PENSIERI SULLA MORTE
Una vecchia storia narra di un re che, secondo gli usi dell'epoca, aveva un buffone di
corte. Questo buffone aveva il diritto di dire la verità, anche se amara, ai re ed ai principi.
Quando la verità era troppo scomoda essi rispondevano semplicemente: “Che ci volete
fare, è solo un buffone!” Un bel giorno, il re diede al buffone una verga d'argento con dei
campanellini attaccati e gli disse: “Regalala all’uomo più folle che incontrerai”. Per anni il
buffone portò la verga con sé, fino al giorno in cui venne a sapere che il re stava
morendo. Allora saltellò fino alla stanza del malato e disse: “Sire ho sentito che vuoi
affrontare un lungo viaggio».
«Non voglio», ribatté il re, «devo!»
«Ah, devi?! Allora esiste realmente un potere che è al di sopra dei grandi di questa terra.
Bene! Ma ritornerai presto?»
«No!», gemette il re. «Dal paese in cui vado non c'è ritorno».
«Va bene, va bene», cercò di calmarlo il buffone, «certamente avrai intrapreso lunghi
preparativi per il viaggio. Penso che tu abbia già fatto tutto il possibile perché tu sia
accolto egregiamente nel paese da cui non si ritorna».
Il re scosse il capo. «L'ho trascurato. Non ho mai avuto il tempo di preparare il viaggio».
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«Ah, ma allora certamente ignoravi di dover affrontare un giorno questo viaggio», disse il
buffone.
«No, lo sapevo, ma, come ti ho già detto, non ho mai trovato il tempo di occuparmi dei
preparativi», disse il re.
A quel punto il buffone pose silenziosamente la verga sul letto del re e disse: «Mi hai
ordinato di passare questa verga a chi è ancora più folle di me. Sire! Prendi la verga! Tu
sapevi che dovevi affrontare l'eternità e che non c'era ritorno, eppure non ti sei occupato
di farti preparare un alloggio eterno. Sire! Sei tu il più grande folle che io conosca!»
Niente nella vita è più sicuro della morte; malgrado ciò, la maggioranza della gente vive
come se potesse piantare le sue tende sulla terra per sempre.
Ecco alcuni pensieri sulla morte:
“Dalla nascita non c’è rimedio: sin dalla culla siamo dei condannati a morte, in un paese
dove l’istituto dell’eterna giovinezza è sconosciuto”.
“La morte è un’usanza che tutti prima o poi dobbiamo rispettare”.
“La morte è ciò che la vita ha finora inventato, più solido e più sicuro”.
“Gli uomini non potendo guarire la morte e sperando di essere felici, hanno deciso di non
pensarci. È tutto ciò che hanno saputo escogitare per consolarsi. Ma è un rimedio ben
misero, perché invece di affrontare il male, non vuole che nasconderlo fino a quando si
può”. “I medici possono guarirti, ma alla fine morirai” (Pascal).
“Un uomo che non si pone il problema della morte e non ne avverte il dramma, ha urgente
bisogno di essere curato” (Carl Gustav Jung).