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DEMOLIAMO I RAGIONAMENTI E TUTTO CIO' CHE SI ELEVA ORGOGLIOSAMENTE CONTRO LA CONOSCENZA DI DIO 2 corinzi 10:4-5
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ARGOMENTO: La Morte seconda

Re: La Morte seconda 11/09/2012 22:03 #5430

Carissimo Ciro abbiamo ancora il punto 4 della tua proposta di discussione da affrontare ancora:

4) resurrezione, giudizio, libro della vita"

I morti in Cristo risusciteranno i primi" 1Te 4:16. L’espressione "morti in Cristo" non si riferisce ai credenti carnali morti spiritualmente, e non si riferisce neppure a una chiesa morta che non fa nulla (anche se l’espressione "morti in Cristo" descrive bene la loro condizione). Al contrario, questa espressione si riferisce ai credenti deceduti prima del ritorno di Cristo.

I "morti in Cristo" sono un gruppo limitato, infatti in questa occasione Paolo non si riferiva a tutti i morti, ma solo ai morti salvati, ossia a quelli che nel corso della loro vita hanno accettato Cristo come Salvatore. La maggior parte delle persone muoiono senza Cristo, dunque non muoiono "in Cristo" e non parteciperanno al Rapimento dei santi. Gli increduli saranno esclusi dal rapimento e saranno destinati al tormento Lu 16:23,25,28 fino al momento del giudizio, dopodiché "la morte e l’Ades [la dimora presente e incandescente delle persone non salvate]" saranno gettate "nello stagno di fuoco" Ap 20:14. Gli increduli non hanno benedizioni da aspettare, ma soltanto orrore. Tuttavia, "Beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore" Ap 14:13 perché grandi cose li attendono, tra cui il Rapimento dei santi. I morti in Cristo non saranno esclusi dal Rapimento solo perché sono già deceduti, infatti Paolo assicurò ai santi di Tessalonica che i santi deceduti parteciperanno al Rapimento.

I "morti in Cristo" comprendono anche i santi dell’Antico Testamento? Alcuni uomini pii ritengono di sì, altri ritengono di no. Il presente brano non specifica che i santi di Tessalonica non stessero pensando anche ai credenti dell’Antico Testamento e che Paolo non si riferiva anche a loro, perché questo non era il punto principale. I santi di Tessalonica, infatti, erano preoccupati per i loro amici e per i loro famigliari deceduti, temendo che non potessero partecipare al glorioso rapimento dei santi al ritorno del Signore. Nel presente versetto, l’espressione "morti in Cristo" si riferisce soltanto a quelli che sono stati salvati nell’ambito della dispensazione presente. Tuttavia, i santi dell’Antico Testamento, sia che siano inclusi nel Rapimento o meno, hanno un futuro glorioso. Indipendentemente dal loro destino, i santi dell’Antico Testamento non saranno esclusi dalle benedizioni divine.





Quando Cristo tornerà per radunare a sé la Chiesa, "i morti in Cristo risusciteranno i primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo insieme con loro rapiti sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria" 1Te 4:16-17. Questa separazione di tempo tra i morti e i vivi non sarà molto lunga. Paolo spiega che il Rapimento sarà un evento molto rapido: "in un momento, in un batter d’occhio,![ … ]! i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo mutati" 1Co 15:52. Mentre i morti risusciteranno "i primi," i vivi non dovranno aspettare il treno del Rapimento perché gli eventi relativi al Rapimento saranno così veloci che la risurrezione dei morti e dei vivi, pur avvenendo in fasi diverse, sarà vista come un unico evento. Tuttavia, in questo brano Paolo enfatizza il fatto che i redenti defunti non perderanno nessuna delle benedizioni e nessun entusiasmo del Rapimento.


Morte spirituale.

La morte spirituale è la separazione da Dio, sia in questo mondo che nel mondo futuro. Per esempio, Adamo "morì" a causa della sua disubbidienza, secondo l’avvertimento di Dio: " …  perché, nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai" Ge 2:17. La sua morte (esclusione dall’Eden) non fu caratterizzata da un decesso fisico immediato, ma diede inizio alla sua condizione di mortalità: la morte di Adamo fu spirituale. Quando Gesù disse "lascia i morti seppellire i loro morti" Mt 8:22, intendeva dire: "Lascia che i morti spirituali seppelliscano i morti fisicamente"; e parlando delle persone spiritualmente morte intendeva quelli che sono separati da Dio a causa dell’incredulità. Scrivendo agli efesini, Paolo disse: "E voi pure ha vivificati, voi ch’eravate morti ne’ vostri falli e ne’ vostri peccati" Ef 2:1. In precedenza, essendo peccatori, esistevano nella "morte" spirituale, ma quando si convertirono a Cristo furono vivificati. Quando una persona entra in comunione con Dio mediante la fede in Cristo, passa dalla "morte alla vita" 1Gv 3:14.

Nel Giudizio Finale degli increduli presso il trono bianco, che avrà luogo dopo i mille anni (Millennio), gli empi deceduti esisteranno ancora e dovranno presentarsi dinanzi a Dio per il giudizio. Inoltre, anche se potranno essere giudicati, la loro condizione è definita "morte" perché sono alienati da Dio Ap 20:13-15; (cfr.) Ap 3:1 1Ti 5:6.

Morte eterna.

Coloro che sono morti nei falli e nei peccati, quando muoiono fisicamente senza essersi ravveduti, entrano nella condizione della morte eterna. Giacomo parla di questa morte e spiega come può essere evitata: "Sappia colui che chi converte un peccatore dall’error della sua via salverà l’anima di lui dalla morte … " Gm 5:20. Chiaramente, la morte eterna non è la cessazione dell’esistenza, bensì il castigo eterno contro cui Paolo ci mette in guardia dicendo: " …  il Signor Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Iddio, e di coloro che non ubbidiscono al Vangelo del nostro Signor Gesù. I quali saranno puniti di eterna distruzione, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza" 2Te 1:7-9.

Nel Giudizio Finale degli increduli presso il trono bianco, tutti gli empi deceduti saranno gettati nello stagno di fuoco, detto anche "morte seconda" Ap 20:13-15. Le Scritture identificano la morte seconda con il fuoco eterno e inestinguibile Gd 1:7 Mt 18:8 25:41, il castigo eterno Mt 25:46, il giudizio eterno Eb 6:2, la distruzione eterna 2Te 1:9 e la dannazione eterna Mr 3:29. In greco, l’aggettivo reso con "eterno" è aionios, che significa "resistente all’età," "eterno" e "senza fine," ma quando viene applicato a Dio significa "senza principio né fine".

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Ultima modifica: 11/09/2012 22:30 Da stefano .

Re: La Morte seconda 14/09/2012 20:04 #5477

Ottimo Stefano, sono sostanzialmente d'accordo.

Ci tengo soltanto, nel pieno rispetto dei pretribolazionisti, a ribadire la mia posizione sulla Grande Tribolazione, sono convinto, infatti, che la chiesa, composta non da una denominazione, ma da tutti i veri credenti, passerà anche la prova più dura.
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Re: La Morte seconda 14/09/2012 22:30 #5479

Ciro, se sei d'accordo apriamo pure una parentesi, parlaci pure di questo particolare che hai sottolineato. Tu conosci benissimo il pensiero di chi dice che la chiesa sarà rapita prima che avvenga la grande tribolazione.

Sono sicuro che leggere le tue esposizioni su questo argomento, sia interessante per tutti noi, lettori occasionali compresi.
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Re: La Morte seconda 15/09/2012 13:10 #5483

Sulla «grande tribolazione» ci sono sostanzialmente 3 posizioni: pre, infra e post.
Io non sono un pre - tribolazionista.

In Apocalisse 7:14 si dice dei redenti vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano, che «vengono dalla gran tribolazione». Gesù chiede per i suoi, non che siano tolti dal mondo ma che siano guardati o 'preservati dal maligno' . Per i cristiani fedeli l'ora della prova suprema sarà l'ora della suprema vittoria mercé l'intercessione ed il potente aiuto di Cristo; ma per gl'ipocriti, i cristiani di nome, e tutti gl'increduli sarà l'ora della disfatta e dell'indurimento nel male.

Qui Giovanni si esprime con il tipico linguaggio dell’apocalittica giudaica, e non parla soltanto di una visitazione limitata a una comunità, ma di una prova (peirasmòs, come nel «Padre nostro» dov’è tradotto di solito con «tentazione») per tutta la terra e tutti i suoi abitanti.

Un commentatore dell’Apocalisse ha applicato all’ultimo libro della Bibbia un’immagine tratta dal Pellegrinaggio del cristiano, di John Bunyan.
In quel famoso scritto allegorico del ‘600, il pellegrino si trova, un giorno, di fronte a un fuoco che arde ai piedi di un muro. Secchi d’acqua vengono rovesciati sul fuoco, ma esso non si spegne, anzi divampa sempre più forte. Il pellegrino è perplesso, finché l’Interprete lo accompagna dietro il muro, e lì gli fa trovare la spiegazione del mistero: un uomo con un recipiente pieno d’olio versava continuamente del combustibile sul fuoco, che anziché spegnersi si alimentava sempre di più.
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Re: La Morte seconda 16/09/2012 21:15 #5500

Ciro sono sicuro che già conosci quanto sto per pubblicare , siccome il mio pensiero si avvicina più ai pretribolazionisti diamo anche qui un piccolo contributo, lasciando ai lettori le loro insindacabili deduzioni.


Dalla metà del diciannovesimo secolo diversi studiosi evangelici della Bibbia hanno avvalorato l’ipotesi che la Chiesa dei veri credenti non dovrà sopportare la Grande Tribolazione. Nel corso della storia, la Chiesa sperimenta una tribolazione generica, ma quando arriverà il tempo della Grande Tribolazione, la Chiesa sarà allontanata dalla terra e verrà portata in cielo. Gli increduli, invece, rimarranno sulla terra per tutto il periodo in cui si verificheranno queste calamità senza precedenti.

Ordinariamente, i pretribolazionisti ritengono che i capitoli 4-19 dell’Apocalisse descrivano il periodo della Grande Tribolazione. John F. Walvoord scrive: "I capitoli del Nuovo Testamento che si concentrano maggiormente sulla [grande] tribolazione si trovano in Apocalisse 4-19." Il fatto che in questi capitoli la Chiesa non sia menzionata espressamente (mentre viene menzionata sette volte nei capitoli 2 e 3), e il fatto che diverse scene descritte nei capitoli 6-19 illustrano la devastazione e la distruzione ineguagliate che Dio manderà sulla terra nella sua ira, indicano che la Chiesa fu rimossa dalla scena precedentemente.

Walvoord cita l’Apocalisse: "Perché è venuto il gran giorno della sua ira [di Dio e di Cristo], e chi può reggere in piè?" Ap 6:17; e poi aggiunge: "L’unico modo per evitare questa ira sarà esserne liberati in precedenza." In contrapposizione a quelli che potrebbero avvalorare l’ipotesi di una preservazione divina durante questo periodo di ira, Paul Feinberg scrive che "se l’ira di Dio ricadrà ovunque, è difficile pensare che la Chiesa possa essere preservata senza il cosiddetto"rapimento,"o senza essere rimossa dalla terra." Sia Walvoord che Feinberg affermano che le parole rivolte alla chiesa di Filadelfia, ("Perché tu hai serbata la parola della mia costanza, anch’io ti guarderò dall’ora del cimento che ha da venire su tutto il mondo, per mettere alla prova quelli che abitano sulla terra") {Ap 3:10} promettono l’allontanamento della Chiesa prima dell’inizio della Grande Tribolazione.

L’idea è che questo versetto denota un allontanamento della Chiesa prima della tribolazione. Alcuni pretribolazionisti citano Ap 4:1, che segue le lettere alle sette chiese (capitoli 2 e 3) dove a Giovanni viene ordinato "sali qua," come un riferimento al rapimento della Chiesa in cielo. Hal Lindsey, un famoso scrittore pretribolazionista, afferma: "Insieme a molti studiosi, ritengo che l’esperienza dell’apostolo Giovanni debba essere intesa come un presagio profetico di ciò che la Chiesa vivente sperimenterà nel Rapimento." Questo spiegherebbe il fatto che la Chiesa non viene menzionata in Apocalisse 4-19.

Altri brani citati spesso dai pretribolazionisti per affermare che la Chiesa non sperimenterà la Grande Tribolazione sono: "Vegliate dunque, pregando in ogni tempo, affinché siate in grado di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere, e di comparire dinanzi al Figliuol dell’uomo" Lu 21:36 "Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, sarem per mezzo di lui salvati dall’ira" Ro 5:9 "Il quale Egli ha risuscitato dai morti: cioè, Gesù che ci libera dall’ira a venire" 1Te 1:10 "Poiché Iddio non ci ha destinati ad ira, ma ad ottener salvezza per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo" 1Te 5:9. L’ultimo brano viene enfatizzato in modo speciale nel contesto di 1Te 5:3, dove si parla della "improvvisa ruina" che ricadrà sul mondo. Considerando il quadro biblico in generale, Walvoord non esita ad affermare che "le Scritture non presentano alcuna prova del fatto che la Chiesa presente dovrà affrontare la tribolazione."

Tuttavia, tornando brevemente all’Apocalisse, potremmo domandarci a cosa si riferiscono le numerose allusioni ai "santi" sulla terra nei capitoli 4-19. Per esempio, leggiamo: "Qui sta la costanza e la fede dei santi" Ap 13:10. Walvoord dichiara che questi santi non sono la Chiesa e scrive che "l’omissione della frase"alle chiese"in Ap 13:9 è molto significativa e avvalora l’ipotesi che la Chiesa, cioè il corpo di Cristo, sia già stata rapita e non debba affrontare questo periodo … il messaggio non è rivolto alla Chiesa in quanto tale, ma al mondo intero." Di conseguenza, i riferimenti ai "santi" nell’Apocalisse non si riferiscono mai alla Chiesa, ma solo ai credenti nel periodo della Grande Tribolazione. Walvoord dichiara che "la Chiesa occupa una posizione specifica nel piano e nel programma di Dio, e in quanto tale è contrapposta ai santi che arriveranno a conoscere Cristo durante il periodo della tribolazione, o nel Millennio futuro … [la Chiesa] non deve essere confusa con quelli che sono definiti"santi,"con Israele o con gli eletti durante il periodo della Tribolazione … i santi della Tribolazione non sono mai identificati come la Chiesa."
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Re: La Morte seconda 17/09/2012 09:31 #5506

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