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ARGOMENTO: Abramo

Abramo 15/05/2012 11:00 #2844

Abramo nacque a "Ur dei Caldei" #Ge 11:28, nella zona dove l’Eufrate sfocia nel Golfo Persico. Gli studiosi insegnano che, data l’insabbiatura del golfo nel corso dei secoli, oggi l’Eufrate sfocia circa centocinquanta chilometri più a sud di dove era collocata Ur. Oggi, Ur si trova nell’angolo sudorientale dell’Iraq, a circa 120 km. dal confine con il Kuwait. Non è quindi lontana dal luogo che fu il centro della Operation Desert Storm nella guerra del golfo del 1991.

Ur era un porto importante per il commercio con l’India e l’Africa tramite il Golfo Persico. Ai tempi di Abramo, quella regione era anche ottima per allevare il bestiame. Non ci sorprende quindi che Abramo fosse impegnato fin dalla gioventù in questa occupazione, che continuò a svolgere con molto successo in Canaan.
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Ringraziano per il messaggio: francotecnos

Re: Abramo 15/05/2012 11:01 #2845

Studiando i parenti di Abramo che lasciarono un marchio sulla sua vita, noteremo il suo antenato, suo padre, i suoi fratelli, suo nipote e sua moglie.

Il suo antenato. Dopo il diluvio, il mondo fu popolato dai discendenti dei tre figli di Noè: Sem, Cam e Iafet. Abramo discende da Sem. Genesi 11 offre un’ottima genealogia che va da Sem ad Abramo e dimostra che Abramo nacque circa tre o quattrocento anni dopo il diluvio e circa duemila anni prima della nascita di Gesù Cristo a Betlemme. Nella storia umana, fu circa a metà strada tra Adamo e Cristo.

Sem e Iafet erano migliori di Cam, il terzo figlio di Noè, che provocò la sua tremenda maledizione #Ge 9:24,25. Nel pronunciare questa maledizione dei discendenti di Cam, Noè benedisse Sem e Iafet che avevano dimostrato integrità #Ge 9:26,27. La benedizione di Sem fu la massima tra le due, perché contiene un messaggio evangelico.

Suo padre. Il padre di Abramo si chiamava Tera #Ge 11:27, un idolatra #Gs 24:2 che condusse la sua famiglia nell’idolatria. Abramo era molto legato al padre, anzi, fin troppo. Lo vediamo nel fatto che, finché suo padre era in vita, Abramo non ubbidì pienamente la chiamata divina, come noteremo in seguito. Tera non era un buon padre perché fu una pietra d’inciampo per Abramo. Non lo incoraggiò a ubbidire pienamente ai comandamenti di Dio, ma lo indusse a disubbidire. Purtroppo, moltissimi padri sono come Tera. Non incoraggiano i figli a servire pienamente Gesù Cristo, ma promuovono il compromesso, l’amore per il mondo e il disinteresse per Dio. La nobile vita di fede di Abramo non è dovuta a Tera.

I suoi fratelli. Abramo aveva due fratelli: Naor e Aran #Ge 11:27, che ebbero entrambi un ruolo importante nella sua vita.

Aran fu importante come padre di Lot. Morì prematuramente a Ur prima di Tera #Ge 11:28 e prima della chiamata di Abramo e lasciò un figlio, Lot, che aveva bisogno di guida. Lot crebbe quindi sotto le cure di Tera #Ge 11:31 e poi, alla morte di Tera, di Abramo #Ge 12:5. Noteremo di più a suo riguardo in breve e anche in altri capitoli di questo libro.

Naor fu importante nella vita di Abramo perché sua nipote Rebecca sposò Isacco, figlio di Abramo #Genesi 24, come vedremo più dettagliatamente in un capitolo successivo, e le sue pronipoti Rachele e Lea sposarono Giacobbe, nipote di Abramo #Genesi 29.

Suo nipote. Come abbiamo già notato, Lot, nipote di Abramo, fu una parte importante della sua vita perché Abramo se ne prese cura #Ge 12:5. Lot però gli causò molti problemi. Non essendo spirituale come Abramo, lo seguì fino in Canaan, ma con interessi molto diversi. Ciò creò grandi problemi, al punto che i due dovettero separarsi, come noteremo in un capitolo successivo (per uno studio più approfondito di Lot, si veda il libro omonimo di questo autore).

Sua moglie. La moglie di Abramo era Sara #Ge 11:29, con cui era imparentata, essendo una sua sorellastra (figlia del padre di Abramo, ma non della madre) #Ge 22:12. A quei tempi, il matrimonio tra consanguinei era praticato con la benedizione di Dio, ma fu proibito in seguito. Agli albori della storia, era necessario sposare consanguinei perché la popolazione era scarsa. I critici della Bibbia si impegolano in quisquilie come "dove trovò moglie Caino," ma è aria sprecata. Caino sposò ovviamente una sorella o una nipote. Dove avrebbe trovato moglie altrimenti? Abramo sposò la sua sorellastra, come dicono chiaramente le Scritture. Ciò non giustifica l’uso di queste pratiche oggi, perché non sono più necessarie.

Sara fu molto importante nella vita di Abramo, anzi, la più importante di tutti i suoi parenti. Come noteremo in seguito, era una donna bellissima che, anche se dimostrò fede nella nascita di Isacco #Eb 11:11 e fu un esempio perché chiamava Abramo "signore" #1Pi 3:5,6, gli diede troppo spesso più problemi che assistenza.
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Re: Abramo 15/05/2012 11:02 #2846

La religione di Abramo

Quando ricevette la chiamata di Dio, Abramo era un idolatra. La cosa non sorprende, perché Ur era un centro importante del paganesimo. Come abbiamo già visto, Tera, il padre di Abramo, era un idolatra e condusse la sua famiglia nell’idolatria, e le Scritture lo dicono chiaramente: "Così parla l’Eterno, l’Iddio d’Israele: I vostri padri, come Terah padre d’Abrahamo e padre di Nahor, abitarono anticamente di là dal fiume [Eufrate], e servirono ad altri dei" #Gs 24:2.

L’adorazione della luna e delle stelle era molto diffusa a quei tempi. "In quell’atmosfera chiara e trasparente, gli astri celesti risplendevano di una luce straordinaria, inducendo gli antichi Caldei ad adottare un sistema di adorazione del creato. Ben presto, si aggiunsero riti di assoluta lascivia e immoralità, comuni a tutto il genere umano quando rifiuta ei ricordare Dio e cede ai dettami della propria concupiscenza" (F. B. Meyer). Anche se Abramo ne fu separato grazie alla chiamata divina, suo fratello Naor praticava questa idolatria, che tramandò a suo nipote Laban e alle sue figlie (le mogli di Giacobbe), come leggiamo in #Ge 31:30-34.

Mettendo in luce il triste ambiente religioso in cui visse Abramo, Isaia parla ai suoi discendenti della "buca della cava onde foste cavati" #Is 51:1. Che gran cambiamento avvenne in Abramo a causa della chiamata divina! La sua intera vita fu trasformata gloriosamente; il suo carattere, il suo atteggiamento, la sua posizione e il suo destino eterno; perché non respinse la chiamata di Dio. È lo stesso per la salvezza dell’anima.

Il fatto che Dio avesse chiamato Abramo ad abbandonare l’idolatria indica che fu un atto di grazia. Com’è appropriato che una chiamata così significativa per il piano divino della salvezza fosse data principalmente per grazia. Certi cercano di dimostrare che Abramo viveva in maniera diversa dagli altri a Ur e che è per questo che Dio lo chiamò, ma le Scritture non incoraggiano affatto quest’idea. Al contrario, ci portano a concludere che Dio, con la sua grazia stupenda, ha teso la mano per trarre Abramo da quella fossa d’idolatria, cambiando radicalmente la sua vita. Abramo, come tutte le anime redente, è un monumento della grazia di Dio.
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Re: Abramo 15/05/2012 11:04 #2847

I precetti

"Or l’Eterno disse ad Abramo: Vattene dal tuo paese e dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò" #Ge 12:1. I precetti erano fondamentalmente due: Abramo doveva lasciare un luogo e recarsi in un altro. Per ubbidire a questi precetti, erano necessarie quattro cose: la separazione, il sacrificio, le fatiche e la fede.

Separazione. "Vattene" è un ordine di separazione. Dio chiamò Abramo a separarsi da un luogo ("dal tuo paese") e da un popolo ("dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre") e, come rivelano le Scritture in questa storia, anche dalle abitudini empie. Per fare la volontà di Dio, vivendo per lui e servendolo in maniera accettabile, spesso avrebbe dovuto separarsi da luoghi, gente e abitudini che lo avrebbero ostacolato.

Separarsi non è un atto popolare. Gli uomini preferiscono unirsi. I predicatori, le chiese e le denominazioni che mettono in luce la separazione sono quindi derisi e chiamati legalisti, antiquati e crudeli. L’opposizione alla separazione è così forte nelle chiese odierne che le pratiche separatiste del fondamentalismo pio del passato stanno dissipandosi rapidamente, sostituite dalle filosofie popolari, ma corrotte, degli evangelici moderni. Le nostre chiese e le nostre scuole cristiane rivelano sempre più questa trasformazione empia e distruttiva. Se non ci separiamo dal mondo, non possiamo influenzarlo in maniera santa. "È impossibile scuotere la nostra società se viviamo sotto il suo incantesimo. Se invece usciamo, chiamati da Dio, dal suo ambito, possiamo agire su di essa con un potere irresistibile. Archimede si vantava di poter sollevare il mondo intero se solo potesse ottenere, al di fuori di esso, un fulcro su cui porre la sua leva. Non sorprendetevi quindi se Dio vi chiama a essere un popolo suo proprio affinché possiate agire con un potere benedetto sulla grande società umana" (F. B. Meyer).

Alcuni possono ribattere che Abramo aveva lasciato un paese idolatra (Ur) per abitare in un altro paese idolatra (Canaan). Quando però arrivò a Canaan, non fraternizzò con i Cananei! È vero che dovette stringere dei patti #Ge 14:13 Ge 21:32 e fare transazioni Genesi 23 con loro, ma, a parte questi contatti necessari, rimase tra di loro come un forestiero e un pellegrino. In Canaan, Abramo era nel mondo, ma non del mondo.

Notate la duplice separazione comandata ad Abramo: doveva uscire per poter entrare, lasciare un luogo per recarsi in un altro. Non abbandoniamo qualcosa e basta, ma lo facciamo per recarci altrove. Non ci separiamo da luoghi, popoli e pratiche empie e basta, ma lo facciamo per qualificarci al servizio di Dio e per poterlo svolgere meglio. Certe persone non si avvicinerebbero mai ai covi di iniquità e non starebbero mai con persone empie, ma non servono quasi mai il Signore. Stanno là come mummie sui banchi di chiesa, fiere di sé perché non fanno questa e quest’altra cosa e non vanno in quel o quell’altro luogo malvagio. Sono brave a "non fare," ma non a "fare." Non capiscono che la separazione ha due aspetti e che il "non fare" serve ad aiutarci a "fare".

Sacrificio. Per ubbidire alla chiamata divina, Abramo dovette sacrificare molto. Dovette abbandonare il suo luogo di nascita, i suoi amici e i suoi parenti, che gli erano tutti molto cari. "La chiamata di Dio estirpa sempre molte cose che la natura umana tiene strette. Dobbiamo essere pronti a prendere la nostra croce ogni giorno se vogliamo seguire dove ci invia. Ogni passo di vero progresso nella vita divina comporta un altare su cui si offre un frammento amato di se stessi o un memoriale sotto cui è stato sepolto qualche idolo prediletto" (F. B. Meyer).

Evitare i sacrifici è uno dei più grandi ostacoli al servizio cristiano. Molti limitano molto il proprio servizio o non ubbidiscono addirittura alla chiamata di Dio perché non sono disposti a sacrificarsi molto per lui. Non vogliono sacrificare la propria posizione, i propri beni, la propria famiglia, i propri amici, le proprie ricchezze, il proprio tempo, o le proprie comodità. Abramo non sarebbe mai arrivato in Canaan e non sarebbe mai diventato il grande patriarca degli Ebrei senza sacrificarsi. Non ci sarebbe una via per la salvezza se Dio non avesse sacrificato suo Figlio; il sacrificio più grande che sia mai stato fatto. Pensateci: limitate il vostro servizio a Dio e fate soffrire la sua opera perché non volete sacrificarvi?

Fatiche. Ubbidire ai precetti di Dio richiese molte fatiche da Abramo, che dovette trasferire i suoi grandi greggi, le sue tende, il suo equipaggiamento e i suoi parenti a centinaia di chilometri di distanza (quasi mille solo da Ur a Caran) per arrivare a Canaan. Non fu un’impresa facile, ma fu necessaria per ubbidire alla chiamata divina.

Chi vuole ubbidire al Signore scoprirà sempre che l’ubbidienza piena ai precetti di Dio richiede molte fatiche e sudore. Chi è pigro non lo ubbidirà o servirà mai bene. D’altro lato, uno dei motivi per cui l’Apostolo Paolo servì Dio così bene era che non aveva paura di faticare. Nelle sue epistole ne parla frequentemente. Disse, in un’occasione: "ho faticato più di loro tutti" #1Co 15:10. I dodici discepoli di Cristo erano buoni lavoratori. Erano in gran parte pescatori e appena li incontriamo nelle Scritture leggiamo che si affaticarono "tutta la notte" #Lu 5:5 a pescare. Non erano persone pigre e non avevano paura di lavorare. Quindi, a eccezione di Giuda, furono buoni discepoli perché un buon discepolo deve lavorare sodo.

Fede. La grande importanza della fede in questi precetti è evidente nell’espressione "che io ti mostrerò." Dio ordinò ad Abramo di andare in un paese che gli avrebbe mostrato in seguito. L’autore del Libro di Ebrei lo mette in luce dicendo che Abramo "partì [da Ur] senza sapere dove andava" #Eb 11:8. Dovette andare avanti passo per passo, giorno dopo giorno, confidando che Dio gli avrebbe dato le indicazioni necessarie. Dio non gli disse tutto immediatamente, ma un po’ per volta.

Ubbidire in una situazione simile è folle per l’uomo naturale, che vuole conoscere tutto in una volta; la destinazione, la via e lo scopo; prima di fare un solo passo. Quella non è fede. Per ubbidire ai precetti di Dio ci vuole fede. Dobbiamo credere che Dio ci mostrerà ciò che dobbiamo sapere quando dobbiamo saperlo. Dobbiamo avere fede nella saggezza e nella volontà di Dio, altrimenti non potremo onorarlo e servirlo bene.

È importante distinguere tra la fede vera e la fede falsa nell’applicazione della frase "ti mostrerò." Molti che si professano credenti giustificano la loro indecisione e inoperosità dicendo che Dio non gli ha ancora rivelato la sua volontà. Parlano tanto della volontà di Dio, dicendo che un giorno Dio gliela mostrerà, ma intanto stanno fermi. Noterete però che Abramo non rimase inoperoso perché Dio non gli aveva ancora mostrato dove andare. C’erano molte cose che poteva e doveva fare prima dell’adempimento di quella promessa. Quando facciamo ciò che sappiamo già di dover fare, un giorno scopriremo che cosa ci vuole mostrare Dio. I Cristiani che restano inoperosi nel servizio del Signore o sembrano perennemente indecisi non possono giustificare il proprio atteggiamento e la propria condotta dicendo di voler attendere ciò che Dio deve mostrare. Anzi, se non fanno niente, non vedranno mai l’adempimento di quella promessa.
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Re: Abramo 15/05/2012 11:10 #2849

Le promesse

Dopo aver detto ad Abramo cosa fare, Dio gli diede alcune promesse per incoraggiarlo e ispirarlo a ubbidire ai precetti: "Io farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione e benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra" #Ge 12:2,3. Notate che Dio diede promesse e non ragioni per incoraggiarlo a servire. È ciò che fa di solito. F. B. Meyer spiega bene questa abitudine di Dio: "Dio non dà sempre delle ragioni per i suoi comandamenti, ma delle promesse espresse o comprese. Le ragioni susciterebbero discussioni, mentre le promesse dimostrano che le ragioni, pur essendo celate, sono sufficienti. Comprendiamo le promesse anche se le ragioni possono lasciarci perplessi e confusi. Le ragioni sono intellettuali, metafisiche e spirituali, ma le promesse sono pratiche, positive e generose".

Notiamo sei cose su queste promesse: il futuro delle promesse, il numero delle promesse, il luogo delle promesse, l’opposizione alle promesse, l’adempimento delle promesse e l’Evangelo nelle promesse.

Il futuro delle promesse. Passò molto tempo prima che le promesse di Dio ad Abramo fossero adempiute: in alcuni casi, centinaia di anni. Non è una cosa gradita alla natura carnale, ma permette alla fede di fiorire. La natura carnale vuole tutto subito e ha poca pazienza quando si tratta di aspettare Dio. Si entusiasma quindi poco di fronte alle promesse di Dio, anche se si tratta di grandi benedizioni. Abramo si comportò diversamente. La sua fede era salda e stimò quindi le promesse.

Il numero delle promesse. Ci sono almeno sette promesse nella chiamata: (1) "io farò di te una grande nazione"; (2) "ti benedirò"; (3) "renderò grande il tuo nome"; (4) "tu sarai fonte di benedizione"; (5) "benedirò quelli che ti benediranno"; (6) "maledirò chi ti maledirà"; e (7) "in te saranno benedette tutte le famiglie della terra".

Se confrontiamo il numero di precetti con il numero di promesse, notiamo subito che ciò che Dio avrebbe fatto per Abramo è molto più di quello che chiese ad Abramo di fare per lui. Molti si lamentano che i comandamenti di Dio sono restrittivi, gravosi e opprimenti, ma quelle lamentele non sono valide se si considerano le sue promesse, che risarciscono ampiamente ogni sforzo, costo o dispiacere in cui si incorre per ubbidire ai precetti. Chi onora i precetti di Dio non ci rimette mai; le promesse di Dio lo assicurano!

Il luogo delle promesse. Di solito, Dio dà precetti prima di dare promesse, come si nota nelle Scritture. È così anche in questa chiamata: Dio disse ad Abramo prima cosa fare, e poi cosa avrebbe fatto per lui. Parla prima dei nostri doveri e poi dei nostri salari.

È un ordine giusto che si deve mettere in pratica più di quanto si faccia. Gli uomini sembrano interessati solo alla paga e dimostrano poco interesse per il dovere. Sono più interessati ai privilegi che alle responsabilità. È un atteggiamento egoistico che non conduce a un buon svolgimento del proprio dovere. Mette in risalto i diritti e i privilegi più che gli obblighi, dimostrando più interesse nel modo con cui si è trattati che in quello con cui si trattano gli altri.

Per ottenere tutto ciò che Dio aveva promesso nella sua chiamata, Abramo doveva prestare la giusta attenzione ai precetti. È lo stesso per tutti. Chi pensa solo ai propri diritti, privilegi e guadagni ci rimetterà, perché trascura le responsabilità, i doveri e gli obblighi che conducono a diritti, privilegi e paga. Gran parte delle lamentele da parte delle minoranze che affermano di non ricevere i giusti diritti sta proprio in questo. Non neghiamo che le minoranze siano state trattate ingiustamente, ma spesso non hanno i diritti che ritengono di dover avere perché non prestano abbastanza attenzione ai loro doveri. Per lo più, quelli di loro che hanno ottenuto grandi privilegi, paghe e promozioni non trascorrono tanto tempo a lamentarsi di non avere abbastanza diritti, ma si concentrano sui loro doveri. È lo stesso per i Cristiani che si lamentano di non ricevere abbastanza benedizioni da Dio. Mettere in luce i precetti non è ovviamente una cosa popolare, ma dobbiamo farlo e proclamarlo di più al giorno d’oggi!

L’opposizione alle promesse. Le circostanze ostacolano quasi ogni promessa di Dio, mettendo alla prova la nostra fede: diamo più peso alle circostanze o alle promesse? La fede vota in favore delle promesse e l’incredulità delle circostanze.

Le circostanze in cui si trovava Abramo sembravano negare le promesse fatte da Dio in questa grande chiamata. Dio promise che da Abramo sarebbe sorto un grande popolo, ma le circostanze rendevano assurda la promessa, perché Abramo non aveva figli e sia lui che Sara erano troppo vecchi per averne. Dio promise di benedire Abramo, ma le circostanze predicevano solo perdite. In due casi, Dio promise che Abramo sarebbe stato una gran fonte di benedizioni al mondo, ma le circostanze indicavano che causava solo dei problemi a chi lo circondava, lasciando Ur e facendo il duro viaggio verso Canaan. Dio promise di rendere grande il nome di Abramo, ma le circostanze lo facevano apparire come un pazzo, non un grand’uomo, nel lasciare il suo paese e la sua famiglia per andare in una terra straniera. Dio promise (soprattutto dicendo: "maledirò chi ti maledirà") che Abramo sarebbe stato al sicuro, ma le circostanze indicavano che, ubbidendo ai precetti di Dio, Abramo sarebbe finito tra popoli ostili.

Le circostanze di Abramo non incoraggiarono affatto l’adempimento delle promesse di Dio, ma le Scritture insegnano sempre che le circostanze non lo possono fermare. Ogni promessa fatta ad Abramo fu vittoriosa sulle circostanze contrarie. Ciò deve incoraggiarci a non lasciarci abbattere quando le circostanze sembrano opporsi alle promesse.

L’adempimento delle promesse. Notiamo alcuni modi palesi in cui Dio adempì a queste promesse. Saremo necessariamente brevi, perché gli adempimenti sono tanti. Tuttavia, qualche nota sull’adempimento di queste promesse ci ricorderà la grande fedeltà di Dio nel mantenerle e ci dimostrerà come le adempie nonostante le circostanze sembrino dettare il contrario.

L’adempimento della prima promessa ("farò di te una grande nazione") è un fatto storico che sarà adempiuto ancor più grandemente in futuro. La grandezza d’Israele sotto la guida di Davide e Salomone dimostra un adempimento già avvenuto. Il ritorno di Cristo sul trono d’Israele nel millennio marcherà l’adempimento più grande.

Per notare l’adempimento della seconda promessa ("ti benedirò"), basta leggere qualcuno dei prossimi capitoli di Genesi, in cui si vede che Abramo prosperò materialmente e, cosa ben più importante, ricevette grandi benedizioni spirituali. Dio adempì certamente questa promessa.

L’adempimento della terza promessa ("renderò grande il tuo nome") è incontestabile. Per circa quattromila anni, la fama del nome di Abramo ha superato quella di molti altri. Il suo nome è stato riverito non solo dagli Ebrei, ma da molti altri popoli della terra: dai seguaci di Maometto ai seguaci di Cristo.

La quarta promessa ("tu sarai fonte di benedizione"), come la seconda, è adempiuta rapidamente nelle Scritture. Il fatto che Abramo avesse salvato gli abitanti di Sodoma ne è un esempio sufficiente, riferito in Genesi 14, solo due capitoli dopo li nostro testo. Una lezione importante che impariamo da questa promessa e dal suo adempimento è che Dio benedice per permetterci di essere benedizioni per gli altri. Le benedizioni di Dio non devono essere godute egoisticamente, ma usate per far del bene agli altri. "Ti benedirò" dev’essere seguito da "tu sarai fonte di benedizione".

La quinta e la sesta promessa ("benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà") sono due promesse collegate tra di loro che il genere umano non può ignorare, o perderà grandi benedizioni e subirà grandi punizioni. L’Egitto, Babilonia, Roma e la Germania erano nazioni molto famose e grandi poteri mondiali, ma furono distrutte o divennero nazioni di seconda classe perché maltrattarono gli Ebrei. D’altro lato, gli Stati Uniti sono stati benedetti per il loro atteggiamento benevolo verso gli Ebrei; un atteggiamento che sta però purtroppo svanendo molto rapidamente. Durante la seconda guerra mondiale, per esempio, questo atteggiamento creò un grande influsso di grandi menti: gli scienziati ebrei che fuggirono dalla Germania nazista per venire negli Stati Uniti. Il fatto di essere stati la prima nazione nel mondo a riconoscere l’indipendenza di Israele nel 1948 ha certamente contribuito alla grande misericordia che Dio ha avuto per il nostro paese.

La settima promessa ("in te saranno benedette tutte le famiglie della terra") ha molti adempimenti: il più importante è l’Evangelo, di cui tratteremo in una sezione a parte. Qui ne noteremo altri. Uno dei più grandi è la Bibbia, che è principalmente un libro ebraico. La Parola di Dio fu scritta da Ebrei, tranne il Libro di Luca (ma alcuni credono che Luca fosse ebreo). Un famoso studioso ebraico, S. Schechter, scrisse: "Il nostro grande dono di cui il genere umano può essere grato è la Parola di Dio, la Bibbia," e ha ragione. Un altro adempimento di questa promessa è l’esistenza del nostro paese. L’uomo che venne a salvare il nostro paese durante la Guerra rivoluzionaria, dando i fondi necessari per continuare a combattere e portando quindi libertà al paese, era un Ebreo, Haym Salomon.

Ci sono altri adempimenti di questa promessa che continuano a essere fonti di benedizioni per il genere umano. La prima persona a inventare un mezzo di produzione, trasmissione e individuazione delle onde hertziane fu Herman Hertz, un Ebreo. Il pioniere dell’aviazione che fu il primo a far volare degli aerei più pesanti dell’aria (alianti) fu Otto Lilienthal, un Ebreo. Lilienthal ispirò gli audaci esperimenti dei fratelli Wright, che riconobbero il suo influsso. L’inventore originale dei dirigibili fu David Schwartz, un Ebreo. La prima automobile a combustibili liquidi fu ideata da un Ebreo, Siefried Marcus. Il grande scienziato Albert Einstein, la cui opera ha lasciato tanti contributi al mondo, era un Ebreo. La valvola a tre elementi che diventò utilissima all’invenzione della radio fu ideata da Robert Von Lieben, un Ebreo. La trasmissione telegrafica di foto è stata attribuita ad Arthur Korn, un Ebreo. L’invenzione della ruota a raggi fu resa possibile grazie a un Ebreo, Nahum Salomon. La scoperta del petrolio è attribuita ad Abramo Schreiner, un Ebreo. La scoperta del processo di fotografia a colori è opera di Gabriel Lippmann, un Ebreo. Il fondatore dell’acciaio inossidabile era un Ebreo, Benno Strauss. Uno degli scopritori dell’insulina per la cura del diabete era un Ebreo, Minkowsky. La madre di William Booth, fondatore della Salvation Army, era ebrea. La Croce Rossa americana fu stabilita da un Ebreo, Adolphus Salomone. Potremmo andare avanti indefinitamente, ma ci fermeremo per mancanza di spazio per procedere alla prossima sezione, che tratta del più grande adempimento di questa promessa: l’Evangelo.

L’adempimento della terza promessa ("renderò grande il tuo nome") è incontestabile. Per circa quattromila anni, la fama del nome di Abramo ha superato quella di molti altri. Il suo nome è stato riverito non solo dagli Ebrei, ma da molti altri popoli della terra: dai seguaci di Maometto ai seguaci di Cristo.

La quarta promessa ("tu sarai fonte di benedizione"), come la seconda, è adempiuta rapidamente nelle Scritture. Il fatto che Abramo avesse salvato gli abitanti di Sodoma ne è un esempio sufficiente, riferito in Genesi 14, solo due capitoli dopo li nostro testo. Una lezione importante che impariamo da questa promessa e dal suo adempimento è che Dio benedice per permetterci di essere benedizioni per gli altri. Le benedizioni di Dio non devono essere godute egoisticamente, ma usate per far del bene agli altri. "Ti benedirò" dev’essere seguito da "tu sarai fonte di benedizione".

La quinta e la sesta promessa ("benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà") sono due promesse collegate tra di loro che il genere umano non può ignorare, o perderà grandi benedizioni e subirà grandi punizioni. L’Egitto, Babilonia, Roma e la Germania erano nazioni molto famose e grandi poteri mondiali, ma furono distrutte o divennero nazioni di seconda classe perché maltrattarono gli Ebrei. D’altro lato, gli Stati Uniti sono stati benedetti per il loro atteggiamento benevolo verso gli Ebrei; un atteggiamento che sta però purtroppo svanendo molto rapidamente. Durante la seconda guerra mondiale, per esempio, questo atteggiamento creò un grande influsso di grandi menti: gli scienziati ebrei che fuggirono dalla Germania nazista per venire negli Stati Uniti. Il fatto di essere stati la prima nazione nel mondo a riconoscere l’indipendenza di Israele nel 1948 ha certamente contribuito alla grande misericordia che Dio ha avuto per il nostro paese.

La settima promessa ("in te saranno benedette tutte le famiglie della terra") ha molti adempimenti: il più importante è l’Evangelo, di cui tratteremo in una sezione a parte. Qui ne noteremo altri. Uno dei più grandi è la Bibbia, che è principalmente un libro ebraico. La Parola di Dio fu scritta da Ebrei, tranne il Libro di Luca (ma alcuni credono che Luca fosse ebreo). Un famoso studioso ebraico, S. Schechter, scrisse: "Il nostro grande dono di cui il genere umano può essere grato è la Parola di Dio, la Bibbia," e ha ragione. Un altro adempimento di questa promessa è l’esistenza del nostro paese. L’uomo che venne a salvare il nostro paese durante la Guerra rivoluzionaria, dando i fondi necessari per continuare a combattere e portando quindi libertà al paese, era un Ebreo, Haym Salomon.

Ci sono altri adempimenti di questa promessa che continuano a essere fonti di benedizioni per il genere umano. La prima persona a inventare un mezzo di produzione, trasmissione e individuazione delle onde hertziane fu Herman Hertz, un Ebreo. Il pioniere dell’aviazione che fu il primo a far volare degli aerei più pesanti dell’aria (alianti) fu Otto Lilienthal, un Ebreo. Lilienthal ispirò gli audaci esperimenti dei fratelli Wright, che riconobbero il suo influsso. L’inventore originale dei dirigibili fu David Schwartz, un Ebreo. La prima automobile a combustibili liquidi fu ideata da un Ebreo, Siefried Marcus. Il grande scienziato Albert Einstein, la cui opera ha lasciato tanti contributi al mondo, era un Ebreo. La valvola a tre elementi che diventò utilissima all’invenzione della radio fu ideata da Robert Von Lieben, un Ebreo. La trasmissione telegrafica di foto è stata attribuita ad Arthur Korn, un Ebreo. L’invenzione della ruota a raggi fu resa possibile grazie a un Ebreo, Nahum Salomon. La scoperta del petrolio è attribuita ad Abramo Schreiner, un Ebreo. La scoperta del processo di fotografia a colori è opera di Gabriel Lippmann, un Ebreo. Il fondatore dell’acciaio inossidabile era un Ebreo, Benno Strauss. Uno degli scopritori dell’insulina per la cura del diabete era un Ebreo, Minkowsky. La madre di William Booth, fondatore della Salvation Army, era ebrea. La Croce Rossa americana fu stabilita da un Ebreo, Adolphus Salomone. Potremmo andare avanti indefinitamente, ma ci fermeremo per mancanza di spazio per procedere alla prossima sezione, che tratta del più grande adempimento di questa promessa: l’Evangelo.

L’adempimento della terza promessa ("renderò grande il tuo nome") è incontestabile. Per circa quattromila anni, la fama del nome di Abramo ha superato quella di molti altri. Il suo nome è stato riverito non solo dagli Ebrei, ma da molti altri popoli della terra: dai seguaci di Maometto ai seguaci di Cristo.

La quarta promessa ("tu sarai fonte di benedizione"), come la seconda, è adempiuta rapidamente nelle Scritture. Il fatto che Abramo avesse salvato gli abitanti di Sodoma ne è un esempio sufficiente, riferito in Genesi 14, solo due capitoli dopo li nostro testo. Una lezione importante che impariamo da questa promessa e dal suo adempimento è che Dio benedice per permetterci di essere benedizioni per gli altri. Le benedizioni di Dio non devono essere godute egoisticamente, ma usate per far del bene agli altri. "Ti benedirò" dev’essere seguito da "tu sarai fonte di benedizione".

La quinta e la sesta promessa ("benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà") sono due promesse collegate tra di loro che il genere umano non può ignorare, o perderà grandi benedizioni e subirà grandi punizioni. L’Egitto, Babilonia, Roma e la Germania erano nazioni molto famose e grandi poteri mondiali, ma furono distrutte o divennero nazioni di seconda classe perché maltrattarono gli Ebrei. D’altro lato, gli Stati Uniti sono stati benedetti per il loro atteggiamento benevolo verso gli Ebrei; un atteggiamento che sta però purtroppo svanendo molto rapidamente. Durante la seconda guerra mondiale, per esempio, questo atteggiamento creò un grande influsso di grandi menti: gli scienziati ebrei che fuggirono dalla Germania nazista per venire negli Stati Uniti. Il fatto di essere stati la prima nazione nel mondo a riconoscere l’indipendenza di Israele nel 1948 ha certamente contribuito alla grande misericordia che Dio ha avuto per il nostro paese.

La settima promessa ("in te saranno benedette tutte le famiglie della terra") ha molti adempimenti: il più importante è l’Evangelo, di cui tratteremo in una sezione a parte. Qui ne noteremo altri. Uno dei più grandi è la Bibbia, che è principalmente un libro ebraico. La Parola di Dio fu scritta da Ebrei, tranne il Libro di Luca (ma alcuni credono che Luca fosse ebreo). Un famoso studioso ebraico, S. Schechter, scrisse: "Il nostro grande dono di cui il genere umano può essere grato è la Parola di Dio, la Bibbia," e ha ragione. Un altro adempimento di questa promessa è l’esistenza del nostro paese. L’uomo che venne a salvare il nostro paese durante la Guerra rivoluzionaria, dando i fondi necessari per continuare a combattere e portando quindi libertà al paese, era un Ebreo, Haym Salomon.

Ci sono altri adempimenti di questa promessa che continuano a essere fonti di benedizioni per il genere umano. La prima persona a inventare un mezzo di produzione, trasmissione e individuazione delle onde hertziane fu Herman Hertz, un Ebreo. Il pioniere dell’aviazione che fu il primo a far volare degli aerei più pesanti dell’aria (alianti) fu Otto Lilienthal, un Ebreo. Lilienthal ispirò gli audaci esperimenti dei fratelli Wright, che riconobbero il suo influsso. L’inventore originale dei dirigibili fu David Schwartz, un Ebreo. La prima automobile a combustibili liquidi fu ideata da un Ebreo, Siefried Marcus. Il grande scienziato Albert Einstein, la cui opera ha lasciato tanti contributi al mondo, era un Ebreo. La valvola a tre elementi che diventò utilissima all’invenzione della radio fu ideata da Robert Von Lieben, un Ebreo. La trasmissione telegrafica di foto è stata attribuita ad Arthur Korn, un Ebreo. L’invenzione della ruota a raggi fu resa possibile grazie a un Ebreo, Nahum Salomon. La scoperta del petrolio è attribuita ad Abramo Schreiner, un Ebreo. La scoperta del processo di fotografia a colori è opera di Gabriel Lippmann, un Ebreo. Il fondatore dell’acciaio inossidabile era un Ebreo, Benno Strauss. Uno degli scopritori dell’insulina per la cura del diabete era un Ebreo, Minkowsky. La madre di William Booth, fondatore della Salvation Army, era ebrea. La Croce Rossa americana fu stabilita da un Ebreo, Adolphus Salomone. Potremmo andare avanti indefinitamente, ma ci fermeremo per mancanza di spazio per procedere alla prossima sezione, che tratta del più grande adempimento di questa promessa: l’Evangelo.
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