Secondo, chi fa la propiziazione? In un contesto pagano sono sempre gli esseri umani i quali cercano di allontanare l'ira divina per il tramite di meticolose rappresentazioni rituali, o recitando formule magiche, oppure con l'offerta di sacrifici (vegetali, animali o perfino umani).
Tramite tali pratiche si pensa di poter placare la divinità offesa. Ma il vangelo inizia con la netta affermazione che nulla di quanto noi possiamo fare, dire, offrire o persino dare come contributo, può essere una compensazione per il nostro peccato, o può sviare l'ira di Dio.
Non vi è alcuna possibilità di persuadere, blandire o corrompere Dio così che ci perdoni, perché da lui non possiamo meritare altro che il suo giudizio.
E come abbiamo visto, l'iniziativa è stata presa dallo stesso Dio, per la sua misericordia e la sua grazia senza limiti. Questo era già chiaro nel VT, i cui sacrifici erano considerati non come opere umane, ma come doni divini.
O era per il loro tramite che Dio diventava misericordioso; essi erano provveduti da un Dio misericordioso così ch'egli potesse agire misericordiosamente nei confronti del suo popolo peccatore. "Per questo vi ho ordinato di porlo (il sangue del sacrificio) sull'altare per fare l'espiazione per le vostre persone" Levitico 17:11.E questa verità è ancor più distintamente riconosciuta nel NT, e specialmente nei testi più importanti sulla propiziazione.
Fu lo stesso Dio a "presentare" od a "prestabilire" Gesù Cristo come sacrificio propiziatorio (Romani 3:25). Non che siamo stati noi ad amare Dio, ma è stato lui ad amare noi e a mandare suo Figlio come propiziazione per i nostri peccati (1 Giovanni 4:10).
Mai può essere sufficiente l'accento da porre al fatto che l'amore di Dio è la fonte e non la conseguenza dell'espiazione.
Così si esprime P.T. Forsyth: "l'espiazione non ha procurato la grazia, è fluita dalla grazia"
Già Calvino scriveva: "L'opera dell'espiazione è fluita dall'amore di Dio; quindi non l'ha stabilito", Istituzione.
Dio non ci ama perché Cristo è morto per noi; Cristo è morto per noi perché Dio ci ha amati.
Era l'ira di Dio ad avere bisogno di essere propiziata, ed è stato l'amore di Dio a fare la propiziazione, Se è possibile dire che la propiziazione "ha cambiato" Dio, o che per via d'essa egli ha cambiato se stesso, si deve essere assolutamente chiari sul fatto che Dio non ha cambiato passando dall'ira all'amore, o dall'inimicizia alla misericordia, poiché il carattere di Dio è immutabile.
Quanto la propiziazione ha cambiato è stato il suo modo di trattarci. "La distinzione che vi chiedo di esaminare" scriveva .T. Forsyth. "è tra un cambiamento di sentimenti e un cambiamento del rapporto I sentimenti di Dio verso di noi non hanno mai avuto bisogno di essere cambiati.
Ma è il modo in cui Dio ci tratta, il rapporto pratico di Dio con noi - quello ha dovuto essere cambiato". FORSYTH P.T., The Work of Christ, Hodder & Stoughton, London 1910, p. 105. Egli ci ha perdonato e ci ha accolti alla sua presenza.