riverside01.jpgriverside7.jpgriverside9.jpgriverside11.jpgriverside8.jpgriverside1.jpgriverside0.jpgriverside13.jpgriverside4.jpgriverside02.jpgriverside12.jpgriverside3.jpgriverside2.jpgriverside5.jpgriverside6.jpg
Benvenuto, Ospite
Nome Utente Password: Ricordami
Sei in una sezione dove viene richiesto al partecipante il massimo rispetto verso le persone impegnate nelle discussioni . In modo particolare ai gestori e ai moderatori del forum .

DEMOLIAMO I RAGIONAMENTI E TUTTO CIO' CHE SI ELEVA ORGOGLIOSAMENTE CONTRO LA CONOSCENZA DI DIO 2 corinzi 10:4-5

ARGOMENTO: Studiare la Bibbia

Studiare la Bibbia 21/01/2013 23:42 #7292

UN ATTEGGIAMENTO BIBLICO E DIVERSI METODI DI STUDIO

Mi sono chiesto come mai vi siano tante religioni e visioni dottrinali intorno alla Bibbia. Questo deriva dalle altrettante interpretazioni. Ecco perché di seguito desidero spiegare quali sono stati il mio atteggiamento, quale l’approccio e quali i principi d’interpretazione che ho usati. Non ho intenzione di redigere un compendio di ermeneutica, ma solo di specificare come mi sottometto all’autorità della Parola di Dio.

1.1 L’equilibrio tra preghiera e Parola di Dio
Charles Bridges diceva: “La preghiera senza lo studio è presunzione, ma lo studio senza preghiera è ateismo” . Steven A. Kreloff amplia questo concetto: “i predicatori che pregano soltanto, ma non studiano, si approfittano troppo della grazia di Dio; ma quelli che studiano soltanto, senza pregare, vivono come se Dio non esistesse” . Non voglio estrapolare queste parole dal loro contesto, ma credo che questo sia un principio valido per ogni credente e non solo per i predicatori: ognuno dovrebbe ricercare l’equilibrio tra la preghiera e lo studio della Parola. Non bisognerebbe né speculare su sensazioni emotive provate durante la preghiera e confuse con presunte rivelazioni spirituali, né scivolare in uno sterile studio meramente accademico. Il dialogo tra Dio e l’uomo si manifesta nell’essere umano che per mezzo di Cristo parla a Dio, ossia prega, e in Dio che parla all’uomo, ovvero si rivela lui nella Bibbia.

  • Chris
  • Offline
  • Moderatore
  • Messaggi: 403
***Supporto forum***
Ringraziano per il messaggio: francotecnos, ferdy

Re: Studiare la Bibbia 21/01/2013 23:42 #7293

Nella prima lettera dell’apostolo Pietro è scritto: “Sbarazzandovi di ogni cattiveria, di ogni frode, dell’ipocrisia, delle invidie e di ogni maldicenza, come bambini appena nati, desiderate il puro latte spirituale, perché con esso cresciate per la salvezza, se davvero avete gustato che il Signore è buono” . Cosa significano queste parole per noi oggi? Notiamo in primo luogo che lo Spirito Santo, ispirando l’apostolo Pietro, ci ha lasciato un comandamento o un ordine: siamo chiamati a desiderare la Parola di Dio. Vediamo dunque in questi versi quattro caratteristiche di un cristiano che desidera la Parola di Dio:
  • Chris
  • Offline
  • Moderatore
  • Messaggi: 403
***Supporto forum***
Ringraziano per il messaggio: francotecnos, nunziata

Re: Studiare la Bibbia 21/01/2013 23:44 #7294

1. il cristiano è «devoto» a Dio, si esercita continuamente alla pietà, si santifica come Dio è Santo; in altre parole lo “stile di vita” del cristiano deve essere diverso da quello del mondo. Come puoi dire che desideri la Parola di Dio se non sei disposto a metterla in pratica? Se non fai tue le ricchezze più in superficie, come potrai gustare quelle più profonde? È come se ci ponessero dinanzi un cornetto imbottito con della deliziosa nutella, ma noi non fossimo disposti a mangiarlo in quanto non gradiamo la glassa all’esterno. Sbarazzandovi è un verbo che si svolge assieme all’azione della proposizione principale desiderate, ecco perché deve essere il nostro stile di vita; lo stesso termine nell’originale in greco in altri testi è tradotto spogliarsi. Per esempio, nell’epistola di Paolo agli Efesini è scritto: “avete imparato per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici” . La parola dunque , non presente nella versione citata, è una congiunzione ed è tradotta dal testo originale in greco oun [oân] che può significare anche “poi, allora; così, quindi, di conseguenza, perciò” e implica un riferimento al comandamento di amarsi “intensamente a vicenda di vero cuore” di qualche verso prima. L’apostolo Giovanni espresse il medesimo concetto che si evince in queste parole: “Se uno dice: «Io amo Dio», ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto” . Se vogliamo amare Dio e desiderare la Sua Parola, dobbiamo amare i fratelli, dunque sbarazzarci di “ogni cattiveria (il termine greco kakia è più ampio, più vicino ai vocaboli “male”, “malvagità”, include non solo le intenzioni cattive, ma qualsiasi azione dannosa per gli altri), ogni frode (ossia, la falsità che lede gli altri mediante l’inganno o la menzogna), l’ipocrisia (o insincerità, il mascherare la malvagità interiore con un’apparente rettitudine esteriore – si noti questa parola in Matt. 23:28; Mar. 12:15; Gal. 2:13), le invidie (il contrario della gratitudine per le cose buone che avvengono agli altri) e ogni maldicenza (qualsiasi discorso che fa male o è destinato a danneggiare la posizione, la reputazione, ecc. Di un’altra persona – il verbo relativo è usato in 2:12; 3:16; Giac. 4:11) Tutti questi peccati tendono a nuocere agli altri, mentre l’amore cerca il bene altrui” . Se non ci spogliamo di questi atteggiamenti peccaminosi tipici del vecchio uomo, ci esperimenteremo presto cosa significhi che “gli impegni mondani e l’inganno delle ricchezze soffocano la parola che rimane infruttuosa” , non riuscendo ad “abbracciare [...] la profondità dell’amore di Cristo” .
  • Chris
  • Offline
  • Moderatore
  • Messaggi: 403
***Supporto forum***
Ringraziano per il messaggio: francotecnos

Re: Studiare la Bibbia 21/01/2013 23:45 #7295

2. Oltre allo “stile di vita” cristiano c’è un’altra caratteristica che questo passo ci indica; c’è un “modo” in cui bisogna desiderare la Parola di Dio: come bambini appena nati. Il credente è «affamato» della Parola di Dio. È interessante notare l’appellativo attribuito alla Parola di Dio: il puro latte spirituale. Ciò implica un paragone; domandiamoci il modo in cui un neonato desidera il latte materno e avremo una serie di applicazioni utili alla nostra vita su come desiderare la Parola di Dio. Chiunque abbia visto un fratellino più piccolo, o forse un figlio piangere a dirotto per la fame, comprenderà quanto intenso era il suo desiderio di latte; e con quale frequenza! Allo stesso modo noi dovremmo bramare la Scrittura, con un desiderio personale, intenso, devoto, e con piena fiducia nei confronti di Dio. Un fanciullo non si mettere a discutere con la mamma chiedendo se quel latte ha determinate proteine o grassi in abbondanza ovvero carboidrati a sufficienza; allo stesso modo noi non dovremmo discutere con Dio. Alcuni discutono intorno alla Bibbia sostenendo che Essa è stata scritta tanto tempo fa, quindi molte cose non fanno parte della mentalità odierna, oppure che Essa è piena di leggende e mitologia, ecc.; Dio abbia pietà di noi e lo Spirito Santo ci aiuti a fidarci di Lui, perché Egli ci dà un latte puro, incontaminato, non adulterato, privo di ogni impurità, perfetto, scevro da ogni falsità e pienamente sufficiente per la nostra crescita.
  • Chris
  • Offline
  • Moderatore
  • Messaggi: 403
***Supporto forum***
Ultima modifica: 21/01/2013 23:45 Da Chris.

Re: Studiare la Bibbia 21/01/2013 23:46 #7296

3. Abbiamo visto che il cristiano deve avere uno “stile di vita” santo e che deve desiderare la Parola di Dio in un determinato “modo”; il credente ha anche un “motivo” per desiderarla: perché con esso cresciate per la salvezza. Quale «motivazione» migliore di questa? Edward T. Welch scrisse: “Noi uomini siamo complicati [...] Le azioni che compiamo sono composte dai comportamenti che si possono osservare e dalle motivazioni che non si vedono. [...] Le nostre azioni raccontano una storia, mentre le nostre intenzioni potrebbero dirne un’altra. Dietro a “quello che facciamo”, come le nostre parole o le nostre azioni, c’è sempre il “perché lo facciamo”, ossia le nostre motivazioni” . Qual è la motivazione con cui ci avviciniamo alla Parola di Dio? Dimostrare agli altri tutto il nostro sapere? Oppure studiamo per dimostrare che abbiamo ragione e che la nostra dottrina è quella giusta? La buona motivazione suggerita da questi versi è quella di voler “rinnovare la nostra mente” ovvero di voler crescere per la salvezza. Dobbiamo ricordare che Pietro scriveva a dei credenti perseguitati a causa della loro fede e che uno degli scopi di questa lettera era quello di incoraggiare i suoi fratelli. In questo contesto possiamo maggiormente comprendere che la Parola di Dio è nutrimento per l’anima nostra. Dobbiamo desiderarla perché Essa ci dà modo di crescere spiritualmente. Più conosciamo Dio e più impareremo cosa gli piace; più ci rendiamo conto di quanto Egli sia Santo e degno di lode, adorazione e gloria e più ci sottometteremo a Lui per essere conformati a Cristo Gesù tramite l’opera dello Spirito Santo. Queste sono solo alcune applicazioni, ma potremmo trovarne molte altre. Attenzione, questi obbiettivi non possono essere raggiunti con la semplice lettura, è necessaria la meditazione. Nel Salmo 23:2 è scritto: “Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme”. L’autore di questo Salmo è Davide, il re d’Israele a cui fu conferito il titolo di “uomo secondo il cuore di Dio”. Prima di pascere Israele, Davide era un pastore di ovini: pecore. Mentre egli guardava a Dio come al Pastore della sua anima, rifletteva probabilmente al suo ruolo passato di pastore. Nel commentare questo passo, Davide Standridge scrive: “Per le pecore il riposo è fondamentale. Siccome ruminano, devono trovare un posto dove riposare e rimangiare quello che hanno già mangiato. Se non lo fanno, non possono digerire e beneficiare del cibo che hanno preso. Infatti è durante quei momenti che il loro pelo cresce di più e che producono il meglio. Sembra strano, ma questo succede proprio durante il riposo” . Esattamente come le pecore, abbiamo bisogno di riposarci e di ruminare (meditare) il nostro cibo spirituale per portare frutto. Nell’epistola agli Efesini Paolo, dopo aver illustrato come il credente debba indossare la propria armatura spirituale, ordina di prendere “la spada dello Spirito, che è la Parola di Dio” . Il termine tradotto “Parola” è la traduzione non di logos [lÒgoj], bensì di rhêma [•Áma], quindi Paolo si stava riferendo non solo alla Parola scritta di per sé, ma al vivere quella Parola nello Spirito. Amplia il concetto Hamilton Smith scrivendo: “Quando la Parola di Dio è usata nella potenza dello Spirito contro il nemico, è un’arma irresistibile. Quando il signore è stato tentato dal diavolo, gli ha ogni olta resistito per mezzo della Parola di Dio utilizzata nella potenza dello Spirito. L’espressione «sta scritto» ha smascherato e vinto l’avversario. La Parola di Dio «dimorante in noi» è la nostra forza, perché l’apostolo Giovanni può dire dei giovani: «Voi siete forti,... e la Parola di Dio dimora in voi... e avete vinto il maligno» (1 Giovanni 2:14). Qualcuno ha detto: Il nostro compito è di agire secondo la Parola, succeda quel che succeda; il risultato farà vedere che in ciò vi era la sapienza di Dio. Chi si serve della Parola può essere debole e avere poca intelligenza naturale, ma darà prova che la Parola di Dio è vivente ed operante, e che per mezzo di essa ogni insidia del nemico si trova sventata” . Aggiungo citando le parole di Francis Foulkes: “L’uso fatto dal Signore della parola della Scrittura durante le sue tentazione (Matt. 4:1-10) costituisce un’illustrazione sufficiente ed un incentivo per i cristiani affinché si fortifichino con la conoscenza e la comprensione della ‘parola’ in modo tale da potersi difendere dagli assalti violenti del nemico con altrettanta convinzione e forza” . La meditazione della Parola, e il viverLa, porterà il credente a crescere per la salvezza.
  • Chris
  • Offline
  • Moderatore
  • Messaggi: 403
***Supporto forum***

Re: Studiare la Bibbia 21/01/2013 23:47 #7297

4. C’è dunque uno “stile di vita” da attuare, un “modo” in cui ambire, e un “motivo” per cui desiderare la Parola di Dio; ma c’è anche una “condizione”: se davvero avete gustato che il Signore è buono. La parola gustare ci ricollega al paragone di prima: se ad un bambino dessi un ciuccio precedentemente immerso nello zucchero, probabilmente lo accetterebbe con gioia; se invece quello stesso ciuccio fosse stato immerso in un qualcosa di disgustoso, quasi certamente il fanciullo lo getterebbe via. Similmente se abbiamo davvero gustato la bontà di Dio, la quale, come qualcuno scrisse, “dura in eterno” , avremo un’ottima motivazione per desiderarne ancora. Sto dicendo che un cristiano, il quale desidera il puro latte nella maniera in cui abbiamo appena spiegata, è per certo un credente «rigenerato» dallo Spirito Santo. In una Nazione come la nostra amata Italia, nasciamo “cristiani”. I più sono battezzati da bambini, senza potere decisionale, e sono quindi annoverati nella Chiesa Cristiana Cattolico-Romana. Ma per “nascere di nuovo”, o essere “rigenerati” è necessaria una scelta: bisogna riconoscere in Gesù Cristo il proprio personale Signore e Salvatore. Molti sarebbero pronti a dire di credere in Gesù, perché Egli è il Signore di tutti. È vero però che, come diceva Massenet , “niente e tutto si toccano”. C’è il pericolo dunque che il Signore di tutti, non sia il Signore di nessuno. La domanda è questa: Gesù è il vostro Signore? Forse voi credete in Gesù, e fate bene, ma credete anche a Gesù e a ciò che dice la Sua Parola? In Giovanni 5:24 è scritto: “Chi ascolta la mia Parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita eterna”. Avete gustato la misericordia di Dio? Riguardo al senso di gustare alcuni psicologi e assistenti sociali sostengono che non è buono portare un bambino del terzo o quarto mondo adottato a distanza in Italia, paese “civilizzato”, in quanto egli vedrebbe delle realtà che non conosce, ad esempio acqua corrente, calda o fredda televisione in casa, supermercati, videogiochi, ecc.; per lui potrebbe essere traumatico ritornare al suo paese e dover rinunciare a tutto ciò. Dio invece non ci chiede di rinunciare alla meravigliosa Parola gustata, bensì proprio il contrario: dobbiamo farne il nostro nutrimento. Se ascoltando la Parola di Cristo , ho riconosciuto in Lui un amore sublime e immeritato, dimostrato morendo sulla croce per espiare i miei peccati , e ho riposto in Lui la mia fede, così da diventare figlio adottivo di Dio , certo d’avere la vita eterna in quanto Dio stesso mi ha donato la salvezza in Cristo , come posso dubitare del Suo amore e supporre che Egli mi voglia dare “pietre al posto di pani” ? Dio ci dia di gustare il puro latte spirituale, e di desiderarlo di continuo, ardentemente. C’è un’ulteriore interessante argomentazione a riguardo, inerente un collegamento tra le conseguenze della pienezza di Spirito Santo e di un cuore ricolmo della Parola di Cristo, ma la tratteremo in seguito .

  • Chris
  • Offline
  • Moderatore
  • Messaggi: 403
***Supporto forum***

Re: Studiare la Bibbia 21/01/2013 23:47 #7298

È dunque molto importante avere comunione con Dio per potersi approcciare a studiare la Sua Parola. Charles Haddon Spurgeon il quale “è stato giustamente definito il «principe dei predicatori»” scriveva: “Come appaiono stremati alcuni credenti che vivono senza usare diligentemente la Parola di Dio e la preghiera! Se la nostra spiritualità può fare a meno del Signore, allora non è frutto della Sua opera ma è soltanto teoria, poiché se Dio l’ha suscitata, essa dipenderà interamente da Lui, come i fiori dipendono dalla rugiada” . Aggiungeva inoltre: “i pensieri e i ragionamenti sono come le staffe d’acciaio che serrano la verità, ma la preghiera è la leva che scardina la cassa di ferro dei misteri sacri, al fine di estrarre dal suo interno il tesoro nascosto” .
  • Chris
  • Offline
  • Moderatore
  • Messaggi: 403
***Supporto forum***
Ringraziano per il messaggio: stefano , francotecnos, nunziata, ferdy, Giuseppe.gris

Re: Studiare la Bibbia 30/01/2013 20:36 #7396

L’approccio alla Parola di Dio
Il nostro modo di dare autorità alla Parola di Dio si nota anche dalla scelta del metodo di interpretazione e di studio che operiamo e dal punto di vista con cui La approcciamo.
Non tratto il punto di vista di coloro che hanno rivelazioni extra-bibliche (per es.: sacra tradizione, libro di Mormon, o presunti profeti come Branham W. M. o Moon S. M.) e, pur sapendo di non essere esaustivo, espongo solo i tre principali:

1. il punto di vista «liberale» il quale afferma che la Bibbia è “parola degli uomini”. Questa corrente di pensiero considera le Scritture come una semplice opera letteraria; in altre parole, secondo loro, gli autori umani biblici erano ispirati da Dio quanto un pittore che si esprime dipingendo o un musicista che si esprime componendo. La loro teoria è riassunta da Myer Pearlman con queste parole: “Dio ha ispirato i pensieri, ma non le parole degli scrittori: cioè Iddio ha ispirato gli uomini ed ha lasciato al loro giudizio la selezione delle parole e delle espressioni” . In questo caso si parla di “ispirazione concettuale”. La conseguente interpretazione biblica sarà del tutto soggettiva, e l’autorità finale si sposterà dalla Parola di Dio, all’uomo che dovrà decidere cos’è secondo lui verità e cosa invece errore. Infine, poiché ogni uomo può produrre un proprio standard morale, la Bibbia non sarà più lo “standard assoluto”.

2. Il punto di vista «neo-ortodosso» il quale asserisce che la Bibbia “contiene la Parola di Dio”. Secondo quest’altra corrente di pensiero, gli scrittori biblici sarebbero stati preservati da errori in ciò che riguarda la salvezza, ma non per ciò che riguarda ad esempio la scienza, la cronologia, la storia, ecc.; il neo-ortodosso quindi cerca di riconoscere la Parola di Dio in mezzo a miti, leggende, superstizioni, errori e contraddizioni. In questo caso si parla di “ispirazione parziale”. A riguardo scrive David A. Clemens: “La neo-ortodossia dice che potenzialmente la Bibbia contiene la Parola di Dio, ma che essa diventa Parola di Dio solo quando il lettore ne viene colpito in modo particolare. [...] Karl Barth, un teologo neo-ortodosso, crede che Dio si sia rivelato esclusivamente nella persona di Cristo. Di conseguenza, crede che le parti della Bibbia riguardanti Cristo siano più ispirante delle altre” . Anche in questo caso, l’interpretazione che scaturirà applicando questi principi ermeneutici darà l’autorità ultima all’uomo. “In questo modo, la Bibbia viene messa su un livello completamente soggettivo, spogliandola così da ogni autorità oggettiva” .
  • Chris
  • Offline
  • Moderatore
  • Messaggi: 403
***Supporto forum***
Ringraziano per il messaggio: stefano

Re: Studiare la Bibbia 30/01/2013 20:39 #7397

3. Il punto di vista «evangelico» attesta che la Bibbia è “Parola di Dio”. In questo mi riconosco anch’io. Crediamo nella “ispirazione verbale plenaria”, ossia che ogni parola nei documenti originali sia stata scelta da Dio, tanto quelle trascritte , quanto quelle dettate , come pure quelle rivelate, testimoniate e scritte dinamicamente.
Nella sua definizione di “ispirazione” René Pache scrive: “Secondo Paolo (2 Tim. 3:16), l’espressione «ispirazione delle Scritture» indica un atto strettamente divino [...] l’atto dello Spirito di Dio, mediante il quale tanto la rivelazione generale quanto le rivelazioni speciali di Dio sono state depositate per iscritto nel testo della Bibbia. Essa designa più particolarmente ancora, l’atto mediante il quale questo testo è divenuto nella sua lettera, in tutta la sua lettera [...] il veicolo materiale di un messaggio soprannaturale, del messaggio di Dio. Operazione divina per la quale la Scrittura, in tutte le sue parti, è stata data agli uomini per mezzo degli scrittori sacri, come espressione unica ed infallibile della verità e della volontà di Dio” . Non possiamo comprendere appieno come sia possibile l’ispirazione divina; Pearlman scrisse a riguardo: “Il fatto che nella produzione di un messaggio ispirato ci sia la cooperazione divina ed umana è chiaro abbastanza, ma il «come» ciò avvenga è al di sopra della nostra sfera d’osservazione. La mutua azione tra la mente ed il corpo è già un mistero per l’uomo più sapiente; quanto più lo è l’azione mutua dello Spirito di Dio e dello spirito dell’uomo!”
Questo è il punto di vista del cristianesimo storico e dei riformatori. Martin Lutero scrisse: “La Scrittura deve regnare sovrana, tutti devono obbedirle ed esserle sottomessi. Non devono essere insegnanti, giudici o arbitri al di sopra di lei, devono piuttosto essere testimoni, allievi e confessori suoi” . Benjamin B. Warfiel aggiunge: “Il professor Sanday, in occasione delle recenti lezioni [...] sull’ispirazione [...] è costretto ad ammettere non sole che ‘le testimonianze sulla dottrina generale dell’ispirazione’ rese dai primi ‘padri’ possono ‘essere moltiplicate continuamente’, ma anche che ‘ci sono alcuni che giungono a parlare di un’ispirazione verbale’. Egli aggiunge che ‘quest’idea non è maturata dopo una serie di esperimenti e gradualmente, ma è esistita quasi da principio’ . Sanday avrebbe anche potuto risparmiare l’avverbio ‘quasi’, perché i primi scrittori cristiani non conoscevano nessun’altra dottrina. Origene asserisce che lo Spirito Santo operò in collaborazione con gli evangelisti nel comporre il Vangelo; perciò era impossibile che si verificassero dimenticanze, errori o contraffazioni . Ireneo, il pupillo di Policarpo, afferma che i cristiani sanno bene che ‘le Scritture sono perfette, comprendendo che sono la Parola di Dio pronunziata mediante il suo Spirito’ . Policarpo stesso, fermatosi ai piedi dell’apostolo Giovanni, considera le Scritture proprio la voce dell’Altissimo e chiamava primogenito di Santana ‘chiunque perverte questi oracoli del Signore’ . Anche i teologi dei secoli successivi confessavano questa dottrina. Agostino, ad esempio, afferma che onorava e riveriva la Scritture canoniche, cosicché credeva ‘fermamente che nessuno dei suoi autori ha commesso un solo errore nello scrivere’ . Anche i riformatori hanno creduto e insegnato le stesse cose. Lutero, facendo sue le parole di Agostino, dichiara che le Scritture devono essere attribuite allo Spirito Santo, perciò non possono sbagliare . Calvino sostiene che ‘la nostra sapienza deve consistere unicamente nel ricevere con spirito mansueto e con docilità tutto quanto ci è insegnato nella Scrittura, senza fare eccezioni’ e che dobbiamo ricevere le Scritture, nel loro insieme, con la stessa riverenza che abbiamo verso Dio, ‘perché esse sono emanate da lui solo e nulla di umano è mescolato con loro’ ” .
  • Chris
  • Offline
  • Moderatore
  • Messaggi: 403
***Supporto forum***
Ultima modifica: 30/01/2013 20:39 Da Chris.
Ringraziano per il messaggio: stefano , francotecnos

Re: Studiare la Bibbia 30/01/2013 20:40 #7398

Il nostro approccio alla Scrittura deve inoltre riconoscere la Sua piena sufficienza in materia di fede e di condotta. Oggi va di moda la cosiddetta “psicologia cristiana”. Si chiamano malattie o disturbi i peccati, si cercano nelle scoperte umane delle risposte anziché nella rivelazione di Dio, e si tenta di trovare soluzioni umane invece di affidarsi alla grazia di Dio. Non sia così nella mia vita, né tra coloro che credono che la Bibbia è la Parola di Dio.

Le conclusioni riportate in questa tesi1 scaturiscono da uno studio basato sull’interpretazione “storico-grammaticale”; poiché credo che ogni parola della Bibbia sia stata scelta da Dio nei testi originali, mi baserò su quelli ponendo enfasi su ciascuna parola analizzandone la grammatica. Ci si serve dell’analisi grammaticale, logica e del periodo.
Storico invece si riferisce al contesto. Siccome i principi dell’ermeneutica non favorisco il senso allegorico (poiché se così fosse, anche qui vi sarebbe soggettività), salvo che la Scrittura stessa lo specifichi , bensì senso letterale, bisogna tener presenti alcuni contesti:
1) “storico” ovvero cosa stava avvenendo in quel tempo;
2) “geografico” o dove si trovavano autore e destinatario;
3) “culturale” ossia per es. giudaico, romano, greco, babilonese, assiro, egizio, ecc.;
4) “temporale” cioè a che punto della rivelazione progressiva si è nel passo studiato (per es. la Chiesa era sconosciuta nell’A. T.);
5) “letterario” ovvero che tiene conto del genere letterario (profetico, poetico, sapienziale, pratico, narrativo, storico, ecc.);
6) “tematico” ossia di cosa sta parlando il passo, il capitolo, e il libro in cui si trovano i versi in esame.
7) “linguistico” ovvero in quale lingua è stato scritto il testo originale (greco, ebraico, aramaico), nota se vi sono delle espressioni idiomatiche;
“sociale” oppure a quale ceto appartenevano i personaggi biblici, per es. re, contadini, esattori delle tasse, pastori, o altro.



1 Questo mio lavoro è estratto dalla tesi di laurea.
  • Chris
  • Offline
  • Moderatore
  • Messaggi: 403
***Supporto forum***
Ringraziano per il messaggio: stefano , francotecnos
Tempo generazione pagina: 0.43 secondi
Ristoroquotidiano.net - 2012
by Progettimultimediali.com