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ARGOMENTO: Giuseppe

Re: Giuseppe 27/06/2012 12:44 #4100

Il Proposito della Tentatrice di Giuseppe

Genesi 39 ci fornisce una delle lezioni più istruttive sulla tentazione che si trovano nella Bibbia. La moglie di Potifar ha provato a sedurre Giuseppe nell’avere rapporti sessuali illeciti con lui, ma egli non ha ceduto alle sue insistenze. Dal comportamento di questa donna, impariamo a conoscere alcune tattiche della tentazione. Dal comportamento di Giuseppe, impariamo invece alcuni dei modi per avere successo nella guerra contro di essa. È evidente dal crescente numero delle vite distrutte nelle nostre chiese di oggi, e figuriamoci nel mondo, che queste lezioni devono essere insegnate più vivamente e più frequentemente, e che devono essere ascoltate con più entusiasmo e fedeltà.
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Re: Giuseppe 27/06/2012 12:45 #4101

I Sistemi della Tentazione

Il passo della Scrittura che abbiamo davanti è come un documentario sul nostro avversario. Esso mostra le sue tattiche preferite e di maggior rilievo. Dobbiamo studiarle bene, perché ciò può salvare la nostra vita dalla rovina morale e la perdizione eterna. Da questo punto si prenderanno in considerazione i sette modi indicativi della tentazione da come emergono dal comportamento della moglie di Potifar; la tentazione è stata visiva, versatile, dignitosa, tempestiva, persistente, ingannevole e aggressiva.

La tentazione era visiva. "La moglie del padrone di Giuseppe gli mise gli occhi addosso" #Ge 39:7. Giuseppe era bello ("di bell’aspetto" nel versetto 6 significa bello), e lasciò che i suoi occhi si posassero sul proibito. Uno degli approcci più efficaci del peccato è attraverso la porta dell’occhio. Il diavolo lo sa e lo sfrutta. È la storia del peccato. Eva "osservò" Ge 3:6, i figli di Dio "videro" Ge 6:2; Lot "alzò gli occhi e vide" Ge 13:10; Acan ha "visto" Gs 7:21 e Davide "vide" 2Sa 11:2. Tutti questi caddero in un grande peccato, perché non avevano sorvegliato la porta dell’occhio. Hanno lasciato che esso si soffermasse su ciò che era loro proibito, e, di conseguenza, sono caduti in una grande follia.

In molti ancora oggi stanno rovinando la loro vita perché non fanno la guardia alla porta dell’occhio, e vi è molto da cui proteggersi in questi giorni. Ovunque si guarda, il peccato è visualizzato in forma seducente per l’occhio. Cartelloni pubblicitari lungo le strade, i giornali-spazzatura esposti nelle edicole, e i film di Hollywood, sono tutti riusciti a corrompere moltitudini assaltando la porta degli occhi.

Una delle più grandi trappole per gli occhi è la televisione. Miriadi di persone sono state completamente corrotte da questa miserabile magia dell’elettronica. Il grande declino nella vita dei santi, nelle convinzioni e nello zelo nelle nostre chiese di oggi ha le sue radici nella dipendenza alla televisione da parte dei suoi membri, compresi molti dei loro leader. Un televisore in casa è difficile da giustificare. Naturalmente, chi ne ha uno lo difende, e non capisce che in questo modo si è abituato alla corruzione sullo schermo non essendo più sensibile ad essa. Questa è una situazione pericolosa, perché l’efficacia del peccato è maggiore quando non si è consapevoli della sua presenza. Un buon programma non vale il rischio di vederne una serie, perché spesso i buoni programmi hanno il problema dei cattivi spot pubblicitari. Non si possono neanche guardare le notizie in TV senza che la pubblicità piena di sesso e l’alcol domini e scandisca il telegiornale.

Il male della televisione non è qualcosa che solo pochi predicatori puritani hanno notato. Molti studi secolari hanno prodotto un mucchio di statistiche scioccanti sul male dei programmi televisivi. Eppure molti santi ancora pensano di poter controllare il vizio. Sono come l’ubriaco che si vanta di poter lasciare il bere quando vuole, senza riuscirci. Infatti, quelli che insistono a essere in grado di controllare la televisione di solito non lo fanno.

In questi ultimi anni una nuova dimensione nella profanazione è stata aggiunta alla televisione. È il videoregistratore. Molti membri di chiesa s’intrattengono così in una serie di video peccaminosi nella privacy dei loro salotti. Questi filmati fa loro quello che il poeta Robert Burns, ha descritto di un’esperienza peccaminosa accaduta a lui: "Ci si indurisce da dentro, e si pietrifica il sentimento".

La tentazione era versatile. Il male è versatile. Se il diavolo non può sedurre una persona in un modo, ne cercherà un altro. Così è stato con Giuseppe. Prima che attraverso la tentazione della moglie di Potifar, Giuseppe è stato tentato dalla disperazione. La tentazione dalla moglie di Potifar era però nella sfera del piacere fisico. Se il tentatore non ti può contaminare attraverso la disperazione, cercherà di farlo con il piacere. Se il dolore non ti sconfigge, egli proverà con il piacere. E il secondo è spesso il più efficace dei due. La persecuzione del mondo non ha fatto male alla Chiesa come la popolarità. La spada non ha svuotato la chiesa quanto gli eventi sportivi.

Poiché la tentazione è versatile, dobbiamo guardarci dal male in ogni aspetto della nostra vita. Nessuna area è sicura quando è lasciata incustodita. Dobbiamo indossare la "completa armatura" per essere in grado di resistere alle insidie del diavolo Ef 6:11.

La tentazione era dignitosa. Il male ama vestirsi col mantello dell’alta posizione, della rispettabilità, e dello status. Così era la moglie del "padrone" che lo tentava Ge 39:7. Questo ha rafforzato il fascino della tentazione. Se una schiava avesse tentato Giuseppe, sarebbe stato molto più facile per lui rifiutare. La provenienza della tentazione dalla moglie del padrone, l’ha resa più ammissibile, accettabile e sicura. Tutto questo è semplicemente un aspetto ingannevole della seduzione. Il peccato è sempre peccato se è commesso dal barbone nel sobborgo o dal principe nel palazzo. Il peccato è ancora peccato se le leggi di una nazione lo legalizzano o no.
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Re: Giuseppe 27/06/2012 12:47 #4102

Molto male si riveste oggi di dignità. Per anni la birra "Old Style" ha usato lo slogan "pura, prodotta nel paese di Dio," nel tentativo di mascherare la profanazione della bevanda con la dignità della Divinità. Il whiskey "Jack Daniel’s" utilizza il rispetto e la nostalgia per una semplice vita vecchio stile per migliorare la sua malvagità. La pubblicità delle sigarette "Marlboro" usa la virilità e l’aria fresca (di tutte le cose) per cercare di dare forza al vizio. L’evoluzione si maschera con le vesti della scienza. L’aborto guadagna l’approvazione dei giudici della terra. Il gioco d’azzardo è reso rispettabile e desiderabile dal legislatore e dalla menzogna che aiuterà l’economia. Il diavolo è un maestro nel sofisticare il peccato e nel nobilitare la profanazione. Fai attenzione a queste pubblicità ingannevoli.

La tentazione era tempestiva. L’abile tempismo aggiunge l’efficacia alla tentazione. Nel caso di Giuseppe, la tempistica intelligente della tentazione è vista in due modi: è arrivata in un momento di successo, e in un momento di segretezza.

In primo luogo, la tentazione è arrivata dopo che Giuseppe aveva avuto molto successo nel suo lavoro per Potifar. Egli prosperava in "tutto" il suo lavoro Ge 39:3, promosso "maggiordomo" Ge 39:4 della casa di Potifar, divenne popolare "ben favorito." Ge 39:6; Traslitterazione della Versione King James} Poi "dopo queste cose" Ge 39:7, Giuseppe è stato tentato. Il tentatore sa quando colpire. E uno dei momenti più vulnerabili per cedere alla tentazione è dopo che si ha successo. Questo può darci alla testa, gonfiarci, ci ammorbidisce verso il male e ci rende sicure vittime della tentazione.

Una delle tragiche cadute registrate nella Scrittura che illustra questa verità è quella del re Uzzia. Che grande re era! I suoi successi sono stati molti. Ma la Scrittura dice: "Fu meravigliosamente soccorso, finché divenne potente. Ma quando fu divenuto potente il suo cuore, insuperbitosi, si pervertì, ed egli commise una infedeltà contro l’Eterno, il suo Dio, entrando nel tempio dell’Eterno per bruciare dell’incenso sull’altare dei profumi." 2Cr 26:15-

16. Dopo un momento di grande successo, Uzzia cadde vittima del tentatore. Il successo non è un male in sé e può essere il risultato della benedizione di Dio. Dobbiamo però ricordare che il diavolo deruba il ricco, e, quindi, dobbiamo fare più attenzione dopo il successo per timore di diventare una vittima della tentazione.

In secondo luogo, la tentazione è venuta in un momento di segretezza. Questa tempistica è evidente nell’ultimo tentativo della moglie di Potifar di sedurre Giuseppe. Lei ha aspettato fino a quando non c’era nessuno in giro, poi ha attaccato Ge 39:11. Ha cercato di usare il vantaggio del segreto per incoraggiare un comportamento peccaminoso. Molti fanno in privato ciò che non commetterebbero mai in pubblico, e il tentatore lo sa. È ora che ci svegliamo da questo fatto ed esercitiamo la cautela dovuta. Molti pastori, ad esempio, non sono riusciti in questa materia perché hanno, inutilmente, permesso delle consulenze in situazioni private che hanno portato a disastri morali. Quelli in carica dovrebbero essere particolarmente attenti alle strade solitarie e agli angoli nascosti. La tentazione cresce in questi luoghi. Evitateli come la peste. Quando Giuseppe ha visto il pericolo nella privacy, è fuggito. Così dovremmo fare anche noi.
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Re: Giuseppe 27/06/2012 12:48 #4103

La tentazione era persistente. Il male non si arrende facilmente. È eternamente persistente. La moglie di Potifar seguì Giuseppe "ogni giorno" Ge 39:10. Una goccia d’acqua non porta via un sasso, ma tante gocce possono. Così è con la tentazione. Spesso è la persistenza della tentazione che ci sconfigge. Non dobbiamo quindi mai abbassare la guardia. Non dobbiamo mai concludere che una volta che abbiamo sconfitto una tentazione, non ci preoccuperà più. Dopo l’esperienza della grande tentazione di Cristo nei Vangeli, Luca rende un commento molto istruttivo che evidenzia la persistenza della tentazione. Afferma che il diavolo "si partì da lui fino ad altra occasione" #Lu 4:13. Nota: "Fino ad altra occasione." Il diavolo tornerà! Lui non si arrende rapidamente, è insistente. Si può avere vinto valorosamente nelle tentazioni precedenti, ma questo non scoraggia il nemico della tua anima da un impegno di ritornare. Usa l’intervallo tra le tentazioni per puntellare i tuoi punti deboli e rinforzarti per quelle future, perché verranno di sicuro. La tentazione è costante, e l’incapacità di riconoscere questo fatto porterà sicuramente delle sconfitte nella lotta contro di essa.

La tentazione era ingannevole. Come può essere ingannevole il male! È sottile e subdolo, e, di conseguenza, inganna spesso gli innocenti. La moglie di Potifar era una donna intelligente. Questo è evidente nel versetto che dice: "Giuseppe non acconsentì, né a giacersi né a stare con lei" #Ge 39:10. Quando vide che non voleva cedere alla sua prima proposta, l’ha modificata. Se lui non voleva avere rapporti sessuali con lei, lei gli avrebbe di conseguenza chiesto solamente di coricarsi insieme. Solo per tenerle compagnia! Questa tattica ingannevole del male è il sistema sottile del peccato del compromesso che ne ha ucciso a migliaia. È l’argomento del bevitore che dice che può smettere quando vuole e che restare in compagnia degli altri che lo fanno senza aver delle ricadute. È l’argomento dei santi sviati che vogliono difendere la loro frequentazione di persone non salvate. Dicono che non si sposeranno mai con questi, ma che hanno solo intenzione di frequentarle, oppure (e quest’argomento è molto sottile) dicono che li frequentano per testimoniare loro.

Il compromesso in questioni su ciò che è giusto e sbagliato finisce sempre in corruzione. Tante belle cose si dicono sul compromesso con il male. Quindi, se uno prende una posizione forte contro un male, sarà criticato per essere troppo presuntuoso e poco flessibile. Se si compromette, egli sarà però lodato. Tuttavia, qualsiasi tolleranza verso il male è un passo nella direzione sbagliata. Una volta che cedi a un compromesso, hai fatto il primo passo verso la sconfitta finale. Il male non è un gioco del tira e molla. Si prende e basta. La moglie di Potifar aveva come suo obiettivo un atto immorale con Giuseppe. Cambiare la richiesta di "giacere con" in "stare con" era semplicemente un travestimento per camuffare che la prima richiesta era ancora il suo obiettivo principale. Se Giuseppe avesse ceduto a una delle richieste successive, avrebbe finito per cedere anche alla prima. Non è possibile compromettersi con il male e uscirne virtuosi e vittoriosi.

La tentazione era aggressiva. Fin dall’inizio delle sollecitazioni malvagie della moglie di Potifar, Giuseppe avrebbe sentito la pressione della tentazione. Dopo di tutto, lei era la moglie del suo "padrone" Ge 39:7, e, come Matthew Henry ha detto: "Era suo dovere [di Giuseppe] obbedire [a lei]
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Re: Giuseppe 27/06/2012 12:52 #4105

La Guerra contro la Tentazione

Giuseppe è stato trionfante sulla tentazione; e non è stato un caso. Tu puoi sconfiggere la tentazione non per combinazione ma perché hai reagito in un modo particolare. La tentazione può essere sconfitta. "Niuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; or Iddio è fedele e non permetterà che siate tentati al di là delle vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscirne, onde la possiate sopportare" 1Co 10:13. Impareremo dal comportamento di Giuseppe alcuni dei modi in cui possiamo sfuggire dalla tentazione ed essere vittoriosi su di essa, invece di esserne vittime. Giuseppe ci dimostra che possiamo sconfiggere la tentazione nell’essere risoluti, onesti, avendo discernimento, onorando Dio, essendo saldi, separati e rapidi.

Giuseppe è stato risoluto. Ogni volta che Giuseppe è stato tentato di peccare dalla moglie di Potifar, ha dogmaticamente respinto il male: "Ma egli rifiutò" Ge 39:8 "Giuseppe non acconsentì" Ge 39:10 "Egli le lasciò in mano la veste e fuggì fuori" Ge 39:12. Questo è il linguaggio e il comportamento della fermezza. Dobbiamo essere risoluti e forti nei rapporti con la tentazione se vogliamo avere successo nel superarla. E una delle armi più efficaci contro la tentazione è un santificato e dogmatico "No!".

Naturalmente, un atteggiamento così pronunciato non sarà accettato in molti ambienti. È troppo forte, troppo duro e troppo offensivo per alcuni. A tale gente bisogna però ricordare che ogni tentazione è troppo forte, troppo dura e troppo offensiva per la santità. Molti si lamentano che gli atteggiamenti puritani insultano e feriscono i sentimenti delle persone, ma essi non si rendono conto che il male può solo insultare e ferire. Sii risoluto. Non scusarti mai per questo. Non dobbiamo chiedere scusa nel fare il bene.

Giuseppe era onesto. Se tu insisterai sull’integrità nella tua vita, non cadrai vittima della tentazione. Giuseppe ha ricordato alla moglie di Potifar che il padrone gli aveva affidato molto. Egli disse: "Ecco, il mio signore![ … ]! ha messo nelle mie mani tutto quello che ha" Ge 39:8. Giuseppe aveva la fiducia di Potifar, e intendeva mantenerla. L’unico modo per conservarla è stato quello di continuare a essere onesto, e per farlo, sarebbe dovuto essere moralmente retto.

Giuseppe non è da solo in questo requisito. Non importa quale sia la tua situazione, è necessario essere moralmente puro, o sarai disonesto, perché una persona non può essere immorale, senza diventare poi anche disonesto. La disonestà e l’immoralità vanno di pari passo. L’immoralità guasta sempre l’integrità della sua vittima. Ad esempio, quando Davide commise il suo immorale peccato con Bath-sheba, iniziò ad agire con una buona dose di ambiguità. Ha cercato di coprire la trasgressione, dando al marito di Bath-sheba Uriah, un congedo dal servizio militare. Se Uria fosse stato un po’ a casa con sua moglie, la gente avrebbe poi pensato che il bambino sarebbe stato suo. Uria non intendeva però collaborare, così Davide dovette ricorrere a maggiore falsità. Egli ordinò la morte certa del soldato nel campo di battaglia, così Bath-sheba sarebbe rimasta vedova per poter liberamente sposarlo. Questo avrebbe trasformato la sua gravidanza da un atto immorale con Davide, ad frutto di un matrimonio legittimo.

L’immoralità è un atto disonesto. Dove abbonda l’immoralità, sovrabbonda la mancanza d’integrità. L’integrità è essenziale per una società sana. Quando la corruzione è sancita dalla collettività, essa sarà distrutta. Potifar ha perso molto quando la moralità di Giuseppe non è stata apprezzata.

Giuseppe aveva discernimento. Giuseppe ha detto che l’adulterio era "gran male" Ge 39:9. Egli vedeva il peccato con gli occhi di Dio. "Chi ha imparato a chiamare il peccato di cui è tentato ‘questo gran male’ ha già vinto metà della battaglia" (J.R. Bailey). Per conquistare le sue vittime, al tentatore piace smorzare il reato del peccato, assegnandogli bei nomi. Quindi, l’alcolismo è chiamato malattia invece di ubriachezza maledetta; la pigrizia è chiamato a uno stile di vita invece di accidia, l’aborto viene chiamato libera scelta invece di omicidio, il gioco d’azzardo, una cura per l’economia, piuttosto che una maledizione, e l’adulterio viene chiamato amore libero e non immoralità. Esso non è però né libero, né amore. Piuttosto, è la riduzione in schiavitù da parte della lussuria. Una volta abbiamo sentito un noto predicatore chiamare l’adulterio "un annientamento della morale." Esso è però molto peggio di questo. È la rottura di ogni osso nel corpo dei valori, la mutilazione della carne, e la frantumazione dello spirito di chi lo commette. Infatti, l’adulterio è davvero il "gran male" descritto da Giuseppe.

È corretto usare dei termini discreti per descrivere i comportamenti sporchi, ma è pericoloso usare delle parole annacquate per denunciare le opere malvagie. Il peccato deve essere etichettato correttamente se non si vuole correre il rischio di essere sconfitto. La tentatrice di Giuseppe poteva essere la "moglie del padrone," ma nel commettere il male, è da Leupold correttamente descritta come "la svergognata prostituta." Non fare l’errore fatale di dipingere l’inganno con i nomi onorevoli, piuttosto chiama la corruzione per com’è.
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Re: Giuseppe 27/06/2012 12:54 #4106

Come si ottiene uno spirito di discernimento in quanto al peccato? Attraverso la conoscenza della rivelazione divina. "Mediante i tuoi precetti io divento intelligente [distinguere, discriminare![ … ]!, discernere, percepire," Wilson]; perciò odio ogni sentiero di falsità" Sl 119:104. Giuseppe non aveva la Parola di Dio scritta, ma non era senza conoscenza della rivelazione divina. Aveva ricevuto l’insegnamento orale delle vie di Dio. Un episodio che avrebbe potuto conoscere sul male dell’adulterio sarebbe potuto essere quello di Dio che disse ad Abimelec, quando questi aveva preso la moglie di Abramo: "Ma Dio venne, di notte, in un sogno, ad Abimelec, e gli disse: "Ecco, tu sei morto, a motivo della donna che ti sei presa; perch’ella ha marito![ … ]! e t’ho quindi preservato dal peccare contro di me; perciò non ti ho permesso di toccarla" Ge 20:3,6. Nel messaggio di Abimelec, due importanti verità sull’adulterio sono molto chiare. In primo luogo, il messaggio diceva che l’adulterio è grave. La gravità del peccato dell’adulterio è nello statuto "Ecco, tu sei morto." In secondo luogo, il messaggio affermava che l’adulterio era peccare contro Dio. Questa verità è nella frase: "Ti ho quindi preservato dal peccare contro di me." Se Giuseppe, che non aveva i vantaggi che abbiamo oggi nella conoscenza dei precetti divini, sapeva bene il carattere del peccato d’immoralità, quanto più dovremmo noi essere in grado di discernere questo e altri mali. Il mancato discernimento del male di oggi dice che: o non si presta molta attenzione alle Scritture o che non si è disposti a obbedire a esse.

Giuseppe ha onorato Dio. La tentazione avrà difficoltà a sconfiggerci, se perseveriamo nell’onorare Dio in tutto ciò che facciamo. Questo era molto importante nella vita di Giuseppe, ed è stato quindi un fattore molto rilevante nella sua sconfitta della tentazione. In una delle occasioni in cui la moglie di Potifar l’ha tentato, egli rispose: "Come dunque potrei io fare questo gran male e peccare contro Dio?" Ge 39:9. Giuseppe conosceva una verità che tutti noi abbiamo bisogno di sapere, vale a dire, il peccato è contro Dio e, quindi, Lo disonora. Il profeta Nathan ha anche dichiarato questa realtà quando ha rimproverato Davide per il suo peccato con Bath-sheba. Egli disse: "Facendo così tu hai data ai nemici dell’Eterno ampia occasione di bestemmiare" 2Sa 12:14.

L’onore di Dio era una motivazione molto grande della purezza di Giuseppe. Paolo inoltre si appella alla stessa spiegazione quando condannò l’immoralità. Egli disse: "E non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo![ … ]!, e che non appartenete a voi stessi?![ … ]!glorificate dunque Dio nel vostro corpo" 1Co 6:19,20. Non puoi glorificare Dio nel tuo corpo con relazioni sessuali illecite! Giuseppe aveva altre ragioni per l’astensione dal male ma nessun motivo è stato più alto e forte come l’onore di Dio. Se i tuoi argomenti per astenerti dall’immoralità non superano la paura dell’AIDS, di qualche altra malattia venerea o la paura della gravidanza, allora tu sarai presto intrappolato nel peccato del sesso vergognoso. Questi timori effettivamente mantengono alcune persone lontano dal sesso immorale. Tuttavia, tali motivi non sono morali o spirituali, ma solamente fisici. Dobbiamo avere principi più elevati della fuga dalla sofferenza fisica, se vogliamo sconfiggere in modo coerente la tentazione.

Giuseppe era saldo. La risposta di Giuseppe alla tentazione è stata "no" la prima volta, "no" la seconda, e "no" in ogni circostanza. L’unico modo per combattere la tenacia di una tentazione è di essere persistente nell’opporvisi. Possiamo stancarci di dire "no" per tutto il tempo, ma se non ti ostini a farlo, avrai molta più stanchezza dalle conseguenze dell’aver detto "sì" alla tentazione.

La tenacia nel rifiutare la tentazione non dà molto onore a questo vecchio mondo. Quando tu hai detto "no" più e più volte, qualcuno di sicuro sarà venuto a dirti con una voce ammonitrice qualcosa come: "Non hai mai intenzione di cambiare idea almeno una volta sola?" Essi agiscono come se la tua mancanza di volontà di cambiare il tuo "no" in un "sì" sia un’ingiustificata testardaggine. Altri si domandano: "Non ti diverti mai?" come se il tuo tenace "no" precludesse lo svago. La fermezza nella santità è una vera e propria sfida per il male e, quindi, aspettiamoci di essere screditati e disonorati da esso. Continua quindi a essere saldo in ogni situazione, perché ciò porterà il frutto benedetto della vittoria sul male.

Giuseppe era separato. Giuseppe non solo si è rifiutato di fare il male, ma ha anche rinunciato a stare con una che voleva farlo. "E bench’ella gliene parlasse ogni giorno, Giuseppe non acconsentì, né a giacersi né a stare con lei" Ge 39:10. La separazione è una buona abitudine in qualsiasi età ed è un mezzo molto efficace per sconfiggere la tentazione. Sentiamo però ben poco sulla separazione; quello che è sostenuto è la mescolanza. L’essere ben inserito nella società, è la filosofia del momento. Se non t’inserisci bene, allora sei considerato un escluso, un solitario, uno che ha qualche problema. Ma la Bibbia dice: "Non v’ingannate: le cattive compagnie corrompono i buoni costumi [abitudini]" 1Co 15:33 "È pericoloso cavalcare vicino al bordo di un precipizio, portare la polvere da sparo vicino al fuoco, avvicinarsi alle zanne di una vipera è avvicinarsi con la nostra natura decaduta alla tentazione. Pertanto, schivala, non passare per essa; allontanatene, e va’ oltre" Pr 4:15} (William M. Taylor). Per mantenere una vita santa, è necessario separarsi da molte persone, luoghi, filosofie e abitudini.

Giuseppe era rapido. La nostra risposta alla tentazione non può essere lenta, o saremo da essa sconfitti. Quando la moglie di Potifar afferrò la veste di Giuseppe nel suo massimo sforzo per sedurlo, egli immediatamente "le lasciò in mano la veste e fuggì fuori" Ge 39:12. Se avesse ritardato la sua fuga, avrebbe contaminato il suo corpo.
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Re: Giuseppe 27/06/2012 12:55 #4107

L’azione di Giuseppe sarebbe chiamata "reazionaria" oggi dai cristiani carnali, e anche il mondo si risente per ogni risposta rapida al male. La repentinità può essere scortese e sgarbata in molte situazioni, ma quando ci si trova di fronte alla tentazione, la precipitazione nella fuga, nella sua opposizione, e denuncia, è la santità stessa! Quando il serpente velenoso comincia a colpire, non è il momento di sedersi e riflettere. Agisci, mentre hai il tempo di agire. Fuggi, mentre sei in grado di fuggire. Parla prima che sia troppo tardi. E non preoccuparti per chi potresti offendere. La moglie di Potifar si arrabbiò molto, e ciò si è tradotto in molta sofferenza per Giuseppe. È stato meglio, però soffrire in carcere per amore della purezza che avere il dolore per averla persa. Mantieni quindi la tua vita spirituale in salute, in modo che la tua reazione al male sia pronta. Senza questa prontezza, la tua purezza è in grande pericolo.

Quando giungiamo alla fine di questo capitolo, restiamo nuovamente impressionati della purezza di Giuseppe. È stata più che un parlare, è stato un fatto pratico. Non importa, dove fosse e quali situazioni avrebbe affrontato, egli ha esercitato la purezza. Abbiamo bisogno di imitare seriamente il suo esempio; è un fattore essenziale per vivere una vita vittoriosa.
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