Un credente, di qualunque età, giovane o meno che sia, deve badare alla propria testimonianza. Non deve agire con superficialità, ma essere giudizioso, un figlio di Dio accorto che agisce con conoscenza della Parola di Dio, che mostra la propria saggezza nel discernere la strada da seguire Proverbi 13:16; 14:8.
Capiterà nella vita, che per mantenere un sano comportamento cristiano, si dovrà affrontare qualche sofferenza, perché la società richiede tutt’altra condotta e spesso un credente è messo di fronte a scelte che cercano di compromettere la propria integrità.
Perché impegnarsi per avere una sana testimonianza, una buona reputazione? Gesù disse: “Voi siete il sale della terra … Voi siete la luce del mondo ... Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.” Dio attraverso i credenti vuole insaporire e illuminare le menti di quanti vivono nel peccato.
L’aiuto nei momenti difficili viene dal Signore che sostiene ogni suo figlio che desidera onorarlo, infatti, Dio onora quelli che lo onorano. Un buon appellativo che gli altri possono attribuire ai credenti è: Cristiani. Questo accadde ad Antiochia, molti secoli fa, ma, di certo il miglior titolo che identifica una buona reputazione è l’essere chiamati e considerati Cristiani.
Dimostrando ubbidienza, coerenza e integrità, non sarà difficile acquisire questo nome che onora Dio e il credente stesso. Essere considerati o a volta additati come seguaci di Cristo, è la reputazione migliore che un uomo possa avere, anche se deve sopportare maldicenze, calunnie, critiche e in molti paesi del mondo anche persecuzioni e la condanna a morte.