Sandro hai perfettamente ragione sulla critica testuale, la quale evidenzia alcune varianti rispetto al filo coduttore, ma altra cosa è dire che la critica dice di no alla autenticità delle epistole in disscussione.
E' cosa ne deduciamo noi dalle varianti emerse in sede di critica testuale che fa il discorso .
Come ti dicevo in un post precedente che, molti studiosi moderni affermanno la non autenticità paolina,
altri non sono affatto d'accordo su questa tesi,
Ora se crediamo con esclusione dell'episola agli Ebrei, che il resto sia in dubbio e non l'abbia scritta Paolo, le citazioni a suo riguardo potrebbero essere viste come un falso, io dico perchè...
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Alcuni pensano che la Lettera agli Efesini sia una lettera circolare mandata a diverse chiese e che la copia diretta agli Efesini sia poi stata inserita nel Canone. È probabile che per questo motivo, in seguito, le sia stato dato questo titolo. Inoltre, gli studiosi sono stati indotti a pensare ciò, perché è la sola Lettera di Paolo in cui non dice nulla di particolare riguardante lo stato proprio di quella chiesa, mentre parla di temi comuni concernenti tutti i Cristiani, e in particolar modo, tutti quelli che essendo stati Gentili un tempo, si erano poi convertiti al Cristianesimo. Ma poi, d’altra parte, la Lettera è espressamente indirizzata (Galati 1) ai santi che sono in Efeso. Inoltre, nella conclusione della Lettera, l’apostolo dice agli Efesini che aveva mandato Tichico da loro, cosa questa che egli dice anche in 2Ti 4:12. La Lettera agli Efesini ci permette di affermare che fu scritta in una prigione; difatti, alcuni hanno osservato che ciò che l’apostolo Paolo scrisse quando era prigioniero, ha in sé il sapore e il buon odore delle cose di Dio. Quando le sue tribolazioni aumentavano, aumentavano ancor più le consolazioni che riceveva e le sue esperienze. Da ciò possiamo vedere che le prove dei figli di Dio, e in particolare dei suoi ministri, spesso mirano a dare un beneficio sia agli uni che agli altri. Lo scopo dell’apostolo è di confermare e stabilire gli Efesini nella verità, e inoltre far loro conoscere meglio il mistero dell’Evangelo. Nella prima parte (Efesini 1-3), Paolo dimostra il grande privilegio che hanno gli Efesini. Questi, infatti, essendo stati un tempo pagani idolatri, ora si erano convertiti al Cristianesimo ed erano entrati a far parte del patto di alleanza con Dio. Ciò è dimostrato dall’apostolo, con un’illustrazione del loro deplorevole stato prima della conversione (Galati 3). Nella seconda parte (Efesini 4-6), insegna loro i principali doveri della fede cristiana, sia riguardanti l’individuo, sia riguardanti la collettività. Inoltre, l’apostolo esorta e incoraggia gli Efesini ad assolvere fedelmente i loro doveri. Uno studioso nota che qui abbiamo un compendio di tutta la dottrina cristiana e di quasi tutte le dottrine principali della teologia cristiana.
L’introduzione alla Lettera, che è simile alle introduzioni delle altre Lettere. Ef 1:1,2
II. I ringraziamenti e le preghiere dell’apostolo a Dio, affinché riversi le sue grandi benedizioni sugli Efesini credenti. Ef 1:3-14
III. Le zelanti preghiere di Paolo a Dio, in favore degli Efesini. Ef 1:15-23 Questo grande apostolo soleva abbondare in preghiere all’Onnipotente. Egli generalmente strutturava le sue preghiere in modo che contenessero e inculcassero, nello stesso tempo, nei credenti le grandi e importanti dottrine della fede cristiana. Inoltre, faceva in modo che contenessero le istruzioni più concrete per tutti coloro che le leggevano attentamente.
Ef 1:1,2
1. Qui, dunque, troviamo il titolo che Paolo si dà per presentarsi: Paolo, apostolo di Gesù Cristo. Ef 1:1 Egli ritiene un grande onore essere alle dipendenze di Cristo, come messaggero per i figli degli uomini. Gli apostoli furono i primi ministri della Chiesa cristiana, eletti per svolgere una funzione straordinaria solo per un tempo. Il loro grande Signore aveva dato loro dei doni straordinari e l’assistenza immediata dello Spirito Santo, per mezzo del quale potevano essere pronti a diffondere e propagare l’Evangelo e a governare la Chiesa nel suo stato iniziale. Paolo era come loro, e questo non per volontà di un uomo che gli aveva conferito tale incarico, né perché Paolo lo volesse di testa sua, ma per volontà di Dio. Ef 1:1 Tale volontà era stata annunziata a Paolo in maniera molto espressa e chiara; egli, infatti, fu chiamato al ministero da Cristo stesso. Ogni fedele ministro di Cristo (sebbene la sua chiamata e ministero non siano così straordinari) può riflettere, con il nostro apostolo, considerando l’onore e i vantaggi che derivano da ciò che è per volontà di Dio.
Tale volontà era stata annunziata a Paolo in maniera molto espressa e chiara; egli, infatti, fu chiamato al ministero da Cristo stesso. Ogni fedele ministro di Cristo (sebbene la sua chiamata e ministero non siano così straordinari) può riflettere, con il nostro apostolo, considerando l’o Le persone alle quali questa Lettera è inviata: ai santi che sono in Efeso, cioè ai cristiani che erano membri della chiesa di Efeso, metropoli dell’Asia. Paolo li chiama santi perché lo erano in base alla loro professione di fede, se corrispondeva a realtà, e molti di loro lo erano veramente. Tutti i Cristiani devono essere santi, e se vengono meno a questa loro caratteristica sulla terra, non saranno mai santi nella gloria. Paolo li chiama anche fedeli in Cristo Gesù, Ef 1:1 credenti in Lui, fermi e costanti nella loro fedeltà a Cristo e alle sue verità e vie. Mentre, non sono santi quelli che non sono fedeli, che non credono davvero in Cristo, né quindi sono strettamente uniti a Lui e ovviamente non sono sinceri quando fanno una professione di fede in Lui. Notate: È un onore non solo per i ministri, ma anche per gli altri Cristiani avere ottenuto la grazia di essere fedeli a Cristo; da Lui ricevono tutta la grazia e la forza, grazie a cui le loro persone, e tutto ciò che fanno, sono rese accette a Dio. 3. La benedizione apostolica: Grazia a voi. Ef 1:2
La troviamo in ogni Lettera e esprime la benedizione dell’apostolo verso i suoi amici e il suo sincero desiderio che stiano bene. Per grazia dobbiamo intendere il libero e immeritato amore e favore di Dio, e quelle grazie dello Spirito che da essa derivano; per pace, invece, tutte le altre benedizioni, spirituali e temporali, che scaturiscono dalla grazia. Difatti, non c’è pace senza grazia e non c’è né pace né grazia se non da Dio, Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo. Ef 1:2
Queste benedizioni speciali provengono da Dio, non in quanto Creatore, ma in quanto Padre, per un rapporto particolare con i credenti in Cristo. Esse provengono anche dal Signore nostro Gesù Cristo, che avendole procurate per il suo popolo, ha il diritto di elargirgliele. A dire il vero, i santi e i fedeli in Cristo Gesù hanno già ricevuto grazia e pace; tuttavia si deve desiderare di averne ancora di più. Difatti, anche i santi migliori hanno bisogno di rifornimenti freschi di grazie provenienti dallo Spirito e non possono che desiderare di migliorare e crescere. Perciò, dovrebbero pregare, ognuno per se stesso e gli uni per gli altri, affinché tali benedizioni abbondino su di loro. Dopo questa breve introduzione, Paolo giunge già nel cuore della Lettera. Ora, sebbene possa sembrare eccentrico in una lettera, lo Spirito di Dio ha ritenuto opportuno che il suo discorso su questioni divine, in questo capitolo, fosse fatto di preghiere e lodi. Tali preghiere e lodi sono rivolte solennemente a Dio, e allo stesso tempo, danno importanti istruzioni agli altri. Difatti, sia la preghiera che la lode possono essere come dei sermoni.