Cari amici abbiamo idea di che cosa sia l'umiltà, qualcuno mi dirà, dai... sempre con le solite cose banali.

Allora pongo una domanda; trà fare gli umili, ed essere umili a quali di queste due categorie apparteniamo?

Quale è la differenza se c'è differenza?

ÀNAH IN EBRAICO (essere piegato abbassato ) IL CONTRARIO DI SUPERBIA .
Timore dell'ETERNO , innalzare gli altri , non fare nulla per vanagloria ((MA AFFERMARE LA VERITA' CON AMORE ))
IL cristiano sa di non essere nulla e tutto cio che ha e' per grazia di DIO il cristiano sa che non puo' far nulla se non per GESU' CRISTO ,
Umilta' e' frutto dello Spirito SANTO
Imparate da me disse GESU' perche' io sono mansueto e umile di cuore , e voi troverete riposo alle anime vostre
Abbassarsi non a parole ma coi fatti ,

"L'umilta' va davanti alla gloria" dicono le Scritture.
L'umilta', assieme a tutte le le altre nobili virtu', difficilmente viene riscontrata nella vita dell'uomo comune perche' porta a stimare gli altri piu' di se stessi.
Il nostro punto di riferimento ed il nostro modello per eccellenza rimane sempre Gesu', il quale "spoglio' se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umilio' se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce." Filippesi 2:7-8
L'umilta', la "vera" umilta' e' sicuramente gradita a Dio.
Il "fare" gli umili, invece, e' dissacrante, porta alla rovina e alla disapprovazione perche' pone l'individuo in un mero esibizionismo che lo porta ad agire per i propri interessi, ignorando il bene comune...
Tale attitudine e' rigettata in toto dall'uomo stesso, ma soprattutto da Dio.

RIFLESSIONE: UN CREDENTE CHE SI DICHIARA UMILE E' EGLI UMILE?

Ottima riflessione Paolo.

Nel momento che ho bisogno di far notare con le parole la mia umiltà, probabilmente con i fatti non ci sono riuscito , che ne dici?

.

Per Paolo Asti...





Paolo carissimo,
nel mentre si stanno facendo le affermazioni appena citate da me, ecco che stiamo dimostrando di essere l'opposto di ciò che diciamo... vale lo stesso per l'umiltà...

Proverbi 15:33
Il timor dell'Eterno è scuola di sapienza; e l'umiltà precede la gloria.

Proverbi 18:12
Prima della rovina, il cuor dell'uomo s'innalza, ma l'umiltà precede la gloria.


Quindi carissimi, solo l'umiltà secondo Dio, ci "attira" i meriti



f.sco

Francesco e Stefano
Prima di andare a riposare, desidero condividere con voi e con chi legge il verso 23 del cap.29 di Proverbi " L'orgoglio abbassa l'uomo, ma chi è umile di spirito ottiene la gloria "

UMILTÀ E GLORIA
da “Risveglio Pentecostale” del settembre 1953

Molti sono quelli che desiderano essere innalzati, forse tutti gli uomini; ma pochi
sono quelli che conoscono la vera via dell’esaltazione e della gloria.
Troviamo spesso nella Bibbia dei contrasti, che pure contengono tutte verità. Anche
questo versetto è un contrasto, perché dice: “Umiliatevi davanti al Signore, ed egli
v'innalzerà” (lettera di Giacomo, capitolo 4, versetto 10).
Se desideriamo essere innalzati, dobbiamo abbassarci. Sembra incredibile, eppure
è così: più ci prostriamo in basso e più saliamo in alto.
In altre parole: nella discesa viene l’ascesa! Molto appropriata a questo riguardo ci
sembra l’illustrazione dell’albero, che non cresce verso l’alto se prima non ha approfondito
le sue radici nella terra; e tanto quanto va la radice allungandosi nel sottosuolo, tanto va
aumentando l’altezza del tronco. Da questo possiamo farci un’idea di come scendono in
profondità le radici degli alberi di alte dimensioni! Quando soffia il vento tempestoso, che li
scuote e li piega sino a toccare con l’estremità il terreno, ci sembra alle volte che si
debbano spezzare alla base; ma non è così, perché appena il vento cessa, l’albero si
rialza nella sua posizione normale per effetto delle profonde radici che lo tengono
saldamente attaccato al terreno.
È su questo stesso principio che si basano i cristiani che vogliono raggiungere la
gloria spirituale: si umiliano e si abbassano sempre più profondamente davanti alla
presenza del Signore.
Iddio ci indichi, nella sua Parola, tutti i vari mezzi che possiamo usare per
abbassarci e per essere quindi innalzati!

stefano ha scritto:


Caro fratello Stefano

sono del parere che l'umiltà è un dono di Dio, l'umiltà è un aspetto della natura di Cristo,
chi ha Cristo ha umiltà, che non deve dimostrare, è umile, basta.

Di solito cerco è ricordo sempre che non sono io che vivo ma Cristo in me, e se Cristo è in me, non ho da vantarmi di nulla.

.
Lettura da: Romani
7:1 O ignorate voi, fratelli (poiché io parlo a persone che hanno conoscenza della legge), che la legge signoreggia l'uomo per tutto il tempo ch'egli vive?
7:2 Infatti la donna maritata è per la legge legata al marito mentre egli vive; ma se il marito muore, ella è sciolta dalla legge che la lega al marito.
7:3 Ond'è che se mentre vive il marito ella passa ad un altro uomo, sarà chiamata adultera; ma se il marito muore, ella è libera di fronte a quella legge; in guisa che non è adultera se divien moglie d'un altro uomo.
7:4 Così, fratelli miei, anche voi siete divenuti morti alla legge mediante il corpo di Cristo, per appartenere ad un altro, cioè a colui che è risuscitato dai morti, e questo affinché portiamo del frutto a Dio.
7:5 Poiché, mentre eravamo nella carne, le passioni peccaminose, destate dalla legge, agivano nelle nostre membra per portar del frutto per la morte;
7:6 ma ora siamo stati sciolti dai legami della legge, essendo morti a quella che ci teneva soggetti, talché serviamo in novità di spirito, e non in vecchiezza di lettera.
7:7 Che diremo dunque? La legge è essa peccato? Così non sia; anzi io non avrei conosciuto il peccato, se non per mezzo della legge; poiché io non avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non concupire.
7:8 Ma il peccato, còlta l'occasione, per mezzo del comandamento, produsse in me ogni concupiscenza; perché senza la legge il peccato è morto.
7:9 E ci fu un tempo, nel quale, senza legge, vivevo; ma, venuto il comandamento, il peccato prese vita, e io morii;
7:10 e il comandamento ch'era inteso a darmi vita, risultò che mi dava morte.
7:11 Perché il peccato, còlta l'occasione, per mezzo del comandamento, mi trasse in inganno; e, per mezzo d'esso, m'uccise.
7:12 Talché la legge è santa, e il comandamento è santo e giusto e buono.
7:13 Ciò che è buono diventò dunque morte per me? Così non sia; ma è il peccato che m'è divenuto morte, onde si palesasse come peccato, cagionandomi la morte mediante ciò che è buono; affinché, per mezzo del comandamento, il peccato diventasse estremamente peccante.
7:14 Noi sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma io son carnale, venduto schiavo al peccato.
7:15 Perché io non approvo quello che faccio; poiché non faccio quel che voglio, ma faccio quello che odio.
7:16 Ora, se faccio quello che non voglio, io ammetto che la legge è buona;
7:17 e allora non son più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me.
7:18 Difatti, io so che in me, vale a dire nella mia carne, non abita alcun bene; poiché ben trovasi in me il volere, ma il modo di compiere il bene, no.
7:19 Perché il bene che voglio, non lo fo; ma il male che non voglio, quello fo.
7:20 Ora, se ciò che non voglio è quello che fo, non son più io che lo compio, ma è il peccato che abita in me.
7:21 Io mi trovo dunque sotto questa legge: che volendo io fare il bene, il male si trova in me.
7:22 Poiché io mi diletto nella legge di Dio, secondo l'uomo interno;
7:23 ma veggo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente, e mi rende prigione della legge del peccato che è nelle mie membra.
7:24 Misero me uomo! chi mi trarrà da questo corpo di morte?
7:25 Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Così dunque, io stesso con la mente servo alla legge di Dio, ma con la carne alla legge del peccato.

------ o ------

Carissimo "Nessuno", le scritture ci propongono esempi di vita vissuta che devono insegnarci qualcosa, l'Apostolo Paolo ci dice che essere un "perfetto" seguace di Gesù, non è cosa semplice e nemmeno facile, occorre lavorare molto sulle nostre "passioni" o sulla nostra carnalità... quindi, avendo accettato Gesù in noi, ciò non sta a dire agli altri che siamo morti al peccato a ad altro che è obbrobrio agli occhi di Dio, ma che stiamo facendo il massimo di cui siamo capaci(poco o nulla), e quanto non ci riesce di fare secondo Dio, stiamo chiedendo nuove forze ed energie per contrastare l'uomo "vecchio" che stenta a "morire" in noi... quindi, l'umiltà non è nell'uomo, ma deve "entrare" nell'uomo, ma spesso se ne esce fuori ( troppo ostentata) e con la sua appariscenza combina dei pastrocchi!... Vale lo stesso discorso che per essere santi o essere in santificazione.
Santi lo sono coloro che sono col Signore e non sono più tra noi con la carne, mentre noi che siamo ancora in questa "tenda", siamo chiamati a santificarci; un cammino quello della santificazione, che termina col nostro ultimo respiro.
Pace

f.sco