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ARGOMENTO: Gerusalemme

Gerusalemme 05/04/2012 08:10 #1553

GERUSALEMME

AL TEMPO DI GESÙ (1)

Quale aiuto offre l’archeologia nel rivisitare i luoghi che furono teatro di alcuni dei più noti episodi della vita di Gesù? A Gerusalemme si sviluppò l’apoteosi del ministerio del Salvatore, dal Golgota fino alla tomba vuota. Accanto a limiti riconosciuti, l’archeologia ci offre contributi indubbiamente interessanti, che rendono più vivi quei racconti per chi ha il privilegio di percorrere le vie della Città.



Uno sguardo d’insieme

Tra tutte le località della Palestina, senza dubbio Gerusalemme è la più interessante per i Cristiani, essendo infatti molte le sue connessioni con il ministero e la passione di Gesù e la nascita della Chiesa.

Quando desideriamo conoscere la "Gerusalemme come la vide Gesù", nascono non pochi problemi. Quanto al Nuovo Testamento, esso ci dà un aiuto relativo, perché è piuttosto avaro di descrizioni, ed entra in dettagli soltanto quando la narrazione lo richiede. È da notare che Gesù passò a Gerusalemme un tempo piuttosto limitato della sua vita, ed anche il suo ministerio si svolse per la maggior parte altrove.
A completare il quadro provvedono però parecchi riferimenti di Flavio Giuseppe, che citeremo quando se ne presenterà l’occasione.

Flavio Giuseppe conosceva bene Gerusalemme ed appartenendo ad una famiglia della nobiltà sacerdotale aveva svolto per un certo tempo anche il ruolo di sacerdote nel Tempio. Quando scoppiò la rivolta contro i Romani, egli ebbe il comando di un reparto di patrioti in Galilea. Tuttavia era convinto che non era il caso di combattere contro l’esercito più forte del mondo, per cui sarebbe stato meglio arrendersi per salvare il salvabile. Dopo varie vicende, finì per diventare il consulente di Tito. Per questo gli Ebrei lo considerarono, e con comprensibile ragione, un traditore. Terminata la guerra, Giuseppe fu portato da Tito a Roma, dove ebbe il privilegio della cittadinanza romana ed assunse il nome della famiglia dell’imperatore, diventando così Flavio Giuseppe. Non potendo più tornare in Palestina, dove si era procurato molti nemici, Flavio Giuseppe passò il resto della sua vita a Roma, scrivendo libri che ancora oggi sono fra le più preziose fonti d’informazioni sulla Palestina del 1° secolo. Le opere dalle quali possiamo trarre notizie su Gerusalemme sono Guerre Giudaiche e Antichità Giudaiche, pervenute a noi in greco.

Buona parte dei passi dei Vangeli che parlano di Gerusalemme riguardano avvenimenti che ebbero luogo nel Tempio.

Si comincia con la presentazione del bambino Gesù (Luca 2:22); segue poi, all’età di dodici anni, l’esposizione della Legge ai dottori (Luca 2:46-50). Del Pinnacolo del Tempio si parla nel passo delle tentazioni (Matteo 4:5 e rif.). Nel Tempio ebbe luogo la scena della cacciata dei venditori e dei cambiavalute (Giovanni 2:13-22). Gesù si recò nel Tempio anche durante la Festa delle Capanne (Giovanni 7:10-52), e successivamente per la Festa della Dedicazione (Giovanni 9:7). Vi ritornò per l’ultima volta nel giorno dell’ingresso trionfale, passando per la Porta Orientale — o Porta di Susa — (Matteo 21:1-11 e rif.), e vi scacciò ancora i venditori (con lo stesso schema della volta precedente). E forse in quell’occasione fu tentato dai Farisei che lo spingevano a criticare Cesare per il pagamento del tributo (Matteo 22:15 segg..), e pronunciò anche le osservazioni sulla povera vedova che gettava nella cassa delle offerte gli ultimi spiccioli (Luca 21:1-4 e rif.).
Molti altri eventi riguardanti il ministero di Gesù si svolsero poi a Gerusalemme anche fuori del recinto del Tempio: la guarigione presso la piscina di Bethesda dell’uomo ammalato da 38 anni (Giovanni 5:1-15); la guarigione del cieco alla piscina di Siloe (Giovanni 9:7); la vista del complesso del Tempio e la dichiarazione sulla sua distruzione (Matteo 24:1,2 e rif.); l’Ultima Cena (Matteo 26:17-28 e rif.); la preghiera nel Getsemani (Matteo 26:36-46 e rif.); l’arresto e il processo davanti al Sommo Sacerdote ed al Sinedrio (Matteo 26:47-75 e rif.); il processo davanti a Pilato e Erode Antipa (Luca 23:1-25 e rif.); ed infine la crocifissione e la morte, la sepoltura, la risurrezione, l’apparizione ai discepoli nella stanza con le porte serrate (Giovanni 20:19 segg.. e rif.).
Considerando poi il libro degli Atti, troviamo molti altri riferimenti a Gerusalemme: la "sala di sopra" dove si trovavano i discepoli il giorno della Pentecoste (1:13); il luogo dei primi battesimi (2:41); la "Porta Bella" del Tempio (3:10); la sinagoga detta dei Liberti (6:9) ecc...


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Difficoltà oggettive

È evidente che gli studiosi che desiderano identificare tutti questi luoghi chiedano aiuto all’archeologia, ma le risposte sono tutt’altro che semplici.
Purtroppo la città è stata stravolta nel corso dei secoli da innumerevoli occupazioni, accompagnate da distruzioni devastanti.
La questione si complica ulteriormente pensando poi che i Cristiani, quando ne ebbero la possibilità, costruirono "chiese" ed altri edifici commemorativi nei luoghi dove ritenevano si fossero svolti i fatti narrati nei Vangeli; tant’è che oggi, pur essendo sanzionati dalla tradizione, quei luoghi sono considerati talvolta con sospetto dagli studiosi.
A queste difficoltà si aggiunga che molti luoghi sono in pratica "off limits", perché sacri agli Ebrei o ai Musulmani. Altri poi sono così fittamente popolati, che pensare ad indagini archeologiche è per ora impossibile. È stato possibile eseguire alcuni scavi nel Quartiere Ebraico della Città Vecchia solo a partire dal 1969, "approfittando" delle distruzioni causate dalla Guerra dei Sei Giorni.
Nonostante tutte queste difficoltà, l’archeologia moderna ci ha fornito lo stesso preziose informazioni sulla Gerusalemme dell’epoca di Gesù e degli Apostoli. Tuttavia, i segreti che restano da scoprire sono ancora moltissimi, e gli specialisti si sentono percorsi da un fremito quando pensano ai problemi le cui soluzioni giacciono nascoste nel sottosuolo. Forse, con gli anni e la necessità di procedere al restauro della Città Vecchia, si può sperare che altri resti importanti vengano scoperti e studiati. Attualmente, non ci resta che prendere atto della nostra ignoranza ed accontentarci dei reperti già portati alla luce.



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La figura qui sopra presenta Gerusalemme come ci appare oggi, osservandola dalle pendici del Monte degli Ulivi. Le mura che vediamo racchiudere la cosiddetta Città Vecchia risalgono, come è noto, al XVI secolo; e sulla spianata dove una volta sorgeva il Tempio, oggi possiamo ammirare la inconfondibile sagoma della Cupola della Roccia, nota anche come Moschea di Omar.
Nella pagina seguente è riportata invece una cartina della Gerusalemme del 1° secolo, che dovrebbe essere esaminata con cura fino a farci diventare familiare la topografia della città.
In tono grigio è disegnata la Cinta attuale, cioè quella del XVI secolo, che è anche la sola oggi visibile. Le altre fortificazioni sono chiamate Primo Muro, Secondo Muro e Terzo Muro. Come indicano i termini, si tratta di cinte di fortificazione costruite in sequenza, una dopo l’altra.
La più antica (il Primo Muro) risale alla monarchia asmonea, ricalcando quasi completamente il tracciato delle mura dell’epoca di Neemia. Flavio Giuseppe ne ha descritto il percorso per la parte settentrionale, dicendo che cominciava a nord della Torre di Hippico (cioè dal Palazzo di Erode) per terminare ad ovest del Tempio. All’epoca di Gesù c’era anche il Secondo Muro, che era il "muro esterno", di cui Flavio Giuseppe parla in questi termini:
"Il secondo muro cominciava dalla porta nel primo muro che si chiamava Gennath, e cingendo solo la parte settentrionale della città, arrivava fino alla [Torre] Antonia" (Guerre, V, 4, 2).
Come si vede, questo testo stabilisce l’inizio e la fine del muro, ma non ne descrive il percorso. Purtroppo la posizione di questo muro non ha soltanto un interesse accademico, perché ne dipende l’identificazione del Gòlgota, come vedremo in seguito.
Quanto al Terzo Muro, così prosegue Flavio Giuseppe: "Il terzo muro cominciava dalla Torre Hippico, donde si protendeva a nord verso la Torre Psefino, per poi correre di fronte ai monumenti di Elena, la regina dell’Adiabene (...) e terminava congiungendosi col muro antico nella vallata chiamata Cedron. Questo muro fu costruito dal re Agrippa [Erode Agrippa I che lo costruì intorno all’anno 42, durante il breve periodo di regno in Giudea; perciò il Terzo Muro fu costruito circa 12 anni dopo la morte di Gesù] per proteggere le parti che si erano aggiunte alla città e che erano tutte indifese; infatti la città per il grande aumento della popolazione un po’ alla volta si era allargata fuori delle mura."
Non potendo descrivere in dettaglio tutte le ricerche archeologiche effettuate a Gerusalemme, ci soffermeremo soprattutto sul Tempio.
Parleremo poi dell’identificazione del Pretorio, e dell’ubicazione del Gòlgota e del Santo Sepolcro, problemi che continuano a suscitare non poche polemiche.
Infine, accenneremo alle ultime scoperte di Nahaman Avigad sull’edilizia privata.



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Ringraziano per il messaggio: francotecnos
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