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ARGOMENTO: Rut

Rut 18/06/2012 11:53 #3871

Capitolo 1.

La rovina

Ru 1:1-5

La storia di Rut inizia con un’immagine di rovina, che fa da scenario a questa commovente narrativa biblica. Fu la rovina a condurre Rut, Moabita, in seno a una famiglia ebrea e a farne un’antenata di Cristo. Fu una grande rovina, che portò la famiglia dall’abbondanza alla penuria Ru 1:21. Non rappresentò però la fine della storia, perché la grazia di Dio riempì quella penuria con l’abbondante gioia della nascita di un figlio, che introdusse vita dopo il dominio della morte e colmò i cuori tristi e affranti con letizia e con una promessa. Dio diede "un diadema in luogo di cenere, l’olio della gioia in luogo di duolo, il manto della lode in luogo d’uno spirito abbattuto" Is 61:3. È un’ottima immagine della salvezza. Dove il peccato aveva condotto alla rovina, un figlio (che, essendo progenitore di Cristo illustra l’opera di Cristo) venne a portare vita, gioia e benedizioni. Cristo, il Figlio di Dio, è il gran Redentore di chi è in rovina.

In questo primo capitolo del nostro studio di Rut, considereremo i dettagli contenuti nelle Scritture su questa rovina che portò provvidenzialmente Rut sulla scena del libro omonimo. Esaminando questa rovina, noteremo la carestia Ru 1:1, gli errori Ru 1:1,2,4 e la morte che compaiono durante il suo svolgimento Ru 1:3,5.
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Re: Rut 18/06/2012 11:54 #3872

La carestia durante la rovina

La storia inizia con una carestia. Era una parte importante della rovina che fa da scenario. È una delle tredici carestie citate nelle Scritture (la prima fu quella che trovò Abramo appena si trasferì in Canaan, descritta) in Genesi 12. Il nostro testo ci dà due particolari di questa carestia: il periodo e il luogo in cui si svolse
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Re: Rut 18/06/2012 11:56 #3873

Il periodo della carestia

"Al tempo dei giudici ci fu nel paese una carestia" Ru 1:1. Era il "tempo dei giudici." Notiamo la distinzione e la corruzione di quel periodo.

La distinzione di quel periodo. Si trattava di un periodo ben distinto nella storia d’Israele, a cavallo tra la conquista del paese, per mano di Giosuè, e il governo dei re. Durò "circa quattrocentocinquanta anni" At 13:20, in cui governarono tredici giudici, da Otniel, nipote di Caleb, a Samuele. Tra gli altri, emersero in particolar modo Gedeone, Sansone e Iefte. Il libro biblico dei Giudici fu scritto specificamente su questo periodo della storia d’Israele.

Non è possibile dedurre dal nostro testo il momento esatto in cui avvenne la carestia che portò in scena Rut. Il riferimento al periodo storico è dato principalmente per dare un’idea di quei tempi. Come vedremo, non era un buon periodo della storia d’Israele. Anzi, era un periodo molto tetro. Considerando però il contenuto di questo libro, questo scenario scuro contribuisce a mettere in risalto la grazia e il potere di Dio che sconfigge ogni male.

La corruzione di quel periodo. Il periodo dei Giudici fu un periodo di degradazione morale e teologica. Otto volte, nel libro omonimo, leggiamo questa frase di condanna: "I figliuoli d’Israele fecero [o" continuarono a fare"] ciò ch’è male agli occhi dell’Eterno" Gc 2:11 3:7 3:12 [due volte]; Gc 4:1 10:6. L’ultimo versetto di quel libro riassume la condizione tetra di quei tempi: "In quel tempo, non v’era re in Israele; ognun facea quel che gli pareva meglio" Gc 21:25. C’erano anche allora degli uomini valorosi, ma erano brevi scintille di luce che svanirono rapidamente man mano che le tenebre si facevano più fitte, finché una guerra civile, causata da un atto del tutto sanguinario e immorale, sterminò quasi interamente la tribù. J. Sidlow Baxter dice, riguardo a quei tempi: "Se solo potessimo cancellare dalle tavole della storia d’Israele i numerosi misfatti e i tristi avvenimenti che riempiono le pagine di questo settimo libro [Giudici] del canone!"

Il periodo in cui avvenne la carestia aiuta a comprenderne le cause. Fu una punizione divina per i peccati del popolo. La carestia era una delle punizioni inviate da Dio Le 26:18-20 De 28:15,23,24 2Cr 6:26. Di conseguenza, "la presenza di una carestia rivela un peccato flagrante e la disapprovazione di Dio" (McGee). Con tutto il male commesso durante il periodo dei giudici, c’erano molti motivi per questa carestia. Il fatto che non troviamo una descrizione di altre carestie in questo periodo è una testimonianza della grazia di Dio e non della bontà del popolo. Israele ne meritava molte altre.
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Re: Rut 18/06/2012 11:58 #3874

Il luogo della carestia

"Ci fu nel paese una carestia, e un uomo di Betlemme di Giuda andò a stare nelle campagne di Moab" Ru 1:1 per questo motivo. Riguardo al luogo della carestia, noteremo la sua identità, la sua incoerenza e l’immunità di Moab.

L’identità del luogo. Il nostro testo dice che la carestia era "nel paese," in particolar modo a Betlemme, nel territorio di Giuda (gli abitanti di Betlemme erano chiamati anticamente "Efratei") Ru 1:2; (cfr.) Ge 35:16,19. Il riferimento a Giuda distingue questa Betlemme da quella collocata nel territorio di Zebulon. Betlemme di Giuda era poco meno di 10 km. a sud di Gerusalemme. È oggi molto famosa come città di nascita di Davide e Cristo. Al tempo della nostra storia, né Davide né Cristo erano ancora nati, ma si intravedono già. Il figlio nato a Rut alla fine della storia era un antenato diretto di entrambi. È infatti questo che rende il libro di Rut particolarmente interessante.

L’incoerenza del luogo. La carestia di Betlemme era incoerente sia con il nome della città che con la natura del luogo. Il nome ebraico di Betlemme significa "casa del pane." Era un nome molto appropriato, perché la zona intorno Betlemme era molto fertile. Nonostante questo, ci fu una carestia. L’incoerenza era un risultato del peccato, come abbiamo già notato. È così anche per molte persone, che si definiscono cristiane e godono di numerosi vantaggi spirituali, ma sono spiritualmente sterili. Non portano frutti santi. Come per Betlemme, l’incoerenza tra la loro professione di fede e la loro condotta è dovuta al peccato, che rende sempre infruttuosi.

L’immunità di Moab. "Un uomo … andò a stare nelle campagne di Moab." Il fatto che degli abitanti del "paese" si trasferissero in Moab per sfuggire alla carestia indica che Moab, pur essendo vicina a Betlemme, non ne era stata colpita. Dio l’aveva resa immune. Ci si può chiedere perché Moab, una nazione empia, fosse immune alla carestia, mentre Israele ne fu colpito. La risposta è che Dio punì Israele perché era il suo popolo. Si sarebbe occupato di Moab a suo tempo e sotto premesse ben diverse: non con una correzione, ma con la distruzione. La correzione è solo per il popolo di Dio. "Iddio vi tratta come figliuoli; poiché qual è il figliuolo che il padre non corregga? Che se siete senza quella disciplina … ,siete dunque bastardi, e non figliuoli" Eb 12:7,8.
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Re: Rut 18/06/2012 12:01 #3875

Gli errori durante la rovina

La carestia, pur essendo grave, non era la parte peggiore della rovina descritta nel nostro testo, che era invece composta dagli errori di Elimelec e della sua famiglia nel spostarsi da Betlemme fino in Moab e nell’ammogliare i figli di Elimelec con delle Moabite. Questi errori portano a una rovina morale e spirituale, ben peggiore di quella fisica e materiale causata dalla carestia. La mancanza di cibo per l’anima è ben peggiore di quella di cibo per il corpo. Le Scritture predicono una carestia spirituale: "Ecco, vengono i giorni, dice il Signore, l’Eterno, ch’io manderò la fame nel paese, non fame di pane o sete d’acqua, ma la fame e la sete d’udire le parole dell’Eterno" Am 8:11.

Osserveremo ora più dettagliatamente l’errore del trasloco e l’errore dei matrimoni.
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Re: Rut 18/06/2012 12:02 #3876

L’errore del trasloco

"Un uomo di Bethlehem di Giuda andò a stare nelle campagne di Moab con la moglie e i suoi due figliuoli" Ru 1:1. Esaminando l’errore di questo trasloco in Moab, notiamo la disubbidienza, la mancanza di fiducia, la fretta, la corruzione, la distanza, i deterrenti, i pericoli e la durata di quel trasloco.

La disubbidienza nel trasloco. Il trasloco in Moab fu un atto di disubbidienza. Gli Israeliti dovevano vivere nel paese assegnato da Dio, cioè nella Palestina, che faceva parte della benedizione del patto stretto mediante Abramo. Abbandonare il paese era praticamente un abbandono della fede. Giosuè avvertì Israele di vivere "senza mischiarvi con queste nazioni che rimangono fra voi" e di non unirsi "a quel che resta di queste nazioni" Gs 23:7,12. Se gli Israeliti non dovevano vivere insieme a dei pagani nel loro paese, certamente non dovevano lasciare il paese per vivere tra i pagani altrove. Non dobbiamo associarci con il mondo, sia nei momenti buoni che in quelli difficili.

La mancanza di fiducia nel trasloco. Il trasloco mise in luce anche una mancanza di fede in Dio, dimostrando che Elimelec non credeva che Dio si sarebbe preso cura di lui nel paese dove doveva vivere. Dio poteva provvedere alle sue necessità a Betlemme, con o senza la carestia. Elimelec guardò invece la carestia con gli occhi della carne e non della fede. La fede è messa alla prova dalle circostanze difficili. È facile avere fede quando tutto va bene, ma non quando sorgono dei problemi. Le difficoltà rivelano quindi la natura della fede. I tempi duri conducono a Dio o allontanano da lui. Dipende tutto dal tipo di fede che si ha. Le difficoltà allontanarono Elimelec da Dio, rivelando mancanza di fiducia in lui. Elimelec abbandonò infatti la terra del patto per trasferirsi in un paese pagano. Il nome di Elimelec significa "Dio è il mio re," ma le sue azioni dimostrarono il contrario. Trasferendosi in Moab, dimostrò di non camminare per fede, ma per visione. Non camminava secondo i comandamenti di Dio, ma secondo le circostanze del momento. Dobbiamo essere fedeli alla nostra vocazione nei tempi buoni e in quelli cattivi.

La fretta nel trasloco. Elimelec lasciò Betlemme con fretta all’inizio della carestia. È chiaro quando si legge che la sua famiglia partì "nell’abbondanza" Ru 1:21. Non partì impoverito dalla carestia, ma prima di subire gravi perdite. È un altro segno della sua mancanza di fede. "Il fatto di essere stanchi del luogo in cui Dio ci pone e di essere disposti ad abbandonarlo immediatamente al primo segno di sconforto o disturbo mette in luce uno spirito scontento, sfiducioso e instabile" (Henry). Altri, come Boaz, rimasero e sopravvissero bene. Elimelec era però troppo materialista per rischiare delle perdite svolgendo la volontà di Dio. Ci sono molte persone così nelle nostre chiese, che ne ostacolano molto il progresso.
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Re: Rut 18/06/2012 12:05 #3877

Chi non è disposto a perdere ogni cosa per ubbidire a Dio finirà comunque per perdere tutto, come vedremo nel nostro studio. Cristo lo insegnò, dicendo: "Chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor di me e del Vangelo, la salverà" Mr 8:35. Nel caso di Elimelec, era meglio vivere a Betlemme durante la carestia che in Moab tra l’abbondanza.

La corruzione nel trasloco. Elimelec entrò in Moab "con la moglie e i suoi due figliuoli" Ru 1:1, corrompendo non solo se stesso, ma anche la sua famiglia. Non si è mai apostati da soli. Chi pecca spinge altri a peccare. Fu così per Elimelec. Il suo errore coinvolse la sua famiglia. Gli apostati prendono sempre altri con sé. Infatti, trovano dei proseliti più facilmente di chi ubbidisce a Dio.

Portando la famiglia in Moab, Elimelec abusò della sua autorità, usandola per influenzare altri a peccare. L’autorità è sempre accompagnata da grandi responsabilità. Ognuno deve rispondere a Dio del modo in cui usa il proprio potere e il proprio influsso sugli altri. Dio ci dà autorità sugli altri affinché li guidiamo sulla via giusta e non per gonfiare il nostro ego o per farci ottenere dei vantaggi personali. Molti usano le loro posizioni di autorità sugli altri per comportarsi male e nuocere al prossimo. Chi usa il loro potere per influenzare e incoraggiare altri a far del male sarà punito severamente.

La distanza nel trasloco. "Un uomo di Bethlehem di Giuda andò a stare nelle campagne di Moab" Ru 1:1. Moab non era molto lontana da Betlemme. Era infatti visibile da quella città. Era dall’altro lato del Giordano e del Mar Morto, a circa 30-50 km. di distanza. Non era un lungo viaggio, come quello di Abramo in Egitto durante la carestia.

La breve distanza ci ricorda del modo in cui opera il peccato. Quando vuole farci disubbidire, spesso ci incoraggia a prendere solo qualche passo fuori dalla giusta. Chi condanna una piccola deviazione è considerato pignolo, intollerante, sgarbato e crudele. Ma dopo avervi convinto a fare quel piccolo passo, il peccato vi incoraggia a farne altri, sempre allontanandovi dalla volontà di Dio, finché sarete molto lontani dalle vie divine. Chi si allontana dalla via giusta lo fa sempre un passo per volta, fino ad arrivare a una gran distanza.
I deterrenti al trasloco. Elimelec aveva due deterrenti importanti: l’avvertimento di Abramo e la ricchezza di Boaz.
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Re: Rut 18/06/2012 12:08 #3878

Primo, l’avvertimento di Abramo. Genesi 12 descrive il viaggio di Abramo da Canaan in Egitto durante una carestia e il prezzo tremendo che dovette pagare. In Egitto, prese con sé Agar che gli causò grandi problemi che persistono ancor oggi per gli Ebrei. Questo avvertimento era un gran deterrente per chi cercava di lasciare "il paese" nei momenti difficili. Elimelec però lo ignorò. È vero che anche Giacobbe lasciò il paese per recarsi in Egitto durante una carestia, ma era una storia diversa, perché Dio lo autorizzò a farlo Ge 46:3.

Secondo, la ricchezza di Boaz. Elimelec "aveva un parente … ,uomo potente e ricco, … che si chiamava Boaz" Ru 2:1. Non aveva bisogno di andare in Moab, perché aveva un parente ricco che, come vedremo in seguito, era per natura disposto ad aiutare. Era un forte deterrente, ma Elimelec ignorò anche questo. Molti sono stolti come Elimelec e chiedono aiuto al mondo quando hanno il grande aiuto di Cristo e della Parola di Dio. Il soccorso del mondo, per quanto sembri attraente, è vano, come il soccorso di Moab che non salvò Elimelec dalla morte.

I pericoli nel trasloco. Il trasloco in Moab era pericoloso, sia fisicamente che spiritualmente, a causa dell’atteggiamento e delle azioni di quel paese contro Israele. Possiamo riassumere questi pericoli nell’inimicizia di Moab verso Israele e nella sua religione empia.

Primo, l’inimicizia. Moab era nata dall’incesto di Lot con la sua figlia maggiore Ge 19:30-38, un atto di viltà che descrive la natura dei Moabiti, nemici della pietà. Furono anche nemici di Israele durante il suo viaggio verso Canaan. Rifiutarono infatti di lasciarlo passare per il loro paese Gc 11:17, gli negarono aiuto De 23:4 e assunsero il profeta Balaam per maledirlo Numeri 22-24. Infine, delle donne Moabite sedussero molti Israeliti per corrompere non solo la loro morale, ma anche il loro culto. Di conseguenza, ventiquattromila Israeliti morirono colpiti da Dio. Quando gli Israeliti si trasferirono nella Terra Promessa, Moab li oppresse e li ridusse in servitù per diciotto anni Gc 3:12-30. Per questo era molto pericoloso trasferirsi in Moab per cercare rifugio. È vero che Mosè fu sepolto là De 34:6, ma dobbiamo ricordare che fu a causa della sua disubbidienza De 32:49-

51. Non giustifica quindi un trasferimento in quella terra e non cancella il pericolo.

Secondo, la religione empia. I Moabiti erano idolatri. Come abbiamo appena notato, persuasero molti Israeliti ad adorare uno dei loro idoli. L’associazione con i Moabiti non avrebbe incoraggiato la fede in Yahweh di Elimelec e della sua famiglia. Era quindi spiritualmente pericoloso per Elimelec trasferirsi in una zona così corrotta. Com’è dunque spiritualmente pericoloso per il popolo di Dio frequentare una chiesa apostata dove la verità è negata e l’errore è onorato!

La durata del trasloco. "Giunti nelle campagne di Moab, vi fissarono la loro dimora … e dimoraron quivi per circa dieci anni" Ru 1:2,4. Non rimasero solo poche settimane o mesi, ma anni! Dieci anni lontani dalla volontà di Dio! Che tragedia! Pagarono un prezzo enorme, come vedremo in questo capitolo. Il peccato inganna, fingendosi breve mentre in realtà rimane a lungo. In questo caso, è sorprendente che continuò anche dopo gravi perdite. Elimelec morì, ma la famiglia non ritornò a Betlemme. Rimasero fin dopo la morte dei suoi figli. Si penserebbe che avessero imparato una lezione alla morte di Elimelec, ma il peccato acceca tanto che si continua a peccare nonostante il costo.
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Re: Rut 18/06/2012 12:13 #3879

L’errore dei matrimoni

I "suoi due figliuoli … sposarono delle Moabite, delle quali una si chiamava Orpa, e l’altra Ruth" Ru 1:3,4. L’errore riguardava i matrimoni dei due figli di Elimelec e Naomi. Esaminando questi errori, noteremo la proibizione, la continuazione e la sterilità di quei matrimoni.

La proibizione dei matrimoni. Come il trasloco a Moab, anche il matrimonio con le Moabite era sbagliato. La condanna di quel tipo di unione è chiara soprattutto nei libri di Esdra e Neemia, che affrontarono il problema dei matrimoni del popolo di Dio con altri popoli, compresi i Moabiti Ed 9:1,2 Ne 13:23 ed entrambi li condannarono duramente. Anche la parafrasi caldea del libro di Rut li condanna, dicendo, dei figli di Elimelec: "Hanno trasgredito al decreto della Parola del Signore e si sono presi delle moglie straniere tra le figlie di Moab." Le Scritture ci ammoniscono duramente a non sposare i non credenti: "Non vi mettete con gl’infedeli sotto un giogo che non è per voi" 2Co 6:14. Ma, come i figli di Elimelec, spesso i credenti trasgrediscono a questo comandamento, con conseguenze tragiche.

La continuazione dei matrimoni. Questi cattivi matrimoni dimostrano che quando si inizia a peccare si continua a farlo sempre di più. Elimelec lasciò Israele per trasferirsi in Moab e questo lo portò a tollerare dei matrimoni proibiti. Non separandosi dal mondo, finì per cadere in questo errore. Se non si ferma rapidamente il peccato, crescerà fino a diventare una bestia enorme e incontrollabile. Se non ci si separa dal mondo, ci si resta sempre più coinvolti. Chi frequenta gli empi gli si troverà presto aggiogato. Molti criticano i separazionisti e li chiamano intolleranti o peggio, ma chi si separa dai non credenti non sarà tentato a corteggiarli e sposarli. Potete deridere la separazione dal mondo, ma molti giovani credenti, non separandosi, hanno sposato dei non credenti mietendo dolore e lontananza da Dio.

La sterilità dei matrimoni. Quelle unioni empie non produssero figli Ru 1:5 in nessuno dei due casi. Ciò illustra il fatto che quando si disubbidisse a Dio e si segue la mente carnale invece di camminare per fede, non si produce buon frutto nella vita. L’unione con il mondo impedisce di produrre frutti spirituali. Saremo popolari nel mondo, ma non porteremo buoni frutti.
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Re: Rut 18/06/2012 12:15 #3880

La morte durante la rovina

Tre decessi portarono al culmine la rovina descritta nel nostro testo. "Elimelec, marito di Naomi, morì … Poi Mahlon e Kilion [figli di Elimelec e Naomi] morirono anch’essi tutti e due" Ru 1:3,5. Furono colpiti dalla cosa stessa che questa famiglia di Betlemme aveva cercato di evitare recandosi in Moab: la morte. Come abbiamo già notato in questo studio, quando abbandoniamo la volontà e la via di Dio per salvare qualcosa, finiamo per perderlo Mr 8:34,35. Esaminando queste morti, noteremo le loro cause e le loro conseguenze.
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