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ARGOMENTO: Il pellicano

Il pellicano 23/03/2013 08:14 #7896

Il pellicano è un volatile che attrae le nostre simpatie, soprattutto quelle dei bambini. Il
lungo becco e la sacca di pelle nuda sotto la mandibola inferiore in cui viene trattenuto il
cibo, per una capacità di 13 litri, suscitano un naturale affetto. Forse è per questa ragione
che il proprietario di un’imbarcazione di notevole stazza, dette questo nome alla sua nave.


Purtroppo, circa 25 anni fa, essa divenne la nave più indesiderata del mondo. Nel 1986
era conosciuta come “la vagabonda dei mari”. Tutti la respingevano, nessuno la faceva
attraccare. Fu rifiutata dallo Sri Lanka, dalle Bermuda, dalla Repubblica Domenicana e
successivamente dai Paesi Bassi, dalle Antille e dall’Honduras. Continuò a navigare in
attesa di un porto che la accogliesse. Ma nessuno l’autorizzò ad ormeggiare. Perché
questo ostinato rifiuto? Forse perché non era più in grado di viaggiare? Forse perché il
proprietario non aveva pagato le tasse o l’assicurazione? Forse per l’assenza della licenza
di navigazione? Oppure per l’equipaggio di dubbia onestà? Nulla di tutto questo. Allora
quale era il problema? Perché il Pellicano era la nave più indesiderata del mondo?
Semplice. Era piena di immondizia: quindicimila tonnellate di spazzatura. Era l’immondizia
della lunga estate di Philadelphia del 1986 in cui i lavoratori municipali scioperarono.
Nessuno voleva la spazzatura di Philadelphia ed è allora che entrò in scena il Pellicano. I
suoi proprietari pensarono di poter lucrare senza sforzo trasportando quei rifiuti. La
spazzatura fu incenerita e immagazzinata nel ventre del cargo. Ma nessuno la voleva.
Sulle prime era troppa roba. In seguito fu troppo stantia. Chi vuole accollarsi immondizia
potenzialmente tossica? La condizione del Pellicano è esemplare.

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Ultima modifica: 23/03/2013 08:16 Da stefano .

Re: Il pellicano 23/03/2013 08:15 #7897

Una parabola dei nostri giorni
Una nave piena di immondizie attira poche simpatie. La vicenda del Pellicano è una
parabola dei nostri giorni. Quanti possono identificarsi con questa storia: respinti,
indesiderati, isolati, negletti. Una storia simile è raccontata dall’apostolo Giovanni nel suo
Vangelo. Presso il pozzo di Giacobbe, Gesù si sedette perché aveva l’appuntamento con il
“pellicano”. Di lì a poco, infatti, arrivò una donna che aveva avuto cinque matrimoni, tutti
falliti, ed ora viveva uno stato di convivenza attiva. Questa donna era insoddisfatta. Anche
i suoi rapporti con gli altri erano un fallimento, perché usciva a prendere l’acqua in un
orario insolito: a mezzogiorno. Preferiva patire il caldo, piuttosto che soffrire nell’ascoltare i
mordaci giudizi, le invettive mendaci della gente del suo paese, le saette che colpivano
mortalmente il suo cuore. A questa donna Gesù disse: «Chiunque beve di quest’acqua
avrà sete di nuovo; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi,
l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna»
(Giovanni 4:14). La samaritana lascerà il suo secchio vuoto, con il quale raccoglieva ogni
giorno l’acqua e diventerà nel suo paese, un’ambasciatrice dell’Evangelo: “La donna
lasciò dunque la sua secchia, se ne andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un
uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto; non potrebbe essere lui il Cristo?» La
gente uscì dalla città e andò da lui. Molti Samaritani di quella città credettero in lui a
motivo della testimonianza resa da quella donna: «Egli mi ha detto tutto quello che ho
fatto». Quando dunque i Samaritani andarono da lui, lo pregarono di trattenersi da loro; ed
egli si trattenne là due giorni. E molti di più credettero a motivo della sua parola e
dicevano alla donna: «Non è più a motivo di quello che tu ci hai detto, che crediamo;
perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il Salvatore del
mondo» (Giovanni 4:28-30; 40-42).
Prima che la giornata giungesse al termine, tutta la città aveva conosciuto il Salvatore del
mondo. Questa donna divenne messaggera della più grande notizia della storia!
Qualcuno ha scritto che: “Un po’ di pioggia può raddrizzare il gambo di un fiore. Un po’ di
amore può trasformare una vita”. Questa era stata l’esperienza della samaritana.
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Re: Il pellicano 23/03/2013 08:19 #7898

Un carico diverso

Come poteva mutare la situazione della nave Pellicano? In due modi: “Lasciando il carico
di immondizia e prendendo un carico nuovo”. Gesù un giorno ebbe a dire: “Venite a me,
voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e
imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle
anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero» (Matteo 11:28-30).
Lasciando il vecchio carico, e prendendo uno nuovo, tutto cambia. Non basta tenere
l’immondizia fuori, bisogna fare entrare cose buone. Ed è quello che Gesù vuole fare nella
vita di quanti si rivolgono a Lui, di quanti gridano a Lui. Gesù ha usato un'espressione
particolare per descrivere questo cambiamento: “Nascere di nuovo”. Ad un uomo colto e
versato nelle Scritture, quale era Nicodemo, Gesù disse: “In verità, in verità ti dico che se
uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio” (Giovanni 3:3). Letteralmente
quest’espressione significa: “Nascere dall'alto”. La salvezza non giunge all'individuo se
non c'è un profondo e reale cambiamento, perché essa non è una questione di pratica
sociale o di scelta culturale, né l'ubbidienza a determinati modelli di etica. È necessario un
intervento soprannaturale per l'uomo e nell'uomo. L'uomo non può cambiare se stesso, il
mutamento deve avvenire per un intervento divino, è questa la nuova nascita: “Può un
Cusita cambiare la sua pelle o un leopardo le sue macchie? Solo allora, anche voi,
abituati come siete a fare il male, potrete fare il bene” (Geremia 13:23).
Conclusione
Il Signore Gesù che “è stato dato a causa delle nostre offese ed è risuscitato per la nostra
giustificazione” (Romani 4:25), è Colui che riabilita totalmente l’uomo, risolvendo le funeste
conseguenze del peccato. Il cristiano salvato, “nato di nuovo”, è stato trasformato
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dall’opera della grazia. Il suo carico è stato cambiato, la sua mente rinnovata, il suo cuore
mutato. Ora può esprimersi come l’apostolo Paolo e ritenere tutto quello che il mondo
offre, solo spazzatura e immondizia,: “Ma ciò che per me era un guadagno, l’ho
considerato come un danno, a causa di Cristo. Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa
sia un danno di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il
quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di
guadagnare Cristo e di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla
legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio,
basata sulla fede” (Filippesi 3:7-9).

Caro amico, cara amica, fai “salire a bordo” della tua imbarcazione il Salvatore. Fai
pilotare la nave della tua vita da un solo capitano: “Cristo Gesù”. Lascia che lui cambi il tuo
carico, che scarichi l’immondizia del peccato lasciando il pieno della Sua grazia in te.
Possa anche tu essere un altro “pellicano” purificato per sempre.

Carmine Lamanna
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Ringraziano per il messaggio: francotecnos, anna rapa
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