potrà impedire il compimento del Suo piano di salvezza dei Suoi eletti. Delle "pecore" che Dio Padre Gli ha affidato, Gesù dice: "Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle dalla mano del Padre" (Giovanni 10:29),



Se siamo eletti da Dio, "Egli rimane fedele" e conseguiremo la salvezza alla quale siamo destinati per la Sua grazia concessaci sin da prima della fondazione del mondo, "insieme alla gloria eterna". Se siamo "morti con Lui", cioè, se abbiamo affidato a Cristo i nostri peccati affinché Lui ne espiasse sulla croce la pena che meritano, allora "con Lui anche vivremo".



"Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è stato risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita ... se siamo morti con Cristo, crediamo pure che vivremo con lui" (Romani 6:4,; "...siete stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti. Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati" (Colossesi 2:12-13).




Se abbiamo costanza con Lui anche regneremo". Abbiamo bisogno di costanza, perseveranza nella fede. La costanza è una delle virtù che Dio coltiva nel credente attraverso l'uso che noi dobbiamo fare dei mezzi della grazia.



"Infatti avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio" (Ebrei 10:36). La costanza è il dono che Dio può e vuole donare ai Suoi attraverso l'uso dei mezzi della grazia provvedutici. "Voi, per questa stessa ragione, mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza l'autocontrollo; all'autocontrollo la pazienza; alla pazienza la pietà; alla pietà l'affetto fraterno; e all'affetto fraterno l'amore. Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo" (2 Pietro 1:5-.



Questa è la preghiera fiduciosa che l'Apostolo fa in favore dei credenti: "...fortificati in ogni cosa dalla sua gloriosa potenza, per essere sempre pazienti e perseveranti" (Colossesi 1:11), anzi, la preghiera stessa di Gesù in favore dei Suoi: "Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno" (Giovanni 17:15).



"Ora lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio nostro Padre, che ci ha amati e ci ha dato per la sua grazia una consolazione eterna e una buona speranza, consoli i vostri cuori e vi confermi in ogni opera buona e in ogni buona parola" (2 Tessalonicesi 2:16-17).
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