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ARGOMENTO: Davide

Re: Davide 13/07/2012 12:05 #4455

Lo sgomento riguardo a Golia

"Quando Saul e tutto Israele udirono queste parole del Filisteo, rimasero sbigottiti e presi da gran paura" 1Sa 17:11. Ci sono almeno due motivi significativi di questo sgomento nel cuore di Saul e dei suoi soldati: la cattiva condotta e la mancanza di visione o, in altre parole, il peccato e i difetti di vista.

Il peccato. Noteremo questo peccato soprattutto in Saul, anche se anche l’esercito israelita peccava in maniere diverse. Saul aveva peccato contro Dio più volte e in maniera marcata. Le Scritture mettono soprattutto in luce due occasioni: l’episodio a Ghilgal, quando offrì un sacrificio invece di aspettare che lo offrisse Samuele 1Samuele 13 e l’episodio con gli Amalechiti, quando rifiutò di ubbidire al comando divino di distruggere tutto il bottino 1Samuele 15. Il peccato gli era costato caro. Gli era costato l’amicizia e l’aiuto di Samuele, il privilegio di tramandare il trono ai suoi posteri, la presenza dello Spirito di Dio nella sua vita e la serenità emotiva. Qui vediamo che gli procurò anche timore di fronte agli eserciti nemici.

Il peccato causa timore. "L’empio fugge senza che alcuno lo perseguiti, ma il giusto se ne sta sicuro come un leone" Pr 28:1. Saul era empio, e per questo ora temette. Se volete arrivare al punto da temere la vostra stessa ombra, ogni minima minaccia e il futuro, disubbidite a Dio e conoscerete bene questo timore.

I difetti di vista. L’esercito israelita guardò solo Golia, non Dio. Vide solo in senso orizzontale e non verticale. Se si vede solo Golia, ci si sgomenta. Bisogna guardare oltre per trovare incoraggiamento nonostante le circostanze. Uno dei motivi del successo di Davide in questo caso è che vide non solo Golia, ma Dio. Allo stesso modo, il motivo per cui Giosuè e Caleb, le due spie fedeli, diedero un resoconto migliore delle altre dieci è che videro Dio nelle circostanze in Canaan, mentre gli altri lo dimenticarono. Pietro procedette bene finché tenne gli occhi su Cristo, ma quando fissò le onde, temette e iniziò ad affondare. La vittoria si ottiene tenendo gli occhi su Cristo. Come scrisse l’innografo: "Volgi lo sguardo a Gesù" se vuoi ottenere vittorie in questo mondo.
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Re: Davide 13/07/2012 12:06 #4456

Il ragazzo nel duello

Il rappresentante di Israele in questo duello era un "ragazzo" 1Sa 17:56 di nome Davide. La parola "ragazzo" in questo versetto è una traduzione di una parola ebraica che indica "un giovane maturo, di età matrimoniale" (R. P. Smith). Smith aggiunge che questa parola ebraica è più specifica riguardo all’età di quella usata da Saul e tradotta "giovinetto" ai versetti 55 e 58. La parola tradotta "ragazzo" è la forma maschile del termine ebraico almah, usato in Is 7:14 per descrivere la madre vergine di Cristo. Nel suo duello contro Golia, Davide non è quindi descritto come un ragazzino, come lo illustrano alcuni artisti, religiosi o meno. Era invece un giovane maturo, sempre comunque fisicamente inferiore al gigante Golia, il rappresentante dei Filistei. Il duello tra Davide e Golia era quindi apparentemente squilibrato. Davide però era piccolo solo fisicamente in confronto a Golia. Nelle questioni davvero importanti era un vero gigante e superuomo.

Esaminando meglio ciò che dicono le Scritture di Davide in questa introduzione al duello, noteremo i suoi quattro ruoli in questo testo: figlio, pastore, servitore e soldato. In ogni caso, si comportò in maniera molto lodevole ed esemplare.
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Re: Davide 13/07/2012 12:06 #4457

Figlio

"Or Davide era figliuolo di quell’Efrateo di Betlemme di Giuda, per nome Isai, che aveva otto figliuoli e che, al tempo di Saul, era vecchio, molto innanzi nell’età. I tre figliuoli maggiori d’Isai erano andati alla guerra con Saul …  Davide era il più giovine; e quando i tre maggiori ebbero seguito Saul, Davide si partì da Saul e tornò a Betlemme a pascolar le pecore di suo padre" 1Sa 17:12-15. Il nostro testo presenta Davide prima di tutto nel suo ruolo di figlio, mettendo in risalto la sua umile posizione subito prima dell’uccisione di Golia. Ciò è evidente nella sua età (era il più giovane), nella sua posizione militare (non gli era permesso combattere) e nel suo incarico (era pastore).

Ciò che le Scritture rivelano riguardo a Davide in questa introduzione al duello rappresenta un forte contrasto a ciò che dicono immediatamente di Golia. Presentando Golia, iniziano infatti con la descrizione del suo aspetto imponente, della sua grande armatura e delle sue parole spavalde. Presentando Davide, descrivono invece prima di tutto la sua umile nascita (era il più giovane), la bassa stima che avevano di lui (non era ritenuto abbastanza valoroso per combattere) e il suo lavoro servile (pastore). Questo contrasto ci ricorda che "Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i savi; e Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; affinché nessuna carne si glori nel cospetto di Dio" 1Co 1:27,29.

Tutto questo dovrebbe essere di grande incoraggiamento al popolo di Dio nel servire il Signore. Indica infatti alle persone pie che non devono essere grandi agli occhi degli uomini per essere usati da Dio. È la dedizione a Dio e non la lode umana o le cariche in questo mondo a dare il potere di servire il Signore. Lo vediamo più volte in questo capitolo. I fratelli maggiori di Davide, soprattutto Eliab, facevano colpo agli occhi carnali. I tre più grandi erano stati inviati in guerra. Eppure, fu l’umile Davide a essere scelto da Dio per combattere Golia e dare la vittoria a Israele. È una verità che dev’essere messa più in luce nelle nostre chiese, se vogliono fare molto per Dio: devono cercare la forza spirituale più delle cariche, dei riconoscimenti e del favore di questo mondo.
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Re: Davide 13/07/2012 12:07 #4458

Pastore

"Davide si partì da Saul e tornò a Betlemme a pascolar le pecore di suo padre" 1Sa 17:15. Esaminando il ruolo di figlio di Davide, abbiamo già visto che era incaricato di prendersi cura delle pecore del padre. Qui tratteremo soprattutto i suoi doveri di pastore, perché contengono ottime lezioni. Il ruolo di Davide di pastore in questo testo ci mostra la sua umiltà, la sua remozione e le sue opportunità.

La sua umiltà. Il fatto che Davide fosse ritornato al suo compito di pastore dimostra, come abbiamo visto nell’ultimo capitolo, la sua grande umiltà. Aveva servito Saul nel palazzo e poi, quando Saul non ebbe più bisogno di lui, dovette tornare agli umili doveri di pastore. Doveva essere molto umile per farlo senza lamentarsi. Davide aveva infatti questo nobile attributo. Non era superbo, vanaglorioso e arrogante (al contrario di Golia), ma si comportava umilmente di fronte agli uomini e di fronte a Dio. Ciò lo rendeva idoneo a rivestire posizioni altolocate, perché gli umili sono pronti a sottomettersi e Dio usa chi si sottomette. Le Scritture insegnano: "L’umiltà precede la gloria" Pr 15:33 e fu così certamente per Davide. Prima di avere l’onore di uccidere Golia, dovette vivere umilmente da povero pastore. Non disprezzate le vostre cariche umili, ma svolgetele con diligenza, perché il vostro comportamento in quei casi ha molto a che fare con la vostra promozione a posti più alti.

La sua remozione. Tornare a fare il pastore era una remozione per Davide, che era stato scudiero di Saul 1Sa 16:21, ma non mantenne quell’incarico in tempo di guerra. Indubbiamente, non era l’unico scudiero di Saul. Gli alti ufficiali ne hanno spesso diversi. Per esempio, Ioab, che era a capo degli eserciti d’Israele quando Davide divenne re, ne aveva dieci 2Sa 18:15. Anche se però Davide non era l’unico scudiero di Saul, ritornare al compito di pastore invece di andare in battaglia con gli altri scudieri fu una grande remozione. I suoi fratelli, soprattutto quelli che erano andati in battaglia contro i Filistei, non erano però delusi. Come vedremo, i commenti del fratello maggiore indicano che non amava vedere Davide in una posizione di onore superiore alla loro. La remozione di Davide per quanto riguarda le cariche mondane non impedì però la sua promozione al servizio di Dio, che è ostacolata solo dalla mancanza di dedizione e di devozione a lui. Mantenetevi dediti e devoti a Dio, ed egli non vi priverà delle promozioni nel suo servizio, anche se il mondo continua a farvi retrocedere.

Le sue opportunità. Il compito di pastore, sebbene umile, diede a Davide delle importanti opportunità per i suoi compiti futuri. Dio ci dà diversi compiti nel corso della vita per prepararci e formarci. A volte, come in questo caso, sembrano remozioni e ci chiediamo che giovamento possono recarci, ma Dio sa cosa sta facendo. Qui notiamo soprattutto che il compito di pastore diede a Davide due importanti opportunità per meditare e per vedere miracoli.

Primo, meditazione. Il compito di pastore di pecore diede a Davide l’opportunità di trascorrere molto tempo da solo con Dio nello studio della sua Parola e in preghiera. I Salmi di Davide dimostrano il suo buon uso di questo periodo in cui fu pastore. Abbiamo bisogno di stare in comunione con Dio mediante lo studio della Bibbia e la preghiera per rinforzare ed edificare la nostra fede. "La cameretta" è il grande campo di battaglia della fede …  Si incontri e si sconfigga il nemico in privato, e non ci sconfiggerà in pubblico (Pink).

Secondo, miracoli. Il lavoro di Davide con le pecore gli diede anche opportunità di vedere l’opera miracolosa di Dio nei suoi confronti. Quando disse a Saul di volere combattere Golia, gli raccontò di avere ucciso un leone e un orso che molestavano le sue pecore #1Sa 17:34-37. Si trattava di conseguimenti eccezionali e Davide riconobbe che erano stati opera di Dio 1Sa 17:37. Per questo, sapeva che Dio lo avrebbe potuto salvare anche da Golia. L’esperienza di pastore gli fu quindi molto giovevole. Spesso le esperienze che consideriamo banali e quasi perdite di tempo sono quelle che ci aiuteranno di più in futuro. Questa verità ci aiuterà a lamentarci meno dei nostri compiti.
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Re: Davide 13/07/2012 12:08 #4459

Servitore

Dopo quaranta giorni di stallo nel conflitto tra Israele e la Filistia, Davide servì il padre in un incarico speciale, per assicurarsi che i suoi tre fratelli maggiori che erano nell’esercito di Saul stessero bene. Noteremo qui la scelta del servitore, l’ordine dato al servitore, il carattere del servitore, la preoccupazione del servitore e le critiche rivolte al servitore.

La scelta del servitore. Isai disse a Davide, suo figliuolo: "Prendi per i tuoi fratelli quest’efa di grano arrostito e questi dieci pani e portali presto al campo ai tuoi fratelli" 1Sa 17:17. Fu una scelta provvidenziale perché se Isai avesse mandato uno degli altri fratelli che erano a casa (solo tre degli otto figli erano nell’esercito di Saul), Davide non avrebbe incontrato Golia. Fu anche una scelta accurata, perché Isai confidava che Davide avrebbe svolto bene il compito. Ciò non indica che gli altri quattro fratelli a casa non fossero affidabili, ma solo che Isai sapeva che poteva fidarsi di Davide. Le scelte provvidenziali sono spesso accurate. Se volete che la provvidenza vi sorrida, dovete comportarvi bene dove siete. La diligenza nei compiti attuali ha molto a che fare con gli incarichi futuri. In altre parole, Dio non ci sceglie a prescindere dalla nostra devozione a lui.

L’ordine dato al servitore. "Prendi per i tuoi fratelli quest’efa di grano arrostito e questi dieci pani e portali presto al campo ai tuoi fratelli. Porta anche queste dieci caciole al capitano del loro migliaio; vedi se i tuoi fratelli stanno bene e riportami da loro un qualche contrassegno" 1Sa 17:17,18. L’ordine di Isai a Davide è come gli ordini che Dio ci dà nel suo servizio. Lo vediamo nella dedizione, nel pericolo, nel dovere e nell’affidabilità che comportava.

Primo, dedizione. Isai disse a Davide di recarsi "presto" al campo dove si trovavano i suoi fratelli. Nel farlo, Davide dimostrò molta dedizione e molto zelo. Non sarebbe stato facile per persone che tardano a ubbidire. Erano necessari fervore e prontezza. Non si può fare molto per Dio se non si ha abbastanza dedizione per ubbidirgli presto. Per servirlo bene, dobbiamo ubbidirgli immediatamente e con tutto il cuore.

Secondo, pericolo. Isai disse a Davide di recarsi al "campo" dove si trovavano i suoi tre fratelli maggiori. Era un campo militare sul luogo di battaglia, un posto pericoloso. Ci sarebbe voluto coraggio per ubbidire, ed è lo stesso al servizio di Dio. Ci vuole coraggio per servirlo e per vivere per lui, come è evidente nei momenti di persecuzione. Troppi vogliono servire Dio lontano dal combattimento. Non vogliono rischiare la vita, né rischiare semplicemente di perdere amici, denaro, lavoro o prestigio. I grandi uomini di Dio di ogni epoca non avrebbero mai fatto molto per Dio se non avessero avuto coraggio nel servirlo.

Terzo, dovere. Isai diede a Davide una lista di doveri da compiere: portare le provviste ai fratelli, portare del formaggio al loro capitano e assicurarsi che i fratelli stessero bene. Certi vogliono servire Dio senza ricevere ordini. Vogliono una vocazione senza fatica, un riconoscimento senza responsabilità, un incarico che paga senza dover sudare. Il servizio a Dio non è per i pigri e gli oziosi, perché richiede lavoro. Dal modo in cui tanti trovano scuse per evitare di svolgere compiti in chiesa è chiaro che pochi membri delle chiese sono realmente servitori di Dio.

Quarto, affidabilità. La necessità di un servitore affidabile è chiara soprattutto nell’ordine: "Riportami da loro un qualche contrassegno" #1Sa 17:18, cioè qualcosa (una ciocca di capelli, delle lettere, del bottino) che indicasse che i fratelli stavano bene. Doveva quindi essere fidato. Dio richiede servitori fidati. Chi si lamenta di non aver ricevuto compiti e incarichi importanti in chiesa (o in altri luoghi di servizio) possono dare la colpa a se stessi se sono stati poco affidabili.

Il carattere del servitore. Osserviamo ora che Davide eseguì bene i suoi doveri per Isai. È vero che non ritornò come Isai si aspettava che facesse, ma suo padre non si lamentò certamente! Davide fu ubbidiente, pronto, responsabile, zelante ed educato.

Primo, fu ubbidiente. Davide "prese il suo carico e partì come Isai gli aveva ordinato" #1Sa 17:20. Non avrebbe potuto far meglio. Fece ciò che gli fu ordinato. È ciò che Dio vuole che facciamo. La disubbidienza a Dio causa la maggior parte dei nostri problemi. Al contrario, l’ubbidienza porta benedizioni e incarichi più importanti, come nel caso di Davide. L’ubbidienza a Isai gli procurò l’incarico di uccidere Golia.

Secondo, fu pronto. Davide "s’alzò di buon mattino" 1Sa 17:20 per fare il suo dovere. Non sprecò tempo e non rimandò, ma svolse subito i suoi compiti. Non ritardò. Il ritardo è disubbidienza. Chi non è pronto non è un buon servitore. La prontezza è essenziale per servire bene e per ricevere il favore della provvidenza divina. Svolgendo prontamente i suoi doveri, Davide arrivò al campo provvidenzialmente in tempo per sentire una delle sfide di Golia. Se non fosse stato così pronto, non lo avrebbe sentito e non avrebbe duellato contro di lui. Le grandi porte girano spesso su piccoli perni e i grandi progressi nella vita sono spesso causati da cose apparentemente piccole, come la prontezza nel dovere.
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Re: Davide 13/07/2012 12:09 #4460

Soldato

"Or le parole che Davide aveva dette essendo state sentite, furono riportate a Saul, che lo fece venire" 1Sa 17:31. Il quarto ruolo di Davide che osserviamo nel nostro testo è quello di soldato. I suoi discorsi nel campo riguardo a Golia, al fatto che nessuno rispondesse alla sua sfida e al disonore che egli recava a Israele e a Dio indicavano o per lo meno sottintendevano che era disposto a combatterlo. Quei discorsi furono quindi riferiti a Saul che lo mandò a chiamare. Saul era pronto a parlare con chiunque avesse una risposta a questo problema del superuomo dei Filistei. Questo colloquio con Saul fece sì che Davide fosse arruolato nell’esercito d’Israele con l’incarico di sfidare Golia. Esaminando ulteriormente il ruolo di Davide come soldato, noteremo l’esame, l’impiego e l’equipaggiamento di Davide per i suoi doveri di soldato.

L’esame di Davide. I soldati sono sempre esaminati prima di essere ammessi nell’esercito di un paese. Ricordo di aver fatto degli esami scritti e poi una visita medica accuratissima prima di arruolarmi. È un procedimento saggio. È anche saggio esaminare chi viene ammesso al servizio del Signore in chiesa. Paolo ne parlò, dicendo: "E anche questi siano prima provati; poi assumano l’ufficio di diaconi se sono irreprensibili" 1Ti 3:10. Non dobbiamo dare un compito alle persone per renderle fedeli, ma diamo un compito se le troviamo fedeli.

L’esame di Davide prima che servisse come soldato contro Golia comprese le prove del coraggio, del disprezzo e delle qualifiche.

Primo, la prova del coraggio. Davide aveva parlato tanto in maniera fervente e con parole forti su Golia e sulla difesa della fede. Ora lo portarono a Saul per vedere se le sue parole erano sincere o se erano solo un mucchio di ciance. Di fronte a Saul, si sarebbe visto se Davide era davvero coraggioso. Era facile parlare agli uomini nell’accampamento, ma dire la stessa cosa a Saul sarebbe stato molto più difficile. Eppure, di fronte a Saul Davide sembrò ancora più coraggioso. "Davide disse a Saul: Nessuno si perda d’animo a motivo di costui! Il tuo servo andrà e si batterà con quel Filisteo" 1Sa 17:32. Non parlava solo alle truppe, ma era pronto ad agire di fronte al re. Certi parlano tanto finché non si tratta di impegnarsi e poi, non avendo coraggio, non mettono in pratica ciò che dicono. Il coraggio è essenziale in battaglia. Non si può combattere senza coraggio. Dobbiamo parlare di dedizione, ma anche metterla in pratica. Davide fece entrambe le cose.

Secondo, la prova del disprezzo. La seconda prova di Davide fu il disprezzo di Saul, che non credeva che Davide avesse molte possibilità di sconfiggere Golia. Come abbiamo già visto, Davide aveva superato una simile prova quando suo fratello Eliab lo aveva criticato, e superò anche questa. In segno di disprezzo, "Saul disse a Davide: Tu non puoi andare a batterti con questo Filisteo; poiché tu non sei che un giovanetto, ed egli è un guerriero fin dalla sua giovinezza" 1Sa 17:33. Sia la conclusione che il paragone di Saul erano errati.

Era una conclusione errata, perché, dicendo: "Tu non puoi andare a batterti con questo Filisteo," Saul dimostrò di non credere che Davide potesse svolgere quel compito. Credeva che fosse impossibile. Molti diranno: "Non si può fare." Molti smorzeranno il nostro ardore in qualche nobile sforzo che appoggiamo o che programmiamo di fare. Ci sarà sempre qualcuno dei fedeli che si oppone ai piani del pastore per la crescita della chiesa. Ogni grande sforzo deve sempre superare chi vuole scoraggiarlo, e Davide fece lo stesso con Saul.

Era un paragone errato perché non indicava tutte le differenze tra Golia e Davide. Saul disse che Davide non era "che un giovanetto, [e Golia era] un guerriero fin dalla sua giovinezza." "È vero che Davide era solo un giovinetto e Golia era un gigante e un veterano, ma cosa significa? Saul aveva …  tralasciato Dio" (Maclaren). Il paragone più importante e significativo da fare in questo caso è questo: Golia, al contrario di Davide, non conosceva Dio! Saul li paragonò male e quindi giunse alla conclusione errata. Vedeva le cose solo da un punto di vista umano. Non ci stupisce che fosse così pessimista.

Il disprezzo pessimista di Saul non scoraggiò però Davide e non lo fece arrendere. Al contrario, Davide prevalse su di lui, nella seconda delle tre vittorie che ottenne quel giorno. Come abbiamo notato nella sua vittoria su Eliab, dobbiamo ottenere piccole vittorie prima di ottenerne di maggiori. Dobbiamo vincere le prime partite se vogliamo arrivare a vincere il campionato.

Terzo, la prova delle qualifiche. La terza prova in questo esame di Davide per determinare se poteva lottare contro Golia aveva a che fare con le sue qualifiche. Aveva le qualifiche necessarie? Il disprezzo di Saul sottintendeva che non le avesse, ma Davide sostenne il contrario, con un ottimo ragionamento: "E Davide rispose a Saul: Il tuo servo pascolava il gregge di suo padre; e quando un leone o un orso veniva a portar via una pecora di mezzo al gregge, io gli correvo dietro, lo colpivo, gli strappavo dalle fauci la preda; e se quello mi si rivoltava contro, io lo pigliavo per le ganasce, lo ferivo e l’ammazzavo. Sì, il tuo servo ha ucciso il leone e l’orso; e questo incirconciso Filisteo sarà come uno di quelli, perché ha coperto d’obbrobrio le schiere dell’Iddio vivente. "E Davide soggiunse: L’Eterno che mi liberò dalla zampa del leone e dalla zampa dell’orso, mi libererà anche dalla mano di questo Filisteo. "E Saul disse a Davide: Va’, e l’Eterno sia teco" #1Sa 17:34-37. Le qualifiche di Davide comprendevano due aspetti: le sue conquiste e la sua fede. Erano qualifiche eccellenti.
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Re: Davide 13/07/2012 12:10 #4461

L’entrata nel duello

"Mosse contro il Filisteo …  corse prestamente verso la linea di battaglia incontro al Filisteo" 1Sa 17:40,48. Spettava a Davide dare il via al duello perché Golia aveva sfidato gli Israeliti per quasi sei settimane, incitandoli a mandare qualcuno a combatterlo. Golia era pronto da tempo. Davide dunque, dopo aver scelto cinque pietre per la fionda, si diresse verso di lui. Questa entrata in duello rivela il coraggio e la prontezza di Davide e il disdegno di Golia.

Coraggio. Davide ebbe bisogno di grande coraggio per affrontare Golia. Noteremo due aspetti importanti del suo coraggio in questo caso: la singolarità e la fonte del coraggio.

Primo, la singolarità del coraggio. Era un coraggio insolito, perché nessun altro soldato Israelita si era offerto di combattere Golia. I grandi uomini di Dio si devono però spesso reggere da soli. Chi non sa difendere da solo le proprie convinzioni non può eccellere nell’esercito di Dio.

Secondo, la fonte del coraggio. Il coraggio di Davide provenne dalla sua fede in Dio. Come abbiamo notato, Davide credeva che Dio lo avrebbe salvato. "L’Eterno che mi liberò dalla zampa del leone e dalla zampa dell’orso, mi libererà anche dalla mano di questo Filisteo" 1Sa 17:37. Gran parte del fatto che la chiesa non appoggia nuove necessarie iniziative per l’opera del Signore dipende dalla mancanza di fede, che è però essenziale a chi vuole avventurarsi per Dio. Ogni grande opera svolta per Dio richiede coraggio. Ciò non giustifica ovviamente imprese folli, ma condanna chi non ha fede e chi ha quindi paura di lasciare lo status quo nel ministero di chiesa.

Prontezza. Davide non trascinò i piedi quando giunse a Golia, ma "corse prestamente verso la linea di battaglia incontro al Filisteo" 1Sa 17:48. È la terza volta che lo vediamo correre in questo capitolo. Isai gli aveva detto di andare "presto" al campo 1Sa 17:17, Davide "corse" ai fratelli appena arrivò all’accampamento 1Sa 17:22 e ora "corse" verso Golia per combatterlo. Ciò indica diligenza e dedizione come abbiamo già notato. Per servire bene dobbiamo essere ferventi, zelanti ed entusiasti. Non si fa molto per il Signore senza la dedizione e determinazione dimostrata in questa prontezza di Davide.

Disdegno. "E quando il Filisteo ebbe scorto Davide, lo disprezzò, perché egli non era che un giovinetto, biondo e di bell’aspetto" 1Sa 17:42. Esaminando lo sdegno di Golia per Davide, noteremo lo sguardo e i valori di Golia.

Primo, lo sguardo di Golia. Le parole "ebbe scorto" sono una traduzione di un termine ebraico che significa "esaminare, guardare attentamente" (Strong). Quando Davide iniziò ad avvicinarsi a Golia, si può immaginare che il gigante si fosse sporto in avanti, aguzzando la vista per squadrare Davide da cima a fondo. Probabilmente si chiese chi fosse quell’Israelita inerme che aveva il coraggio di sfidarlo. Lo sguardo intento di Golia ci ricorda che il mondo osserva attentamente chi si professa cristiano e chi osa vivere piamente. Gli empi scrutinano ogni vostra mossa. La nostra condotta è quindi molto importante per la nostra confessione di fede.

Secondo, i valori di Golia. Golia disprezzò Davide quando vide che "non era che un giovinetto, biondo e di bell’aspetto." Ci si può chiedere perché questi tratti di Davide avessero indotto Golia a disprezzarlo. Alcuni dicono che è perché Davide era molto giovane e non era quindi pronto a combattere. Secondo noi, c’è di più: Golia lo disprezzava perché era una personcina ammodo e di bell’aspetto. Non aveva l’apparenza dura e rozza degli empi e, come fanno di solito gli empi, Golia disprezzava ciò che era buono. Uno dei miei figli è un insegnante e, in una delle sue classi, ha un gruppo eccellente di studenti, con ottimi voti e senza problemi di condotta. Un giorno, uno studente cialtrone e fannullone di un’altra classe gli HA DETTO, con un tono di voce sprezzante: "È un gruppo di rinunciatari." Come Golia, li vedeva con disprezzo. I veri rinunciatari sono invece quelli che disdegnano la bontà. Gesù Cristo, la perfezione incarnata, fu disprezzato al punto da essere crocifisso. Non dobbiamo quindi sorprenderci se il mondo disprezza la nostra vita santa. Davide era la gemma in quella scena, ma Golia non sapeva distinguere una gemma da una zolla di fango. L’empietà dà un falso senso dei valori e può distruggere le persone, come conferma l’uccisione di Golia. Se Golia avesse potuto valutare giustamente Davide, avrebbe subito fatto pace e si sarebbe salvato la vita!
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Re: Davide 13/07/2012 12:11 #4462

Il dialogo nel duello

Appena Davide si avvicinò a Golia, ci fu uno scambio di parole. Le parole di Golia erano corrotte e quelle di Davide erano pie: corrisposero quindi al carattere di chi le pronunciò, come avviene di solito.

Parola corrotte. "Il Filisteo disse a Davide: Son io un cane, che tu vieni contro a me col bastone? E il Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dei; e il Filisteo disse a Davide: Vieni qua ch’io dia la tua carne agli uccelli del cielo e alle bestie dei campi" 1Sa 17:43,44. Il carattere corrotto di Golia è evidente in tre sensi nella sua conversazione con Davide, cioè nella superbia, profanità e promessa contenute nelle sue parole.

Primo, la superbia. La domanda: "Son io un cane, che tu vieni contro a me col bastone?" #1Sa 17:43 indica che Golia si sentì offeso dall’aspetto del suo opponente, che sembrava implicare che Golia era solo un cane che poteva essere cacciato con dei bastoni. Ciò riflette la sua superbia. Golia si preoccupava molto di essere onorato. Come molti altri, si sentiva personalmente offeso dalla minima mancanza di stima. Si preoccupava del proprio onore, mentre Davide si preoccupava dell’onore di Dio. Chi si preoccupa egoisticamente del proprio onore è corrotto.

Secondo, la profanità. "E il Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dei" 1Sa 17:43. La parola "dei" è la traduzione di un termine ebraico che è al singolare. La parola "suoi" in questa frase può quindi riferirsi sia a Golia che a Davide. Il profano Golia avrebbe potuto maledire usando sia il nome del proprio dio (come pensa R. P. Smith) che del Dio di Davide (come pensa Keil). In ogni modo, ciò dimostra la sua profanità e quindi la sua corruzione. Un linguaggio corrotto rivela un uomo corrotto. Davide usò certamente un linguaggio migliore, come noteremo in breve.

Terzo, la promessa. "Vieni qua ch’io dia la tua carne agli uccelli del cielo e alle bestie dei campi" 1Sa 17:44. Questa promessa è corrotta perché, in contrasto a quella di Davide, tralasciò Dio. Era una promessa egocentrica. Golia avrebbe agito di persona. Non pensava di avere bisogno di Dio. Ciò comporta corruzione, perché quando si tralascia il Dio onnipotente, sopravviene sempre la corruzione.

Parole pie. Le parole di Davide erano in gran contrasto con quelle di Golia, e compresero almeno quattro argomenti: la protezione, la protesta, la promessa e lo scopo.

Primo, la protezione. "Tu vieni a me con la spada, con la lancia e col giavellotto; ma io vengo a te nel nome dell’Eterno degli eserciti" #1Sa 17:45. L’armatura di Golia faceva gran colpo all’occhio naturale, ma Davide aveva l’armatura migliore: era protetto dalla "armatura di Dio" Ef 6:11, come abbiamo già notato in questo studio. Golia faceva affidamento sul rame della sua armatura, che non poteva però far fronte alla "armatura di Dio".

Secondo, la protesta. "Vengo a te nel nome dell’Eterno degli eserciti, dell’Iddio delle schiere d’Israele che tu hai insultato." 1Sa 17:45. Golia aveva parlato contro Yahweh, irritando Davide, come abbiamo già notato. Il linguaggio scurrile irrita i pii che protestano quando Dio è disonorato. Davide non era irritato dall’opinione che Golia aveva di lui, ma di quella che aveva di Dio. Non era come Golia che si preoccupava solo del proprio onore. Al contrario, si preoccupava dell’onore di Dio. Una delle grandi diversità tra questi due uomini, come vediamo in questo scambio di parole, è questa questione d’onore. Uno si preoccupava del proprio onore personale e l’altro dell’onore di Dio. Questa differenza era uno dei fattori principali che influenzò l’esito del duello.

Terzo, la promessa. "Oggi l’Eterno ti darà nelle mie mani e io ti abbatterò, ti taglierò la testa e darò oggi stesso i cadaveri dell’esercito dei Filistei agli uccelli del cielo e alle fiere della terra" 1Sa 17:46. La promessa di Davide era nobile soprattutto perché iniziò con la frase: "l’Eterno ti darà nelle mie mani." Davide promise di vincere, ma basò la sua vittoria sull’aiuto di Dio. Golia tralasciò Dio, come abbiamo già notato, mentre Davide ne fece il motivo della vittoria promessa. Ciò permise a Davide di vincere il duello.

Quarto, lo scopo. "Tutta la terra riconoscerà che v’è un Dio in Israele; e tutta questa moltitudine riconoscerà che l’Eterno non salva per mezzo di spada né per mezzo di lancia; poiché l’esito della battaglia dipende dall’Eterno, ed egli vi darà nelle nostre mani" 1Sa 17:46,47. Dalle parole di Golia è evidente che voleva vincere quella battaglia per esaltarsi. Lo scopo di Davide era molto migliore e aveva a che fare con la sua protesta, comprendendo l’esaltazione del Dio Yahweh. Davide desiderava soprattutto che Dio fosse esaltato di fronte ai Filistei e agli Israeliti. Praticò ciò che aveva predicato Paolo: "Fate tutto alla gloria di Dio" 1Co 10:31. Golia cercava la vanagloria, mentre Davide si preoccupava della gloria di Dio. Nella vita, la prima produce sconfitta e la seconda vittoria.
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Re: Davide 13/07/2012 12:12 #4463

L’uccisione nel duello

Esaminando l’uccisione di Golia, ne noteremo il metodo, il miracolo, lo slancio, la potenza e le commemorazioni.

Il metodo dell’uccisione. Davide "mise la mano nella sacchetta, ne cavò una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo nella fronte; la pietra gli si conficcò nella fronte, ed ei cadde bocconi per terra." 1Sa 17:49. Il metodo dell’uccisione di Golia fu un colpo di fionda. Noteremo la praticità del metodo, la popolarità del metodo, il potere del metodo e la precisione del metodo.

Primo, la praticità del metodo. La fionda non mancava di praticità. Molti la considerano un’arma molto strana per attaccare Golia, ma era in realtà la scelta più logica. Davide non poteva avvicinarsi a Golia abbastanza per usare altre armi, come la lancia, la spada o il pugnale. Con la fionda, poteva colpire Golia a distanza. Quando andiamo in battaglia per Dio, i nostri metodi possono sembrare strani e inadeguati al mondo, ma in realtà si riveleranno molto pratici. Servire Dio non vuol dire essere poco pratici o illogici. È chi rifiuta Dio e le sue vie a esserlo.

Secondo, la popolarità del metodo. La fionda non era un’arma del tutto insolita negli attacchi militari. "La fionda era infatti il fucile di quei tempi e chi praticava quest’arte sapeva fare centro come i nostri fucilatori odierni, anche se a distanza minore" (D. Fraser). Le Scritture illustrano questo fatto. Nel libro dei Giudici, leggiamo che alcuni uomini della tribù di Beniamino "potevano lanciare una pietra con la fionda ad un capello, senza fallire il colpo" Gc 20:16. La popolarità della fionda è illustrata nella vicenda in cui Uzzia (uno dei grandi re di Giuda, secoli dopo Davide) armò i suoi soldati di "fionde da scagliar sassi" 2Cr 26:14, oltre ad altre armi. Quando Davide usò la fionda contro Golia, non usò quindi un metodo insolito o strano. Al contrario, era un’arma militare comune.

Terzo, il potere del metodo. Il potere del colpo di fionda è dimostrato nel fatto che la pietra scagliata da Davide contro Golia "gli si conficcò nella fronte" 1Sa 17:49. Se poté conficcarsi nell’osso frontale, pensate che danno avrebbe recato a una parte più debole del corpo. Con quel potere, si capisce perché le fionde non erano giocattoli, ma arme efficaci e offensive usate dagli eserciti ai tempi di Davide.

Quarto, la precisione del metodo. Abbiamo già notato che il colpo di fionda poteva essere estremamente accurato, tanto che "potevano lanciare una pietra con la fionda ad un capello, senza fallire il colpo" Gc 20:16. Ci voleva precisione. Davide aveva un bersaglio molto limitato, perché Golia era coperto dalla testa ai piedi da un’armatura di rame, che una pietra lanciata da una fionda poteva appena intaccare. C’era però un punto scoperto. Il volto di Golia non era protetto. Era, per così dire, il suo "tallone di Achille," e la pietra scagliata da Davide fece centro.

Il miracolo dell’uccisione. "Così Davide, con una fionda e con una pietra, vinse il Filisteo; lo colpì e l’uccise, senz’aver spada alla mano" 1Sa 17:50. Il miracolo in questa uccisione di Golia era, come molti altri, una combinazione di umano e divino. Dio guidò la pietra in modo che colpisse il punto giusto per ammortire Golia. Era come la freccia che uccise Acab: "Or qualcuno scoccò a caso la freccia del suo arco, e ferì il re d’Israele tra la corazza e le falde" 1Re 22:34. Ricorda anche l’esperienza di alcuni piloti durante la guerra del 1967 tra Israele e gli stati arabi. Alcuni piloti israeliani attaccarono con insolito successo dei convogli egiziani e poi, riferendo l’accaduto, ammisero prontamente che Dio li aveva assistiti, perché non avrebbero potuto colpire tanti veicoli in una volta. Dobbiamo quindi notare che Dio non aiuta un uomo a uccidere un gigante con una fionda o a distruggere dei convogli con un aereo se quest’uomo prima non si esercita diligentemente, come avevano fatto ovviamente sia Davide che i piloti. Il fatto che Davide avesse colpito il Filisteo perfettamente al primo colpo (aveva con sé cinque pietre, quindi aveva quattro altre possibilità) indica sia un miracolo che un esercizio diligente. Dio non fa miracoli in modo tale da renderci pigri o da rallentare lo sviluppo delle nostre abilità e dei nostri talenti. Se vogliamo un miracolo come quello ottenuto da Davide, dobbiamo esercitarci e studiare diligentemente, facendo tutto il necessario per migliorare e perfezionare le nostre prestazioni.

Lo slancio dell’uccisione. L’uccisione di Golia da parte di Davide ebbe un effetto devastante sui Filistei. Come in un grande evento sportivo, il colpo di Davide diede uno slancio alla battaglia, capovolgendo le parti. "E i Filistei, vedendo che il loro eroe era morto, si diedero alla fuga. E gli uomini d’Israele e di Giuda sorsero, alzando gridi di guerra e inseguirono i Filistei" #1Sa 17:51,52. Che mutamento di atteggiamenti da entrambi i lati! L’uccisione di Golia mise in fuga i Filistei e ispirò gli Israeliti a inseguirli, ottenendo una grande vittoria. Che influsso benefico ebbe Davide sull’esercito di Israele, certamente più di Eliab o Saul, che non fecero che deprimere gli umori, influenzando i soldati israeliti a scoraggiarsi di fronte a Golia. Che influsso date voi? La vostra vita incoraggia gli altri a vivere in maniera pia e vittoriosa o li incoraggia ad abbandonare la fede e a vivere tra corruzione e sconfitte?

La potenza dell’uccisione. La potenza iniziale dell’uccisione fu chiara quando Golia cadde a terra con un gran frastuono. Si vide anche in ciò che accadde ai Filistei dopo la morte di Golia, quando i soldati israeliti "inseguirono i Filistei fino all’ingresso di Gath e alle porte di Ekron. I Filistei feriti a morte caddero sulla via di Shaaraim, fino a Gath e fino ad Ekron. E i figliuoli d’Israele, dopo aver dato la caccia ai Filistei, tornarono e predarono il loro campo" 1Sa 17:52,53. La morte di Golia diede una grande vittoria a Israele. Molti Filistei furono infatti uccisi e gli altri furono cacciati nel loro paese. Ci fu anche un grande bottino. Le vittorie di Dio sono convincenti. Quando Dio opera, non è necessario elevare i risultati o ritoccare le statistiche per dare l’impressione di vittoria. Le vittorie di Dio sono ovvie, come quella di Davide su Golia. Se la vostra vita per Dio è vittoriosa, non dovete farlo sapere agli altri, perché sarà ovvio! Chi sembra ansioso di far sapere che vivono in maniera devota è più parole che fatti. Le vere vittorie sono facilmente verificabili e non richiedono manipolazioni.
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Re: Davide 13/07/2012 12:12 #4464

Il fatto di portare la testa di Golia a Gerusalemme (dove c’era allora una roccaforte dei Gebusei) o in qualunque altro luogo avrebbe dato un messaggio ai nemici d’Israele. Quella testa era un ricordo incoraggiante per gli Israeliti, rammentando la grande vittoria sui Filistei, ma terrificante per i loro nemici. Alcuni diranno che era un monumento disgustoso, ed è vero, ma dovremmo avere degli oggetti disgustosi commemorativi del peccato nel nostro paese, in luoghi pubblici, per mostrare a tutti il suo prezzo tremendo. Il peccato è pubblicizzato falsamente con immagini e scene piacevoli e attraenti, non spaventose. Golia faceva colpo con tutto il suo rame, ma era un uomo profano che sfidò Dio e ricevette una giusta condanna. Le cose spaventose sono forse spregevoli, ma vere, e chi le abbellisce le falsifica. I frutti del peccato sono disgustosi e abbiamo bisogno di forti promemoria che ce lo ricordino. Gli uomini devono conoscere questa verità. Se avessimo più commemorazioni orrende del peccato in luoghi prominenti, avremmo meno dei suoi frutti tremendi.
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