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ARGOMENTO: Chi dunque disprezza

Chi dunque disprezza 07/03/2015 09:49 #11435

“Chi dunque sprezza questi precetti, non sprezza un uomo, ma quell’Iddio, il quale anche vi comunica il dono del suo Santo Spirito” (I Tessalonicesi 4:


“Chi dunque sprezza...”. Le parole ci riportano chiaramente alla mente la figura di Esaù, che disprezzò il diritto di primogenitura e per un piatto di minestra barattò la sua alta vocazione per un’indulgenza presente e passeggera si lasciò sfuggire un futuro dorato, con tutta la gloria e i privilegi che questo implicava. Questo esempio raffigura il modo più tragico e più comune in cui la Chiesa spegne lo Spirito: disprezzando la chiamata di Dio. Le promesse di Cristo vengono ascoltate, eppure non suscitano alcun desiderio, non risvegliano l’entusiasmo, e non incontrano la santa ambizione di diventare simili a Cristo. Noi professiamo di essere soldati e servi del Signore, acquistati con il Suo sangue, per stare alla Sua presenza, eppure non facciamo del Suo servizio lo scopo della nostra vita, non arrendiamo ad esso ogni cosa: quel “luogo” viene occupato dal lavoro o da qualche piacere. Questo non significa forse disprezzare la nostra vocazione e spegnere lo Spirito? Quando il guadagno, l’onore e i piaceri più banali e terreni esercitano su noi un fascino maggiore di quello della gioia che si può trovare con la presenza di Gesù Cristo, non stiamo forse disprezzando il nostro diritto di primogenitura, proprio come Esaù? C’è, inoltre, un’altra probabilità di ricevere un danno a questo riguardo, uno dei peggiori che possa capitare ad un uomo. Si possono considerare le cose di Dio, desiderarle, ma poi qualche peccato segreto, qualche sciocco timore, qualche piacere terreno viene a sussurrarci alcune probabili difficoltà ... allora si diventa preda dei dubbi, ci si rassegna, si soccombe. Invece di lottare e vincere si preferisce cedere e rassegnarsi. Non esiste un modo più certo di questo per spegnere lo Spirito. Non c’è bugia più distruttiva per un uomo di quella di vivere abitualmente in modo doppio al cospetto della luce di Dio, tenendo la parte più nobile di sé nascosta – proprio come Erode teneva Giovanni Battista rinchiuso in prigione – ascoltandola solo di tanto in tanto e illudendosi, in questo modo, di fare il proprio dovere. Questo è, per eccellenza, il metodo migliore per indebolirsi spiritualmente: quando poi giunge il momento della decisione e della prova, che viene per tutti, la forza di resistenza è ormai esaurita, e l’uomo è spazzato via come un relitto in balia di sé stesso. Non spegnete lo Spirito, non disprezzate il Signore!

Meditazione presa dal sito ADI, è uno spunto di riflessione quotidiano, Dio ci benedica.
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Ringraziano per il messaggio: stefano

Re: Chi dunque disprezza 07/03/2015 09:57 #11436

Non mettiamo il testo ad un esame, prendiamo lo spunto che lo scrittore ci suggerisce, sicuramente ne sapremo prendere una buona riflessione, esaminiamo ogni cosa.......e riteniamo il bene.
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Ringraziano per il messaggio: stefano , francotecnos, anna rapa
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