Amore è una parola usata cosi tanto oggi che quasi abbiamo la certezza di sapere in realtà essa cosa davvero contiene........
Non parleremo di una semplice emozione, o di qualcosa di instabile, passeggero, bensì di una scelta, solida, definitiva, che mette il prossimo al di sopra di sé stessi.
Sì, perché se oggi il mondo (e la società in genere) vogliono distruggere il vero senso di tale sentimento, offrendone visioni alterate e legate quasi esclusivamente al desiderio e decisione individuale, non è questo ciò che ci insegnano le Scritture, e che Dio ha in mente riferendosi all’amore.
Anzitutto è una scelta: certo, c’è sempre una «causa scatenante», ci si innamora per affinità, e per molti motivi diversi, ma la permanenza di questo sentimento non deve essere regolata dalle proverbiali «farfalle nello stomaco», o da fattori di comodo, come per esempio –la routine.
Amare è una decisione: scelgo di amare, percorro cioé volontariamente un cammino in cui decido di stimare l’altra/o superiore a me stesso, e come tale metto il suo bene sopra ogni altra cosa.
Potremo attraversare momenti conflittuali, problematiche varie, e forse la scelta che abbiamo fatto nei confronti di un’altra persona verrà messa a dura prova. Ed è proprio in quel caso che l’amore si palesa per ciò che é: una scelta, soprattutto quando il destinatario del nostro amore è tutto fuorché amabile.
Oggi si festeggia il cosiddetto «patrono degli innamorati», ma quanto in realtà sono labili i legami che spesso vengono intrecciati tra «innamorati»? Ci si basa su caratteristiche che, a conti fatti, non sono che passeggere, e sovente non si riflette su doti che sono come perle preziose, in questa società in cui il tradimento è norma, l’egoismo è legge, le relazioni sono assediate continuamente a causa di mura deboli, costruite da persone che non sanno costruire su fondamenta stabili.
Nelle Scritture sono tanti i passi in cui possiamo imparare cosa sia l’amore.
Ed i più incisivi, i più disarmanti, sono quelli che mostrano il grande amore che Cristo ha mostrato nei confronti di un’umanità ribelle, nemica di Dio
Egli non ha provato nei nostri confronti una vaga infatuazione, un sentimento vano che ci facesse risultare desiderabili, ma ha scelto diamare, ha scelto di darci l’unica via di salvezza efficace, ha scelto di offrire sé stesso in sacrificio, affinché chiunque si riconosce bisognoso di tale sacrificio possa trovare pace con Dio.
In un giorno in cui si fa un gran parlare di amore, vogliamo indicarne la manifestazione pratica, nella speranza che sia fonte di ispirazione per chiunque la legga, e che attraverso essa ciascuno possa capire ed accettare il grande amore di Dio verso l’umanità, e al tempo stesso desiderare di imparare ad amare in un modo tanto profondo.
«Se dunque v’è qualche incoraggiamento in Cristo, se vi è qualche conforto d’amore, se vi è qualche comunione di Spirito, se vi è qualche tenerezza di affetto e qualche compassione, rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento. Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a sé stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma spogliò sé stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò sé stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre» (Lettera ai Filippesi, cap.2, vv.1-11)
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di quello di dar la sua vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio. Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri» (Vangelo di Giovanni, cap.15, vv.12-17)
Amore non è emozione che genera l'agire , bensì il desiderio di agire in favore di altro/a che genera emozione nel vedere la gioia arrecata.......