.
Un "frammento" dallo scritto di Stefano....
Tutti gli indumenti sacerdotali dovevano essere fabbricati da tessuto di proprietà del popolo e
dovevano essere offerti come contributo al culto del Santuario (Talmud Yomà 35b). Ciò
simboleggiava che i sacerdoti non componevano una casta privilegiata il cui scopo era quello di
elevare se stessa; essi invece mettevano da parte la propria individualità per essere i rappresentanti d’Israele.
Tutti gli indumenti sacerdotali dovevano essere fabbricati da tessuto di proprietà del popolo e
i sacerdoti non componevano una casta privilegiata il cui scopo era quello di
elevare se stessa; essi invece mettevano da parte la propria individualità per essere i rappresentanti d’Israele
Ho evidenziato due porzioni dello scritto che riporto da Stefano, giusto per far risaltare come ci siamo allontanati dalla relazione che l'uomo aveva col proprio Creatore... anche se il sacrificio di Gesù ha stabilita una nuova era, non sta a dire che la relazione col Creatore ora possa essere veicolata da facezzie e "facili costumi"...
mi riferisco ad esempio, alla pratica ( che non condivido) in voga in molte comunità evangeliche, quella che quasi obbliga il pastore a sostentarsi da se e non dipendere dalla comunità dove ministra la parola di Dio... poi però, si va da un eccesso all'altro! Le chiese evangeliche che risiedono in America, si gloriano di avere uno o più pastori che conducono una vita agiata ( dissoluta ), e questa
"moda", ha fatto breccia anche nel nostro paese... anche se poi, alcuni di questi "pastori" poi son finiti in manette!
Che relazione c'é tra il credente moderno e Dio?... Da chi viene ministrata la parola di Dio?.. Abbiamo letto che il sommo sacerdote doveva purificarsi per tempo prima di apprestarsi all'altare, se non era tutto in ordine e secondo il cerimoniale del tempo, lui (il sacerdote) rischiava la propria vita e tutto Israele non poteva godere delle benedizioni di Dio, quindi, il rapporto uomo/Dio, era vissuto con un certo timore e devo dire, era un santo timore... oggi che siamo sotto la grazia, pensiamo di poterci permettere ogni cosa, tanto, l'offerta sacrificale ( Gesù )è stata immolata una volta e per sempre, possiamo star tranquilli! ( NO )
Noi pronunciamo spesso la parola "lavacro", si, il sangue di Gesù ci ha lavati, ci ha resi "candidi" agli occhi del Padre Suo, ma riflettiamoci un attimo, anche se solo visivamente, non vi pare che quel lavacro sia simile a quanto riportato da Stefano?... Mi riferisco alla spiegazione che ci da dello "Yom Kippur"... leggiamola:
Il giorno noto come Yom Kippur o Giorno dell’Espiazione...... Che cos’è l’espiazione? È una
delle tante parole bibliche usate ma non sempre comprese. La parola "yom" significa "giorno".
La parola "kippur" viene dalla radice "kaphar", che letteralmente significa coprire o nascondere
(specialmente con bitume); in senso figurato significa espiare o condonare, placare o annullare.
Kippur significa "espiazione o riparazione".
Si parla di bitume,
ma quanto più prezioso è stato ed è il sangue di Gesù... che magnifica "copertura"!
f.sco