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ARGOMENTO: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù

Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 18/04/2012 19:34 #1923

Chris ha scritto:
Ora invece saluto e rispondo a Joshua3, da quel che ho capito, il fratello Ciro.


Noto con piacere che sei molto ben documentato.

In uno dei tuoi post scrivi: "quando hanno redatto di propria mano o dettato i loro scritti hanno pensato prima in ebraico/aramaico e poi scritto in greco".

Questo è vero, io credo, come i critici asseriscono, che il loro modo di parlare greco era diverso dal greco "classico". Era il greco koiné.

Marco per esempio contiene molti "aramaismi"; il suo tipo di greco è quello "del mercante degli schiavi".

Inoltre ho personalmente appurato che molte espressioni ebraiche sono letteralmente tradotte in greco esattamente come noi faremmo in un inglese "maccheronico".

Ho avuto a che fare spesso con americani, inglesi, australiani, nigeriani e filippini. Benché tutti parlino "inglese", è notevole la differenza tra un lessico e l'altro.

Lo stesso avveniva per il greco dei tempi di Gesù.

Per quel che riguarda l'antichità di Marco rispetto a Matteo, posso pure associarmi a ciò; sta di fatto che tanto dell'uno o dell'altro ciò non mina l'autorità né l'ispirazione della Scrittura.

SONO D'ACCORDO


Quanto a quest'ultimo argomento invece scrivi:

<<Sulla Bibbia scritta a mò di dettatura io non sono d’accordo, le persone erano ispirate, la Scrittura è Santa ed è Parola di Dio ma è Parola di Dio incarnata e sopratutto l’Onnipotente ha lasciato agli autori la libertà di linguaggio e di espressione>>;

specifico per te e per Stefano, in modo particolare che avete affrontato l'argomento, che quando si parla di ispirazione verbale e plenaria non si intende necessariamente meccanica. Ho affrontato questo argomento in un altro post.

Certo è che vi sono dei passi della Scrittura scritti sotto dettatura. Di solito si esordisce con "scrivi" o nell'A.T. con "così dice il SIGNORE".

Ma vediamo nell'ispirazione l'interazione di Dio e dell'autore umano, il quale esprime la propria cultura nello stile linguistico, nel lessico, nell'espressione, ed esprime la propria personalità. Paolo era il "collerico", Giovanni è detto l'apostolo dell'amore, ecc.; allo stesso tempo Dio nella Sua Sovranità ha ispirato ogni (plenaria) parola (verbale).

Come verbale si intende ogni parola, non ogni concetto, come ad esempio dicono i neo-ortodossi.

CHRIS PERDONAMI MA QUI NON RIESCO A SEGUIRTI, PERDONAMI MA SONO IO CHE NON INTENDO, PRIMA DICI CHE OGNI AUTORE SI ESPRIME SECONDO LA PROPRIA CULTURA ETC. E POI DICI CHE OGNI PAROLA E' ISPIRATA, E QUI CHE NON CI INTENDIAMO,

SE OGNI PAROLA E' ISPIRATA LIMITIAMO LA LIBERTA' DEGLI AUTORI.
IO PENSO CHE SIANO I CONCETTI AD ESSERE ISPIRATI, DIO HA ISPIRATO E SCELTO GLI AUTORI DELLA BIBBIA LASCIANDO CHE OGNUNO SI ESPRIMESSE ATTRAVERSO IL "PROPRIO MODO DI PARLARE", USANDO ANCHE TERMINI ABBASTANZA VOLGARI COME NEL CASO DI PAOLO (ALCUNI TERMINI DI PAOLO SONO STATI "AMMORBIDITI" DAI TRADUTTORI).

GIOVANNI PER FAR CAPIRE CHE GESU' ERA PRIMA DI OGNI COSA DIO, USA "IL LOGOS" E DOV'ERA GIOVANNI QUANDO SCRISSE IL SUO VANGELO? A EFESO.
E DOVE NACQUE IL LOGOS? A EFESO 500 ANNI PRIMA, GIOVANNI SI SERVE DI UN CONCETTO DI QUELL'AMBIENTE PER FAR CAPIRE CHE GESU' ERA PRIMA DI DAVIDE, ABRAMO E ADAMO.

DIO HA ISPIRATO GIOVANNI PER FAR CAPIRE GESU' CHI ERA E GIOVANNI USA IL LOGOS COSI' COME HA FATTO DIRE A TOMMASO DI FRONTE A CRISTO GESU' RISORTO << MIO SIGNORE E MIO DIO >>, ALLA FINE IL CONCETTO (ISPIRATO DA DIO) E' STATO ESPRESSO (PER CHI LO CAPISCE E CREDE ALLA TRINITA') DA GIOVANNI SECONDO QUELLO CHE LUI AVEVA A DISPOSIZIONE PER ESPRIMERE IL SUO CREDO E FAR CAPIRE A CHI AVESSE LETTO IL SUO SCRITTO CHI ERA GESU'.
SE GIOVANNI NON FOSSE STATO A CONOSCENZA DEL LOGOS AVREBBE USATO QUALCOS' ALTRO, MA ALLA FINE AVREBBE COMUNQUE COMUNICATO CIO' IN CUI LUI CREDEVA E CIOE' CHE GESU' E' LA PAROLA DI DIO......GESU' E' DIO!!!! E DIO E' AMORE

L'APOCALISSE MERITA UN DISCORSO A PARTE, L'ANGELO DICE A GIOVANNI, SCRIVI, SCRIVI, SCRIVI.....QUINDI E' UN LIBRO DETTATO.


Non mi sembra d'aver mai scritto qualcosa che desse l'idea d'ispirazione esclusivamente meccanica (dettatura).
Eventualmente, segnalami dove ho scritto qualcosa di travisabile, così posso correggerlo. Grazie.


Shalom
Chris


SHALOM A TE CHRIS
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Ultima modifica: 18/04/2012 19:41 Da joshua3.

Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 18/04/2012 22:09 #1927

Un piccolo contributo

Che cos'è dunque l'ispirazione? L'ISPIRAZIONE È UNA SPECIALE AZIONE DELLO SPIRITO SANTO PER MEZZO DELLA QUALE EGLI GUIDAVA COLORO CHE SCRIVEVANO LE SCRITTURE, FACENDO SÌ CHE LE LORO PAROLE RISULTASSERO LIBERE DA ERRORI ED OMISSIONI E TRASMETTESSERO I PENSIERI CHE EGLI DAVA LORO.

La parola "ispirato" deriva dal latino "inspiro", che significa "soffio dentro o sopra" e, da qui "istillo, ispiro" quindi il termine "inspiratus" indica qualcuno sul quale o nel quale è stato "soffiato" qualcosa, qualcuno al quale, con termine italiano, è stato ispirato qualcosa. La parola greca "theopneustos", usata in 2 Timoteo 3:16, è formata dalle parole "theos", che significa "Dio", e "pneustos". "Pneustos" è un termine derivato da "pneuma", "soffio", e dal verbo "pneo", "soffiare"; dunque "theopneustos" significa "ispirato da Dio".

Ispirazione della Bibbia significa che il suo contenuto fu comunicato agli scrittori dallo Spirito Santo, per cui quel che venne ispirato è Parola di Dio, scritta da uomini sotto l'influenza dello Spirito Santo. Agli scrittori fu impedito di scrivere qualsiasi cosa che non fosse nelle intenzioni di Dio.
La Bibbia non parla dell'infallibilità degli uomini che la scrissero, ma soltanto dell'infallibilità dei loro scritti.
Lo scrivere fu attuato per mezzo di uomini imperfetti, ma resta il fatto che la Bibbia è immune da errori (ciò ovviamente si applica al testo originale, non alle innumerevoli traduzioni e interpretazioni umane). Noi sappiamo ciò che Dio fece, anche se non sappiamo come lo fece. Dio ci ha dato la Parola Vivente, Gesù, immune dal peccato e la Parola Scritta, immune dall'errore.

C'è un'analogia tra la nascita di Gesù e l'origine della Bibbia. Lo Spirito Santo venne su Maria e la "potenza dell'Altissimo" la coprì dell'ombra Sua, così il "Santo" nato da lei fu "chiamato il Figlio di Dio" (Luca 1:35). Gesù era perfettamente identificabile come uomo e non c'è alcun dubbio che avesse le caratteristiche fisiche degli uomini e, più precisamente, degli Ebrei; ma Egli era anche il divino Figlio di Dio. Come lo Spirito Santo venne su Maria. così che ella concepì Gesù nel suo seno, nello stesso modo lo Spirito Santo coprì con la Sua ombra le facoltà mentali degli scrittori della Sacra Scrittura, facendo loro scrivere la Bibbia. I loro scritti portano l'impronta della loro personalità, le caratteristiche ed il vocabolario di ognuno sono evidenti, ma gli scritti non sono contaminati dalla miseria umana, allo stesso modo in cui le caratteristiche fisiche degli Ebrei, che Gesù possedeva. non contaminarono la Sua indiscussa divinità.
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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 18/04/2012 22:12 #1928

- CHE COSA SI INTENDE PER ISPIRAZIONE VERBALE?

Ispirazione verbale significa che ogni parola dei manoscritti originali fu ispirata da Dio. Con questo non si deve intendere che gli scrittori erano dei semplici segretari che scrivevano sotto dettatura dell'Onnipotente, bensì che ciascuno scrittore biblico usò soltanto quelle parole del proprio vocabolario che lo Spirito Santo approvava o che gli suggeriva di usare. In alcuni casi ciò avvenne con una dettatura diretta, come per Mosè che scrisse esattamente ciò che Dio gli trasmise, in altri casi vi fu un modo meno diretto, ma non per questo meno esatto. I punti delle Scritture che sostengono l'ispirazione verbale sono: 1 Tessalonicesi 2:13; 2 Timoteo 3:16; 1 Corinzi 14:37; 2:7-13; 11:23; Galati 1:11,12,16,20; Efesini 3:1-10; 1 Pietro 1:10.11,21; 2 Pietro 3:16.

Leggiamo un paio di questi versi:
- 1 Tessalonicesi 2:13: "Per questa ragione anche noi ringraziamo sempre Dio: perché quando riceveste da noi la parola della predicazione di Dio, voi l'accettaste non come parola di uomini, ma, quale essa è veramente, come parola di Dio, la quale opera efficacemente in voi che credete".
- 1 Corinzi 14:37: "Se qualcuno pensa di essere profeta o spirituale, riconosca che le cose che io vi scrivo sono comandamenti del Signore".

Dio si servì di circa 40 uomini per scrivere i 66 libri che compongono la Bibbia, si servì del vocabolario, dello stile e della personalità di ogni scrittore per far scrivere la Sua esatta rivelazione. In altre parole, l'esecuzione umana fu rispettata al punto che le caratteristiche degli scrittori sono preservati, il loro stile ed il loro vocabolario utilizzati senza errori.
Questo implicò una misteriosa reciprocità di azione tra lo Spirito di Dio e l'uomo.
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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 18/04/2012 22:14 #1929

CHE COSA SI INTENDE PER ISPIRAZIONE PLENARIA?

Per ispirazione plenaria s'intende che ogni parte della Scrittura e non alcuni libri solamente è ispirata. In pratica l'intera Bibbia è Parola di Dio.
Ci sono diversi modi di ispirazione? Sì, secondo le seguenti considerazioni:
1) Vi fu una divina guida nella narrazione e nella scelta dei fatti che dovevano essere riferiti, quando lo scrittore esponeva scene e parole che egli aveva personalmente osservato e sentito;
2) Vi fu la guida risultante dall'opera dello Spirito Santo sulle facoltà umane, in quelle occasioni in cui lo scritto non era una narrazione di eventi passati o una predizione di eventi futuri, né una dichiarazione della via della salvezza, ma era l'affermazione di grandi verità morali e spirituali.
3) Vi fu la guida divina quando uno scrittore esponeva i pensieri di Dio su grandi dottrine e su principi morali, o quando, scrivendo di qualcuno, esprimeva i più intimi pensieri di costui. Per illustrare questo punto citeremo l'esempio di Matteo il quale, scrivendo della donna col flusso di sangue disse: "Perché diceva tra sé..." (Matteo 9:21).
Come avrebbe potuto sapere quello che la donna diceva tra sé, se non glielo avesse rivelato lo Spirito Santo?

Senza possibilità di contestazione, le Scritture affermano la loro ispirazione. Più di duemila volte, infatti, nella Bibbia si trova la frase: "Così dice il Signore" o equivalenti e nei soli libri profetici si trovano 1300 affermazioni di questo genere. Leggendo la Legge, inoltre, si rimane colpiti dalla ricorrenza della frase: "E l'Eterno disse a Mosè". Praticamente i libri della Legge si sviluppano sotto la direzione divina (Deuteronomio 29:1; 31:16-19). Nel libro di Giosuè, infine, si fa riferimento alla duplice origine della Legge (Giosuè 1:1,8; 23:6), ma né Israele né Giosuè consideravano la Legge come qualcosa di umano. Come poteva, quindi, essere chiamata "la Legge di Mosè"? Questo prova la sua ispirazione: la Parola di Dio era data per mezzo di Mosè quando Dio parlava e quindi la Legge viene da Mosè, ma è la Legge di Dio.
Nessuna delle moderne parole scritte intorno alla Bibbia esprime una più grande, più ardente gratitudine e una più nobile venerazione di quelle espresse nei Salmi (Salmi 1:2; 9:7-11; 119).
Davide rivendica l'ispirazione verbale: "Lo Spirito dell'Eterno ha parlato per mio mezzo, e la Sua parola è stata sulle mie labbra" (2 Samuele 23:2).

Il Nuovo Testamento, riferendosi all'Antico, lo cita col nome di Scritture per 59 volte. Nel Nuovo Testamento ci sono 284 citazioni dell'Antico ed appaiono in ben 17 libri.

La testimonianza di Cristo sull'ispirazione e sull'autorità dell'Antico Testamento è al di sopra di ogni questione. Inoltre Gesù sostenne gli assalti di Satana citando le Scritture, ma Egli ripetutamente si riferì ad eventi della Sua vita come ad un adempimento di esse. Per motivi di spazio non possono essere riportati i numerosi riferimenti e le numerose citazioni dell'Antico Testamento che si trovano nelle parole di Gesù. L'apostolo afferma che tutta la Scrittura è ispirata da Dio e che l'Evangelo che annunziava l'aveva ricevuto per rivelazione (Galati 1:12).
Pietro eguaglia l'autorità delle epistole di Paolo e quella dell'Antico Testamento, quando parla di coloro che svisano gli scritti di Paolo "come anche le altre Scritture" (2Pietro 3:15,16); riguardo a queste ultime egli afferma che: "Nessuna profezia venne dalla volontà dell'uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo" (2 Pietro 1:21).
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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 18/04/2012 23:24 #1931

Ringrazio Stefano per l'articolo "cosa si intende per ispirazione verbale ?"

perchè hai finalmentre illustrato il Pensiero di paolo del quale la critica testuale ha ritenuto autentiche solo 7 lettere
romani, galati, 1 e 2 corinzi, filippesi, 1 tessalonicesi e filemone
e tu Stefano citi
1Tessalonicesi, 1 corinzi, galati, pensiero di paolo autentico
a differenza di 2 timoteo ed efesini , spesso citate, ma riconosciute dalla critica testuale non di paolo, assieme a colossesi, 2 tessalonicesi, 1 timoteo, e tito.
pertanto tu stefano porti aria fresca al mio studio che era scettico sull'ispirazione delle scritture perchè citano sempre 2 timoteo, lettera che paolo non ha mai scritto.
grazie

sandro_48

18 aprile 2012
quindi ho elementi sicuramente Paolini su cui sperare, e tu stefano me li hai forniti. grazie Sandro_48
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Ultima modifica: 18/04/2012 23:31 Da Sandro_48.

Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 19/04/2012 17:28 #1946

Un’armonizzazione con l’albero genealogico di Luca non è possibile.
Luca che nella serie da Abramo a Davide concorda in gran parte con Matteo, continua poi la linea passando per Natam figlio di David, mentre Matteo presenta la serie genealogica dei re.
I due alberi genealogici hanno in comune solo 2 nomi.

Chris 2 domande:

1) Giuda era il IV figlio del patriarca Giacobbe, dopo Ruben, Simeone e Levi.
Eppure Giacobbe assegnò a lui la benedizione messianica: << Lo scettro non sarà rimosso da Giuda, né sarà allontanato il bastone del comando dai suoi piedi, finché venga colui al quale esso appartiene e a cui ubbidiranno i popoli >>.
Come mai?

2) Rahab come moglie di Salmon non trova conferma nella tradizione biblica. C’era una tradizione giudaica extrabiblica?

Grazie e shalom.
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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 23/04/2012 12:35 #2133

Caro Joshua 3,

circa le tue domande sull'ispirazione, credo ti abbia già risposto in modo esauriente Stefano.

Solo una cosa voglio aggiungere, Dio ispira solo dei testi non delle persone.

Vi sono diversi testi sia nell'antico che nel nuovo testamento non annoverati tra i canonici.
Per esempio la "lettera dura" ai Corinzi è andata persa, non ci è mai pervenuta.

Circa l'agire Sovrano di Dio nell'ispirazione, riporto una citazione che mi colpì molto:
<<Il fatto che nella produzione di un messaggio ispirato ci sia la cooperazione divina ed umana è chiaro abbastanza, ma il "come" ciò avvenga è al di sopra della nostra sfera d'osservazione. La mutua azione tra la mente ed il corpo è già un mistero per l'uomo più sapiente; quanto più lo è l'azione mutua dello Spirito di Dio e dello spirito dell'uomo!>>
(Pearlman Myer - Dottrine della Bibbia. Roma 1996, ADI-Media, p. 14.)

Attenzione: la cosiddetta "ispirazione concettuale" di cui tu hai parlato, è la posizione <<neo-ortodossa>>, di Karl Barth e affini; sei libero di scegliere l'approccio che più credi corretto alla Bibbia, ma nota bene che questa posizione conferisce l'arbitrio finale all'uomo di decidere cos'era un'idea dell'autore di quel tempo e cosa deve applicare oggi alla propria vita. Il che significa, che ciò che è scomodo, viene scartato a favore di ciò che è comodo.

Non attacco le persone che sostengono quest'idea, ma l'idea stessa: asserisco perciò che in questo modo si tenta di far passare le parole che Gesù ha detto "non passeranno mai".

Noi invece, quali evangelici conservatori, crediamo che ogni parola della Scrittura sia ispirata da Dio. Vogliamo dare totale autorità ad Essa in materia di fede, di salvezza e di condotta (morale). Così diamo ad ogni parola la sua importanza.

L'ispirazione può essere sia dinamica che meccanica, l'una non esclude l'altra; ma in entrambi i casi, Dio è l'ispiratore Sovrano.

Spero di essere stato più chiaro questa volta.


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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 23/04/2012 13:05 #2135

joshua3 ha scritto:
Un’armonizzazione con l’albero genealogico di Luca non è possibile.
Luca che nella serie da Abramo a Davide concorda in gran parte con Matteo, continua poi la linea passando per Natam figlio di David, mentre Matteo presenta la serie genealogica dei re.
I due alberi genealogici hanno in comune solo 2 nomi.



Noto con piacere che, nonostante si sia aperta una parentesi sull'ispirazione (verbale, non concettuale; plenaria e non parziale), Joshua 3 è agilmente tornato al nostro argomento principale.

In primo luogo bisogna fare delle osservazioni.
Per comprendere la Bibbia in profondità, ricordate, bisogna guardare a quello che è l'intento dell'autore.
Ciò richiede uno studio impegnativo e profondo del testo.
Sapete che alcuni predicatori che esponevano consequenzialmente la Parola di Dio rileggevano tutto il libro almeno 50 volte prima di predicarlo?

Tornando a Matteo, dobbiamo notare i destinatari del libro:
Mentre Matteo scrive agli ebrei per dimostrare che Gesù è il Re tanto atteso e che Israele ha respinto,
Luca scrive per dimostrare che il Re respinto dai Giudei è il "figlio dell'uomo", ovvero l'Uomo per eccellenza, Re di ogni uomo (Giudeo o Gentile), Salvatore di ogni uomo.

Così Matteo scrive la discendenza legale di Gesù quella di Giuseppe;
Luca invece scrive quella di Maria.

Più avanti vedremo perché.


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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 23/04/2012 13:52 #2136

joshua3 ha scritto:

1) Giuda era il IV figlio del patriarca Giacobbe, dopo Ruben, Simeone e Levi.
Eppure Giacobbe assegnò a lui la benedizione messianica: << Lo scettro non sarà rimosso da Giuda, né sarà allontanato il bastone del comando dai suoi piedi, finché venga colui al quale esso appartiene e a cui ubbidiranno i popoli >>.
Come mai?


La risposta a questa domanda la troviamo nello stesso testo di Genesi.


Esaminiamo la discendenza di Giacobbe (Ge 49).
Primogenito, Ruben, era stato adultero con Bila la concubina di suo padre Giacobbe (Ge 35:22).
Simeone e Levi, secondo e terzogenito, invece furono "scartati" per la loro ira e crudeltà mostrata a Sichem (Ge 34.25)
Giuda, il quartogenito invece riceve lo scettro.

è interessante notare che mentre Giuda riceve lo scettro, ma Giuseppe riceve la primogenitura.

Giuda era figlio di Lea la prima moglie di Giacobbe, resa tale grazie all'inganno di Labano.
Giuseppe invece era figlio di Rachele, la donna tanto amata e sposata volontariamente da Giacobbe.

La scissione tra Giuda e Giuseppe è quasi sempre rimasta in Israele, e solo Dio (cfr. profezia di Ezechiele) potrà essere artefice della loro unione permanente.

Efraim figlio di Giuseppe, viene spesso nominato al posto di Giuseppe stesso.

Nella scissione al tempo di Roboamo e Geroboamo, si crearono due regni:
quello del nord (detto Israele, Efraim),
quello del sud (Giuda).


Potremmo approfondire con uno studio apposito, ma al momento spero d'aver dato una risposta sufficientemente chiara.


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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 23/04/2012 14:00 #2137

joshua3 ha scritto:

2) Rahab come moglie di Salmon non trova conferma nella tradizione biblica. C’era una tradizione giudaica extrabiblica?



In via generale c'erano diverse tradizioni orali nella cultura giudaica.
V'erano alcune scritte ed altre orali.
Tra quelle scritte troviamo i cosiddetti apocrifi dell'antico testamento.

Non tutte queste tradizioni erano corrette, ma Dio nella Scrittura ha permesso
che fossero citate solo quelle veritiere (cfr. Giuda, citazione degli apocrifi di Enoc).

Inoltre per un ebreo era normale dimostrare la sua discendenza da Abraamo. Molto spesso essi erano in grado di poterla esporre a memoria senza nemmeno doverla leggere.

E' più che probabile che Matteo, apostolo di Cristo, abbia chiesto a Gesù stesso quale fosse la sua genealogia.
Comunque, non sarebbe stato difficile reperire la genealogia di un ebreo.

Ancora oggi presso a Tel Aviv c'è il museo delle genealogie in cui sono scritte tutte le genealogie degli ebrei sparsi per il mondo (ed è in continua crescita). Lì c'è anche la mia genealogia.


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