Salmo 23:2. Egli mi fa giacere in verdeggianti paschi: mi guida lungo le acque chete.
La vita cristiana comprende due elementi: quello contemplativo e quello attivo, e Dio provvede a entrambi.
Prima di tutto, l’elemento contemplativo. Egli mi fa giacere in verdeggianti paschi. Che cosa sono questi verdeggianti paschi, se non le Scritture della verità, sempre fresche e sempre ricche? Non c’è scarsità di foraggio, dove l’erba è così lunga da fare da giaciglio per il gregge. Le dottrine dell’Evangelo sono dolci e abbondanti; nutrono l’anima come l’erba tenera nutre le pecore.
Quando, per fede, possiamo trovare riposo nelle promesse di Dio, siamo come pecore che giacciono nel pascolo, dove troviamo allo stesso tempo nutrimento e pace, riposo e ristoro, serenità e soddisfazione. Notate: mi fa giacere.
È l’Eterno che per grazia ci permette di comprendere la validità della sua verità e di nutrircene. Come dobbiamo essere grati per la possibilità di poterci appropriare delle sue promesse! Ci sono delle anime turbate che farebbero qualunque cosa per aver riposo; sanno che è una grande benedizione, ma non possono dire di possederla. Conoscono i verdeggianti paschi, ma l’Eterno non li fa giacere lì. Quei credenti che per anni hanno goduto di una grande certezza di fede, devono ringraziare il loro Dio misericordioso!
La seconda parte di una vera vita cristiana consiste nell’attività. Non è sufficiente pensare, ma bisogna agire. Non giacciamo sempre nei pascoli, ma continuiamo a progredire fino a raggiungere la perfezione. Per questo leggiamo: mi guida lungo le acque chete. Che cosa sono queste acque chete, se non il suo Spirito, che ci accompagna in tutto ciò che facciamo? Il suo Spirito è come un’acqua che purifica, rinfresca, concima e soddisfa.
Sono acque chete, perché lo Spirito Santo ama la pace e non ostenta le sue operazioni. Può scorrere nella nostra anima, ma non in quella del nostro vicino, che anche se ci sta accanto, forse non percepisce quella presenza divina e non se ne accorge.
Nel silenzio sacro della mia mente, trovo il mio Cielo e quindi il mio Dio.
Le acque chete sono profonde e non vuote come un tamburo che fa rumore. Lo Spirito di Dio incontra l’anima dei santi nel silenzio, e non conduce le sue pecore elette alle acque irruenti della lotta, ma ai rivi tranquilli dell’amore santo.
È una colomba, e non un’aquila. È una rugiada, non un uragano. Il nostro Signore ci guida lungo queste acque chete, a cui non possiamo andare da soli, senza la sua guida. Per questo leggiamo: Mi guida. Non ci spinge. Mosè ci spinge con la legge, ma Gesù ci guida con il suo esempio e con le persuasioni gentili del suo amore.
