Non volevo rispondere per non continuare una discussione perchè non è mai mia intenzione contrappormi ai covincimenti degli altri.
Tuttavia faccio questo ultimo intervento su Ebrei 6
Bisogna però vedere questo soggetto non solo dal punto di vista dei passi e dei versetti che apparentemente ci danno l'impressione che si possa perdere la salvezza quando abbiamo veramente creduto e siamo nati di nuovo ma da tutto ciò che dice la Scrittura a riguardo.
La parola di Dio infatti ci espone chiaramente e senza dubbi che chi riceve vita eterna per fede in Cristo la ritiene per sempre.
Si sta parlando però del Nuovo Testamento, non voglio parlare dell'antico patto ma del patto eterno, fatto non tra Dio e gli uomini basato sulle opere, ma sul nuovo patto fatto tra il Padre e il Figlio e di conseguenza coloro che sono battezzati in Cristo e nati di nuovo.
Questo non è il posto però per esporre tutti i passi di Scrittura che dimostrano questa verità, cioè che la salvezza di coloro che credono non si può perdere vorrei invece che le persone si sforzassero da sole e ricercare se questro è vero senza pregiudizi e senza storcere la parola di Dio e interpretarla fuori contesto.
Ricordandoci che la Bibbia interpreta la Bibbia e il contesto è sempre la chiave essenziale per la corretta interpretazione.
Detto questo, il passo che citi e il passo che ho menzionato anche io Ebrei 10:26-31 danno l'impressione che si tratti di perdere la salvezza, ma il contesto generale del libro che è infatti quasi un intero resoconto della salvezza in Cristo paragonata alla legge di Mosè, dimostra prima di tutto che il libro è stato scritto dall'autore ad una comunità predominantemente se non tutta di origine Ebraica. Perciò il nome della lettera agli Ebrei.
Questo è di essenziale importanza nella corretta interpretazione di questa epistola.
L'autore riferisce quindi la sua lettera ad una comunità formata da persone Ebree ed è ovvio che conoscendo la storia del popolo Ebraico a quei tempi non si può far altro che arrivare alla conclusione che essi erano spesso molto confusi e contrari riguardo alla salvezza di Dio per grazia e fede in Cristo solamente, cioè senza doversi avvalere delle opere della legge di Mosè per essere ritenuti giusti dinanzi a Dio.
Il libro è una conferma dell'adempimento del vecchio patto in Cristo, l'isitituzione del nuovo patto eterno e non temporaneo in Lui, e gli avvertimenti a quegli Ebrei che o volevano aggiungere Cristo alla legge o a quelli che addirittura non veramente convinti e superficialmente interessati, ritenevano dubbi e scetticismo della salvezza solo per grazia e fede in Cristo.
Questi due passi quindi, quello che menzioni te e quello che ho menzionato anche io sono avvertimenti a questi ultimi Ebrei menzionati di non ignorare, tralasciare e perdere l'occasione di ricevere questa salvezza perché altrimenti non c'è più nessuna salvezza per loro e SE si allontanavano dalla conoscenza di questa salvezza per ritornare alla religione Ebraica, alla legge, senza entrare nel riposo di Dio, cioè la salvezza di Dio in Cristo per grazia e fede solamente, se persistevano nella loro incredulità fino a che infine si allontanassero e rimanessero per sempre in uno stato di incredulità riguardo a Gesù e la salvezza che solo Lui può offrire, non ci sarebbe infatti più nessun altro modo di poter essere infatti ricondotti al ravvedimento perché sarebbe stato come se avessero fatto a Gesù ciò che fecero gli altri Ebrei quando corcifissero Gesù, in altre parole in questo caso ricrocifiggendolo sempre per via della loro incredulità.
La prima parte del brano non dice che essi hanno creduto in Gesù, ma che sono stati lluminati ed hanno infatti gustato il dono di Dio e fatti partecipi di ciò che lo Spirito Santo stava facendo ed hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo futuro.
Infatti, tutto Israele di quei tempi era stato illuminato dalla presenza di Cristo, degli Apostoli anche dopo, tutto Israele ha gustato il dono di Dio, perché non è vero che miriadi di Ebrei sono stati guariti da Gesù ed hanno anche ricevuto la resurrezione dalla morte? Non è vero che tutto Israele è stato fatto partecipe di ciò che lo Spirito Santo aveva fatto mediante Gesù e gli Apostoli? Non ha gustato Israele la buona parola di Dio tramite Gesù e poi dopo gli Apostoli? Non ha ricevuto Israele le promesse del mondo futuro tramite Geesù e gli Apostoli?
Comunque,la loro incredulità li preveniva e li ha prevenuti dall'entrare nella grazia di Dio, di diventare attivamente partecipi di tutte queste cose. Ed è questo il contesto e la giusta interpretazione del passo in accordo con la parola di Dio e il contenuto dell'epistola stessa.
Si trattasse di perdere la salvezza solo perché ci allontaniamo da Dio NON sarebbe però impossibile essere ricondotti al ravvedimento, molte persone si sono allontanate da Dio anche temporaneamente rinnegando la fede ma poi sono stati ricondotti al ravvedimento e sono tornati a Gesù.
Questa frase perciò ci fa capire che non si sta parlando di predere la salvezza una volta ottenuta ma del rischio che c'è nel rimanere nell'incredulità dopo aver ricevuto, sentito, ascoltato la conoscenza della verità, cioè di Cristo che ha detto io sono la via, la VERITA' e la vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Dopo essere stati esposti all'opera esterna dello Spirito Santo, non quella interna. E' come dire non essere veri credenti ma andare in chiesa, ascoltare i sermoni, vedere i miracoli di Dio, vedere Dio esaudire preghiere, vedere persone la cui vita viene trasformata e poi dire, no non sono convinto, non ci credo e andare via lasciando indietro l'unica occasione per poter essere salvati.
Lo stesso esatto contesto è quello di Ebrei 10:26-31. Aver ricevuto la conoscneza della verità NON è sinonimo di aver praticato fede in Gesù ma di aver sentito, ascoltato, magari molte volte il Vangelo, l'unica speranza di salvezza, e poi ancora peccare volontariamente contro questa verità, cioè rimanere increduli, dopo di che per l'Ebreo ma anche per qualsiasi altra persona non rimane più NESSUN ALTRO SACRIFICIO con cui essere salvati.
Non si può dunque rimanere nell'incredulità, rifiutare Gesù e tornare alla legge o religione, poiché l'autore aveva appena avverito i lettori che il sangue di tori e di animali non poteva rimuovere il peccato, SOLO IL SANGUE DI GESU'