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ARGOMENTO: Non volò più!

Non volò più! 11/11/2012 13:18 #6464

Non volò più!



Soren Kierkgaard fu il teologo e filosofo Danese che raccontò la storia di un’anatra che tornò a casa volando verso il Nord dell’Europa.

Sulla via di casa l’anatra si fermò nel cortile di una fattoria in un paese straniero. Mentre si guardava intorno l’anatra pensò dentro di sé: “Questa sembra proprio una buona sistemazione, il contadino mi fornirà mais e acqua fresca ogni giorno. Cosa posso chiedere di meglio?”.

L’anatra selvatica fece presto amicizia anche con le anatre domestiche della fattoria. L’ambiente provveduto era così confortevole, che essa stette per un giorno, poi per un altro (senza nessun costo d’albergo di cui preoccuparsi) e presto, si sarebbe fermata per l’intera settimana.

Una volta trascorsa la settimana, non fu una decisione poi così difficile fermarsi per un mese.

Prima di rendersene conto, era trascorsa l’intera estate.

In autunno, quando la sua famiglia stava volando verso i paesi del sud pensò: “Dovrei unirmi a loro”. Iniziò a sbattere le ali per volare, ma non riuscì ad arrivare più in alto del cornicione del granaio. Così disse a sé stessa: “Penso che passerò l’inverno qui!” ...e in questo modo fece.

La primavera successiva, quando le anitre volavano di nuovo a nord, un sentimento, un’emozione le si mosse dentro e pensò di nuovo: “Lo so, devo unirmi a loro”.

Questa volta, però batté solo le ali senza muoversi.

L’anno successivo, quando tornarono, non era rimasto nessun entusiasmo, nessuna emozione nel suo petto: semplicemente ritornò nel cortile della fattoria per mangiare quel mais che l’aveva resa così grassa”.

Prima o poi ogni cristiano sperimenta la tentazione di quell’anatra.

Siamo tentati a rinunciare e adattarci al confortevole stile di vita di coloro che sono intorno a noi.

Siamo stanchi di spiccare il volo, stanche della battaglia.

Cresciamo, stanchi delle tentazioni, e diciamo: “Ne ho abbastanza e voglio riposarmi nel mondo”.

L’apostolo Paolo rivela un’attitudine piuttosto differente alla fine della sua vita. In 2 Timoteo 4 racconta quello che appare essere il suo ultimo messaggio al suo figlio spirituale Timoteo. Sapeva del martirio che lo aspettava, e guardando indietro alla sua vita, scrisse con fiducia: «Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbata la fede» (2 Timoteo 4:7).

Poi guardò avanti con una chiara nota di trionfo: «Per il resto mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il Giusto Giudice, mi assegnerà in quel giorno, e non solo a me, ma anche a quelli che hanno amato la sua apparizione» 2 Timoteo 4:8

  • stefano
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Ultima modifica: 11/11/2012 13:20 Da stefano .
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