Scelta o tendenza?
Vorrei discutere brevemente la questione della differenza fra atto ed orientamento.
Molti omosessuali dicono: “Io sono nato omosessuale – Dio mi ha fatto così. Quindi, i miei pensieri, desideri, e stile di vita, devono essere riconosciuti”.
Se vi sono delle persone che nascono con una predisposizione verso il comportamento omosessuale questo, davanti a Dio, non ne giustifica la pratica.
Tutti gli esseri umani nascono con una disposizione al peccato.
Il primo uomo, Adamo, fu il capostipite della razza umana. Da quando egli preferì il peccato a Dio, ogni persona, ogni suo discendente, nasce con quella stessa propensione.
È sbagliato dire: “Dio mi ha creato così”, perché il peccato non ha preso origine da Dio, ma dall’uomo.
Il fatto che ogni essere umano nasca con un orientamento o propensione a fare ciò che agli occhi di Dio è sbagliato, non giustifica quei desideri o comportamenti.
La Bibbia dice che tutti nascono bugiardi (Salmo 58:3), eppure essa dice che la menzogna è un peccato (Esodo 20:16; Deuteronomio 5:20), e che i bugiardi non entreranno nel Regno di Dio (Apocalisse 21:27).
L’argomentazione che la tendenza all’omosessualità la renda in qualche modo accettabile a Dio, potrebbe essere usata per giustificare qualsiasi altro comportamento. Questo ragionamento distrugge la responsabilità personale e priva di significato ogni comandamento di Dio.
Tutti dovranno rendere conto di sé stessi a Dio per ogni loro pensiero, parola ed azione, indipendentemente dal loro “orientamento” di fondo.
Accusare Dio di avere impresso in noi una certa tendenza e che per questo sia inevitabile, potrà forse far sentire meglio qualcuno, ma non reggerà di fronte al giudizio di Dio (1 Corinzi 6:9-10; Apocalisse 21:27).
La Bibbia, inoltre, dice chiaramente che Dio non tenta l’uomo. È dalle proprie passioni che uomini e donne vengono sospinti: “Nessuno, quando è tentato dica: «Io sono tentato da Dio», perché Dio non può essere tentato dal male, ed Egli stesso non tenta nessuno. Ciascuno invece è tentato quando è trascinato e adescato dalla propria concupiscenza. Poi quando la concupiscenza ha concepito, partorisce il peccato e il peccato, quando è consumato, genera la morte” (Giacomo 1:13-15).
Alcuni sostengono che certi sentimenti o desideri sono innati, inevitabili, e quindi non peccaminosi.
Certamente, essere tentati non è peccato (Gesù fu tentato come noi, eppure non commise peccato; vedi Ebrei 2:18).
Ciò che è peccato è quando una persona coltiva ciò a cui è tentata, fantastica e fa piani su come realizzare quel comportamento.
La Bibbia chiaramente insegna che peccato non è solo commettere di fatto ciò che Dio proibisce, ma pure avere desideri e pensieri immorali. Come ebbe a dire Martin Lutero: “Non posso impedire agli uccelli di volarmi sopra la testa, ma posso far in modo che non nidifichino tra i miei capelli!”
Gesù Cristo chiama peccato anche il solo bramare rapporti sessuali illeciti (Matteo 5:27-29).
Egli dichiara che quando un uomo guarda una donna desiderandola, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore (verso 5:28).
L’idea di condannare solo l’atto esteriore, ma non la bramosia interiore, era una dottrina farisaica che Cristo disapprova fermamente (Matteo 5:21,22; 15:19,20).
Quando il profeta Isaia dice: “Lasci l'empio la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri, e ritorni all'Eterno che avrà compassione di lui, e al nostro Dio che perdona largamente” (Isaia 55:7), intende che il ravvedimento implica anche i pensieri. Dato che la Bibbia condanna i desideri illeciti insieme agli atti illeciti, non può esistere alcun “omosessuale cristiano” come non può esistere un bugiardo cristiano o un adultero cristiano che non sia cristiano solo di nome.
Si può dire di credere in Dio, ma essere cristiani significa anche obbedire a Dio, non soltanto credere.
“Lavatevi, purificatevi, togliete davanti ai Miei occhi la malvagità delle vostre azioni... Poi venite, e discutiamo, dice il Signore: Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana” (Isaia 1:16-18).