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ARGOMENTO: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù

Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 23/04/2012 15:48 #2139

Secondo la Sua promessa discendiamo tutti da Abraamo, nella fede, ed è quella che conta veramente.

Dopotutto la geneologia umana non serve tanto, discendiamo tutti da Adamo e Eva, possiamo dire di essere tutti fratelli e sorelle e non si vede l'ora di esserlo in eterno.

Investigare, studiare tante cose non porta da nessuna parte,
secondo me la bibbia basta e avanza,non con la propria saggezza che si comprende cosa volessero dire gli autori, quello che vi è scritto è per tutti quelli che credono per opera dello spirito.
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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 23/04/2012 16:10 #2140

Concordo con te "Nessuno" sul fatto che la Bibbia sia sufficiente per parlare ai nostri cuori tramite l'azione dello Spirito Santo .

Il problema è che molti che si definiscono cristiani la posseggono ma non la leggono, non la meditano, non l'assimilano.

L'opera dello Spirito è strettamente legata alla Parola di Dio, essa ci parla di Gesù il Signore, il centro di tutta la Bibbia .
Il resto è sabbia e nulla più dice un cantico molto bello.
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Ultima modifica: 23/04/2012 16:10 Da stefano .

Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 23/04/2012 22:23 #2151

Fratelli per tenere questa sezione sul pensiero semitico senza troppi argomenti fuori tema sarebbe meglio, pur rimanendo sempre nel forum dottrinale aprire una nuova discussione .

Visto che quì stiamo parlando dei chiamati da Dio , inserirò una nuova discussione " i chiamati"
Vi invito gentilmente a continuare li i nostri discorsi. Ho spostato le discussioni nella sezione i chiamati da Dio .
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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 24/04/2012 09:12 #2164

Chris ha scritto:
Caro Joshua 3,

circa le tue domande sull'ispirazione, credo ti abbia già risposto in modo esauriente Stefano.

Solo una cosa voglio aggiungere, Dio ispira solo dei testi non delle persone.

Vi sono diversi testi sia nell'antico che nel nuovo testamento non annoverati tra i canonici.
Per esempio la "lettera dura" ai Corinzi è andata persa, non ci è mai pervenuta.

Circa l'agire Sovrano di Dio nell'ispirazione, riporto una citazione che mi colpì molto:
<<Il fatto che nella produzione di un messaggio ispirato ci sia la cooperazione divina ed umana è chiaro abbastanza, ma il "come" ciò avvenga è al di sopra della nostra sfera d'osservazione. La mutua azione tra la mente ed il corpo è già un mistero per l'uomo più sapiente; quanto più lo è l'azione mutua dello Spirito di Dio e dello spirito dell'uomo!>>
(Pearlman Myer - Dottrine della Bibbia. Roma 1996, ADI-Media, p. 14.)
Chris


Sono d'accordo con questa bellissima affermazione.
e per la tua apertura mentale verso altri scritti.


Attenzione: la cosiddetta "ispirazione concettuale" di cui tu hai parlato, è la posizione <<neo-ortodossa>>, di Karl Barth e affini; sei libero di scegliere l'approccio che più credi corretto alla Bibbia, ma nota bene che questa posizione conferisce l'arbitrio finale all'uomo di decidere cos'era un'idea dell'autore di quel tempo e cosa deve applicare oggi alla propria vita. Il che significa, che ciò che è scomodo, viene scartato a favore di ciò che è comodo.

Chris[/size][/quote]

Di personaggi cristiani, nella storia, di un certo spessore ce ne sono stati tanti, non nascondo le mie simpatie teologiche per il grande Barth.
, ma come tutti gli uomini ha detto cose giustissime e cose sbagliate, condivisibili o meno condivisibili.
Il << mio amato >> Lutero, riconosco che ha insegnato anche cose sbagliate, sono uomini.

Non attacco le persone che sostengono quest'idea, ma l'idea stessa: asserisco perciò che in questo modo si tenta di far passare le parole che Gesù ha detto "non passeranno mai".

Noi invece, quali evangelici conservatori, crediamo che ogni parola della Scrittura sia ispirata da Dio. Vogliamo dare totale autorità ad Essa in materia di fede, di salvezza e di condotta (morale). Così diamo ad ogni parola la sua importanza.

Chris[/size][/quote]

Chris siamo così sicuri che leggere in un modo piuttosto che in un altro porti a praticare tutto ciò che è giusto e a non scartare ciò che è scomodo?

Ho provato a leggere la Bibbia in maniera << conservatrice >>, ma questo vangelo della prosperità (per me vangelo di satana) proprio non l'ho trovato nel Nuovo Testamento.
Eppure lo predicano personaggi influenti del cosiddetto << risveglio >>, personaggi che presiedono facoltà universitarie, che non hanno esitato in passato ad accettare donazioni milionarie da << uomini discutibili >> che con Gesù non hanno nulla a che vedere, e hanno addirittura aperto le loro Chiese a programmi dai fondamentalisti definiti di << questo mondo >>.

Questi eminenti personaggi << che leggono in maniera fondamentalista >> quando vengono in Italia a predicare sono applauditi da tutti, anche da quelli che si dicono conservatori della Bibbia.

Chris prendere ciò che fa comodo dalla Bibbia non riguarda l'approccio alla Scrittura, riguarda << il cuore >>, se il cuore è cattivo si può essere superfondamentalisti quanto si vuole, ma in nome dei propri interessi si inventano dottrine che non esistono.

Shalom a te Chris
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Ultima modifica: 24/04/2012 09:17 Da joshua3.

Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 25/04/2012 19:30 #2227

Nessuno ha scritto:
Secondo la Sua promessa discendiamo tutti da Abraamo, nella fede, ed è quella che conta veramente.

Dopotutto la geneologia umana non serve tanto, discendiamo tutti da Adamo e Eva, possiamo dire di essere tutti fratelli e sorelle e non si vede l'ora di esserlo in eterno.

Investigare, studiare tante cose non porta da nessuna parte,
secondo me la bibbia basta e avanza, non con la propria saggezza che si comprende cosa volessero dire gli autori, quello che vi è scritto è per tutti quelli che credono per opera dello spirito.



Non tutti discendiamo da Abraamo, ma tutti siamo possiamo essere figli di Dio in virtù delle benedizioni in Abraamo, secondo le promesse fatte da Dio ad Abraamo.

Tu dice che la Bibbia basta e avanza, e in questo sono totalmente d'accordo, ma la Bibbia non va semplicemente letta, va studiata.

Scrive a riguardo Richard L. Mayhue: «Gli evangelici proclamano spesso il loro amore per la Scrittura e difendono la sua inerranza. Ma dobbiamo dimostrare questo amore interpretando il messaggio della Scrittura con la cura e la premura che merita. [...] I liberali hanno negato la validità di alcuni brani [...]. Le sette aggiungono alla rivelazione biblica presunti messaggi ricevuti da Dio. [...] Ma prima che cadiamo nell’autocompiacimento, voglio presentare un altro modo in cui la Bibbia viene messa in discussione. Ci tocca molto da vicino. Lo chiamo “l’attacco ipocrita”. È l’errore commesso da chi, fra di noi, crede, predica e sostiene l’inerranza della Parola, ma la tratta con superficialità e così interpreta la Bibbia in modo scorretto.
Siamo tutti capaci di commettere questo errore molto frequente se non stiamo bene in guardia.
Per esprimerlo diversamente, quando si interpreta la Bibbia non ci devono essere deviazioni, falsificazioni, cambiamenti, svisamenti, tagli, alterazioni, danni, aggiunte e sottrazioni dalla meravigliosa Parola di Dio (Deuteronomio 4:2; 12:32; Proverbi 30:6; Apocalisse 22:18)»1

Sulla stessa linea scrive il dr. John MacArthur: “Il problema dell’interpretazione è importante quasi quanto quello della rivelazione [...], perché, a che cosa servirebbe concordare sul fatto che la Bibbia è la rivelazione ultima e completa di Dio se poi si comincia ad interpretarla male? Il risultato sarebbe sempre lo stesso, quello cioè di non riuscire ad afferrare la verità di Dio. Così [...], interpretare la Scrittura in modo da farle affermare ciò che non ha mai voluto dire è [...] errato. [...] Sia da parte di carismatici che di non-carismatici, spesso si sentono frasi come: «Secondo me questo versetto vuol significare questo e questo» al che verrebbe voglia di rispondere: «Ah, sì? E se tu non esistessi, che cosa significherebbe?»
Un versetto, infatti, deve significare qualcosa in sé stesso, indipendentemente da ciascuno di noi: ecco perché i cristiani hanno bisogno di una buona ermeneutica, cioè di un serio approccio all’interpretazione del significato della Bibbia”2.

Con queste citazioni spero di poter rispondere anche a Joshua3.
L'ermeneutica è una scienza; la Scrittura ha una sola interpretazione e tante applicazioni. Spesso si sentono solo osservazioni su di un testo biblico, anche da pastori di nota fama o sconosciuti ai più, ma non l'interpretazione biblica.
Come Stefano ha consigliato, sarebbe opportuno affrontare questi argomenti in altri post dedicati.

Ma prima di tornare a Matteo, voglio condividervi ancora un'altra verità riguardo l'interpretazione della Bibbia.
Come mai si commettono spesso errori circa l'interpretazione della Bibbia?
Sicuramente è facile dire "perché non la si studia".

Steven A. Kreloff, un pastore anch'egli ebreo messianico scrive: “La Bibbia non è stata scritta direttamente per l’uomo moderno. È stata scritta nel contesto storico dei suoi lettori iniziali. Perciò, per riuscire oggi ad individuare il suo significato, dobbiamo colmare le distanze che ci sono fra il nostro mondo attuale ed il mondo degli autori della Bibbia. Facendo ciò, non cadremo nella trappola di interpretare la Bibbia secondo ciò che essa significa per noi oggi invece che secondo ciò che significava per le persone alle quali era indirizzata. L’interpretazione ha sempre lo scopo di scoprire l’intento originale dello scrittore”3.

L'ermeneutica è parte della tua teologia. Nel modo in cui ti avvicini alla Bibbia, dimostri l'importanza, la riverenza e l'autorità che dai a Dio.

Vi trasmetto questi principi con forza, poiché sono fondamentali per un vero risveglio.
Non voglio dire che sono arrivato, corro verso la meta con tutti voi.
In piena umiltà mi permetto di affermare che i cosiddetti pastori del <<risveglio>>, per usare la stessa parola di Joshua 3, che parlano di "vangelo della prosperità", non predicano il vero contenuto della Bibbia. A parole si definiscono servi del Vangelo, ma "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare".

Voglio precisare: rispetto le persone, ma non condivido assolutamente le loro idee.


Forse con queste parole posso essere duro contro determinate espressioni di pensiero, ma il mio proposito in tutto questo è, lo ricordo, con umiltà, quello di innalzare Gesù Messia. Non mi ritengo migliore di loro, ma so che Dio mi ha dato come cristiano la responsabilità di predicare la Verità.

Iddio benedica ognuno di noi.

Chris


1 Mayhue, R. L. (2003). Studiare e Capire la Bibbia. Roma: Associazione Verità Evangelica, p. 96.
2 MacArthur, J. F. (1987). I Carismatici. Napoli: Edizioni Centro Biblico, pp. 42-43.
3 Kreloff, S. A. (2001). Principi di Predicazione Espositiva. Roma: Associazione Verità Evangelica, pp. 33-34.
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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 25/04/2012 19:43 #2230

joshua3 ha scritto:


Chris prendere ciò che fa comodo dalla Bibbia non riguarda l'approccio alla Scrittura, riguarda << il cuore >>, se il cuore è cattivo si può essere superfondamentalisti quanto si vuole, ma in nome dei propri interessi si inventano dottrine che non esistono.

Shalom a te Chris


Caro Joshua3 continuo a risponderti in questo ulteriore post, nonostante credo che quanto riportato nel precedente dovrebbe essere sufficiente.

Il discorso è questo: è inutile definirsi conservatori se non ci si applica alla giusta interpretazione.

Certamente lo Spirito Santo è Colui che ha ispirato, che convince di peccato, giustizia e giudizio, che trasforma i cuori delle persone, ecc.
Ma se Dio è Sovrano, l'uomo è responsabile; la Sovranità di Dio non annulla la responsabilità umana, né viceversa.

Osservate l'importanza dell'interpretazione in Neemia 8. Oppure guardate in Luca 24 cosa fa Gesù? Spiega le Scritture. Essi le conoscevano bene, ma Gesù le spiega. In greco il verbo ha la stessa radice di "ermeneutica". Oppure guardiamo ancora in At 8. Cosa chiede Filippo all'eunuco? "Capisci quello che stai leggendo?"

Purtroppo l'interpretazione è molto trascurata. Questo è uno dei mali della Chiesa di questo secolo.

Lo Spirito Santo, tanto per le conversioni che per la santificazione, si usa della Parola di Dio.
Ma se questa non è ben spiegata, come può sorgere un vero risveglio?

Spero di esserti stato utile in questo.

Dio voglia benedire tanto la tua vita e quella di ognuno di noi.


Shalom
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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 25/04/2012 19:58 #2232

Nessuno ha scritto:

Dopotutto la geneologia umana non serve tanto, discendiamo tutti da Adamo e Eva, possiamo dire di essere tutti fratelli e sorelle e non si vede l'ora di esserlo in eterno.


Voglio precisare, in modo particolare per Libero (Nessuno), che seppure sia vero che noi cristiani siamo chiamati a non investigare nelle nostre genealogie, in questo caso, studiare questa genealogia è importante.

Apro una parentesi: nella cultura ebraica è molto importante poter dimostrare la propria discendenza ebraica, altrimenti non si può beneficiare delle promesse legate ai patti con Israele (cfr. per es. Neemia 7:64 Questi cercarono i loro titoli genealogici, ma non li trovarono, e furono perciò esclusi, come impuri, dal sacerdozio).

Il problema legato alle genealogie era che gli ebrei, allora e oggi, credevano che essendo figli d'Abraamo (solo nella carne ma non nella fede) non avevano bisogno di ravvedimento, in quanto eredi delle promesse.
Ecco perché Paolo affrontando l'argomento e difendendo la sana dottrina dai Giudaizzanti dice che quel che conta nella Chiesa di Dio non è discendere da Israele o da altre genti (Gentili), ma credere in Cristo Gesù. Egli stesso però ricorda che Israele è l'ulivo naturale.

In questo caso, questa genealogia è più che importante. Non stiamo parlando di un ebreo qualunque, ma di Gesù Cristo.
Inoltre, poiché queste genealogie sono contenute nella Parola ispirata di Dio, sono necessarie per noi quanto un salmo (ad es. il 23, vero Fernando? ) o qualsiasi altra parte del Vangelo.




Chris
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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 25/04/2012 20:40 #2235

Sperando di non aver dimenticato "nessuno" (a lui ho risposto nell'ultimo post ), andiamo avanti.

Stiamo studiando il Vangelo secondo Matteo.


Voglio ricordare che il nostro intento è quello di comprendere l'interpretazione corretta di questo libro. Vogliamo comprendere l'intento dell'autore ossia ciò che Matteo (e Dio) vuole comunicarci attraverso questo scritto.

Quanto al nostro cuore, vogliamo rimanere umili e dare a Dio tutta l'autorità attraverso la Sua Parola. Uno dei nostri scopi è rendere a Dio tutta la gloria tendendo alta la Parola di vita.

Non siamo perfetti, com'è scritto conosciamo in parte. Ma vogliamo volgerci verso la direzione giusta.

Giunti alla interpretazione, potremo trarne le relative applicazioni alla nostra vita.

Detto questo, possiamo cominciare.
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Ultima modifica: 25/04/2012 20:49 Da Chris.

Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 25/04/2012 20:43 #2236

Abbiamo già detto che dopo uno studio del totale Vangelo di Matteo,

possiamo concludere che questo può essere suddiviso in due grandi sezioni:


1) L'avvento del Re - Il Re e il Regno viene offerto ad Israele

2) Il rifiuto del Re - Il Re e il Regno viene respinto da Israele.
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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 25/04/2012 20:47 #2237

Ha inviato il post da solo... ?!? non avevo finito...!!!

1) 1:1 - 11:1
2) 11:2 - 28:20


In questa prima sezione, Matteo sta esponendo le origini del Re.
Noteremo in seguito come Gesù qui si dedica maggiormente all'insegnamento al popolo e alle guide.

Nella seconda sezione invece si concentrerà sui suoi discepoli, in particolare sui dodici.


Matteo, nel suo primo capitolo sta parlando delle origini del Re.

Nei primi 17 versi che stiamo esaminando la genealogia di Gesù riportata da Matteo.

Matteo ci ricorda sempre che Dio è con noi:
a) in Mt 1 Emmanuele, Dio con noi.
b) in Mt 28 Io (Gesù) sarò con voi sino alla fine dell'età presente.
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Ultima modifica: 26/04/2012 09:29 Da Chris.
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